Galli: differenze tra le versioni

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La forte religiosità dei Galli, testimoniata da Cesare, si manifestava anche di fronte alle malattie e nelle guerre, quando i guerrieri facevano voto della propria vita e si affidavano, per l'esecuzione del sacrificio, ai druidi. A monte di questo atteggiamento era la credenza che soltanto un sacrificio umano potesse placare l'ira degli dei. L'esecuzione del sacrificio prevedeva, presso alcune tribù, la realizzazione di grandi pupazzi di vimini, al cui interno venivano poste le vittime e quindi incendiati; le persone ritenute più adatte a tale scopo erano i rei di furto, rapina o altri crimini, ma in caso di necessità si ricorreva a innocenti<ref>Cesare, ''De bello Gallico'', [[s:la:Commentarii de bello Gallico - Liber VI|VI]], 16.</ref>.
 
Nel pantheon gallico, Cesare testimonia il particolare culto attribuito al dio che assimila al romano [[Mercurio (divinità)|Mercurio]], forse il [[Divinità celtiche|dio celtico]] [[Lúg]]<ref name="ref_A">Cesare, ''De bello Gallico'', [[s:la:Commentarii de bello Gallico - Liber VI|VI]], 17.</ref>. Era l'inventore della arti, la guida nei viaggi e la divinità dei commerci. Altre figure di rilievo tra gli dei gallici erano "[[Apollo]]" ([[Belanu]], il guaritore), "[[Marte (divinità)|Marte]]" ([[Toutatis]], il signore della guerra), "[[Giove (divinità)|Giove]]" ([[Taranis]], il signore del tuono) e "[[Minerva]]" ([[Belisama]], l'iniziatrice delle arti)<ref>Cesare, ''Dename="ref_A" bello Gallico'', [[s:la:Commentarii de bello Gallico - Liber VI|VI]], 17.</ref>.
 
==Diritto==