Essere e tempo: differenze tra le versioni
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== Tematiche e contenuti ==
{{q|δῆλον γὰρ ὡς ὐμεῖς μὲν ταῦτα (τί ποτε βούλεσθε σημαίνειν ὀπόταν ὄν φθέγγησθε) πάλαι γιγνώσκετε, ἡμεῖς δὲ πρὸ τοῦ μὲν ᾠόμεθα, νῦν δ' ἠπορήκαμεν <br>"Perché è chiaro che voi avete una lunga familiarità con quello che propriamente intendete con l’espressione ‘essente’, quanto a noi, una volta abbiamo sì creduto di saperlo, ma ora siamo caduti nell’imbarazzo"<ref name="ref_A">Platone, ''Sofista'', 244a.</ref>. <br>Forse che noi abbiamo oggi una risposta alla domanda, che cosa propriamente intendiamo col termine "essente"? Niente affatto. È dunque il caso di proporre di nuovo ''la domanda circa il senso di essere''. E siamo forse oggi giorno almeno imbarazzati dal fatto di non comprendere l’espressione "essere"? Niente affatto. E allora è innanzitutto il caso di risvegliare una qualche comprensione del senso di questa domanda. La presente trattazione si propone la concreta elaborazione della domanda circa il senso di "''essere''". L’interpretazione del ''tempo'' come il possibile orizzonte di ogni comprensione d’essere in quanto tale, ne è obbiettivo preliminare.|Heidegger, ''Essere e tempo'', incipit; traduzione di Alfredo Marini|δῆλον γὰρ ὡς ὐμεῖς μὲν ταῦτα (τί ποτε βούλεσθε σημαίνειν ὀπόταν ὄν φθέγγησθε) πάλαι γιγνώσκετε, ἡμεῖς δὲ πρὸ τοῦ μὲν ᾠόμεθα, νῦν δ' ἠπορήκαμεν <br>"Denn offenbar seid ihr doch schon lange mit dem vertraut, was ihr eigentlich meint, wenn ihr den Ausdruck 'seiend' gebraucht, wir jedoch glaubten es einst zwar zu verstehen, jetzt aber sind wir in Verlegenheit gekommen"<ref
=== Necessità del problema dell'essere ===
In realtà, già in [[Soren Kierkegaard|Kierkegaard]], filosofo apprezzato da Heidegger, ma che al contempo rapidamente licenzia con l'appellativo di "teologo cristiano", il problema dell'essere non è più dato per scontato. In Kierkegaard, infatti, la problematica è tesa fra due poli incompatibili: l'irriducibilità dell'esistenza e della libertà del singolo, inconciliabile sul piano razionale con l'assoluta [[trascendenza]] dell'Essere (che per Kierkegaard corrisponde all'Ente Supremo, [[Dio]]).
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