Bramino: differenze tra le versioni

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Il ''[[Rigveda]]'' si apre in questo modo:
{{Citazione|Ad [[Agni (divinità)|Agni]] rivolgo la mia preghiera, al sacerdote domestico, al divino officiante del sacrificio, all'invocatore che più di tutti porta ricchezze.|''[[Rigveda|Ṛgveda]]'', I-1, 1|agnim īḍe purohitaṃ yajñasya devam ṛtvijam hotāraṃ ratnadhātamam|lingua=sa}}
La funzione sacerdotale del dio [[Agni (divinità)|Agni]] è il primo tema affrontato dal primo ''[[Veda]]''. Questa funzione è la prima ad essere ben delineata soprattutto in qualità di ''hotṛ'', l'officiante delle libagioni (simile al ''zaotar'' dell'<nowiki></nowiki>''[[Avesta]]'').
 
Ma a ben guardare il ''[[Rigveda]]'' (risalente ad un periodo incerto, comunque a cavallo tra il XX e il X secolo a.C.) è un vero e proprio manuale delle attività sacerdotali del dio [[Agni (divinità)|Agni]] che, dopo essere indicato come ''hotṛ'', viene assunto anche al ruolo di bramino, di ''adhvaryu'', di ''potṛ'', di ''neṣṭṛ'', di ''agnīdh'', di ''gṛapathi'' e di ''praśāstṛ''.
 
A queste attribuzioni del Dio corrispondevano dei sacerdoti [[Indoari|ari]] specifici (a loro volta corrispondenti alle otto classi sacerdotali delineate anche nell'<nowiki></nowiki>''[[Avesta]]'' e quindi di probabile derivazione [[Indoeuropei|indoeuropea]]).
 
Non solo, osserva David M. Knipe:
{{Citazione|Le somiglianze nelle funzioni non solo dei brahmani vedici e dei magi iranici, ma anche dei druidi celtici e dei flamini romani hanno portato alcuni studiosi a ipotizzare una tradizione sacerdotale proto-indoeuropea.|David M. Knipe, ''Sacerdozio induista'', in "Enciclopedia delle Religioni", vol. 9. Milano, Jaca Book, (1987) 2006, p.320}}
Nel pieno del successivo sviluppo [[Veda|vedico]] (intorno al X secolo a.C.), i compiti di principali officianti (''ṛtvij'') del rito più importante, il ''[[Soma (Vedismo)|soma]]'' (l<nowiki>'</nowiki>''[[haoma]]'' dell'<nowiki></nowiki>''[[Avesta]]'') si distingueranno, tuttavia, in sole quattro qualità sacerdotali: bramino, ''adhvaryu'', ''udgātṛ'' e ''hotṛ''.
 
Ognuno di questi quattro sacerdoti veniva coadiuvato da ulteriori tre assistenti (''[[samhita]]''). E, come all''<nowiki>'</nowiki>hotṛ'' veniva assegnato il compito di recitare il ''[[Rigveda]]'', gli altri tre officianti avevano rispettivamente il compito di recitare: l<nowiki>'</nowiki>''adhvaryu'' lo ''[[Yajurveda]]''; l<nowiki>'</nowiki>''udgātṛ'' il ''[[Samaveda]]'', mentre al bramino non solo veniva affidata la recitazione del quarto [[Veda]], l<nowiki>'</nowiki>''[[Atharvaveda]]'', ma anche il compito di controllare e soprintendere all'intero rito e il controllo della recitazione degli altri tre [[Veda]] rappresentando, l<nowiki>'</nowiki>''[[Atharvaveda]]'', il loro compimento.