Filantropia: differenze tra le versioni

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La '''filantropia''' ({{lang-grc|φιλία|philía|amicizia|testo2=ἄνθρωπος|traslitterazione2=ànthrōpos|traduzione2=uomo|da=si|parentesi=si}}) è un [[sentimento]] e un conseguente [[atteggiamento]] di [[benevolenza]]<ref>Benevolenza nella cultura antica romana viene definita come «''voluntate benefica benevolentia movetur''» (''la benevolenza è messa in moto da una volontà che mira al bene'') intendendo che vi sia una voluntas, un atteggiamento spirituale volontario che genera il desiderio di fare del bene nei confronti degli esseri umani .</ref> alla base di un comportamento diretto a realizzare il benessere degli altri.<ref>''Enciclopedia Treccani'' alla voce corrispondente</ref>
 
==Filantropia greca e ''humanitas'' romana==
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Nella morale cristiana la filantropia, come strumento per alleviare le sofferenze umane ispirato dalla razionale compassione della comune miserie terrene, viene distinta dalla [[carità]] che rappresenta la piena realizzazione dello spirito dell'uomo che attraverso essa realizza il comandamento dell'amore lasciato da Gesù Cristo ai suoi discepoli: «Amatevi come io vi ho amato»<ref>Gv 15,9-17</ref>.
 
[[Papa Benedetto XVI]]<ref>Il Papa ha dedicato al tema della carità un'enciclica dal titolo [[Deus caritas est]]</ref> ha scritto che nell'attuale società dell'immagine un'azione filantropica spesso nasconde la volontà di ottenerne un ritorno di interesse personale o di plauso mentre «''Quando gratuitamente offre se stesso, il cristiano testimonia che non è la ricchezza materiale a dettare le leggi dell'esistenza, ma l'amore [...] di Dio e dei fratelli''»<ref name="w2.vatican.va">[https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/messages/lent/documents/hf_ben-xvi_mes_20071030_lent-2008.html ''Messaggio di sua santità Benedetto XVI per la Quaresima 2008'']</ref>. Aggiunge Papa Ratzinger che «''l’azione pratica resta insufficiente se in essa non si rende percepibile l’amore per l’uomo, un amore che si nutre dell’incontro con Cristo''» che si "maschera" da povero e ci provoca alla carità.<ref>[http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/motu_proprio/documents/hf_ben-xvi_motu-proprio_20121111_caritas.html ''Lettera apostolica in forma di motu proprio del pontefice Benedetto XVI'' - ''Sul servizio della carità'']</ref> Del resto il soccorso ai poveri, evidenzia il Papa, «''è un dovere di giustizia''» che impone la «''condivisione''» soprattutto per quei «''Paesi in cui la popolazione è composta in maggioranza da cristiani''»: qui «''è ancora più grave la loro responsabilità di fronte alle moltitudini che soffrono nell'indigenza e nell'abbandono''». Ricorda infine il papa che «''i beni materiali rivestono una valenza sociale, secondo il principio della loro destinazione universale''».<ref>[https:// name="w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/messages/lent/documents/hf_ben-xvi_mes_20071030_lent-2008.html" ''Messaggio di sua santità Benedetto XVI per la Quaresima 2008'']</ref>
 
==La filantropia moderna==
La filantropia moderna trova espressione teorica negli ideali [[Illuminismo|illuministici]] che saranno esaltati dalla [[Rivoluzione francese]] dove i diritti dell'uomo e del cittadino si basano su quella comune natura che li rende uguali e [[fraternità|fratelli]].
 
Dalla filantropia illuminista nascerà il cosiddetto "[[filantropismo]]", un programma di rinnovamento pedagogico che fu elaborato e sperimentato da [[Johann Bernhard Basedow]], basato sulle teorie dei [[Pietismo|Pietisti]], di [[John Locke|Locke]], [[Comenio]] e [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]]. L'esperimento avvenne nel 1774 con il ''Philantropinum'', un istituto di [[Dessau]] destinato alla formazione della classe dirigente con tecniche didattiche innovative adottate successivamente dai suoi seguaci, i Filantropini, in Germania e Svizzera.<ref>Ludovico Geymonat e Renato Tisato, «L<nowiki>'</nowiki>illuminismo tedesco, Nuove istante pedagogiche : il filantropismo». In : [[Ludovico Geymonat]] (a cura di), ''Storia del pensiero filosofico e scientifico'', Vol. III (Il Settecento), Milano, Garzanti, 1971, pp. 515-517.</ref>
 
Il principio illuminista della "fraternità" sarà teoricamente ancora alla base della [[Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo]] (1948):