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La tradizione [[Induismo|hindū]] assegna la scoperta di questo tipo di "canto" a [[Vālmīki]], mitico autore del ''Rāmāyaṇa''.
La prima sezione (''kāṇḍa'') del ''Rāmāyaṇa'', il ''Bālakāṇḍa'', si avvia con il celebre ''[[Ṛṣi]]'' della sfera celeste (''devaṛṣi''), Nārada<ref>Già menzionato nell'
Il giorno successivo, ancora impressionato dal racconto di Nārada, Vālmīki si reca sulle rive del fiume Tamasā per le quotidiane purificazioni mattutine. Lì il poeta coglie un cacciatore uccidere un uccello ''krauñca''<ref>Probabilmente un ''[[Grus grus]]''.</ref> mentre questi si accoppiava. D'istinto Vālmīki lancia una maledizione contro il cacciatore, sorprendendosi per le parole pronunciate che conservavano comunque un ritmo meravigliosamente melodioso: il cantore aveva elaborato lo ''śloka'', il verso musicale su cui si sarebbe fondata la letteratura sanscrita. Vālmīki ritiene che tale stupendo ritmo melodioso non sia che il risultato del gioco divino, ''[[līlā]]'', e quindi si immerge nelle profondità meditative dove gli appare Brahmā che gli spiega la ragione della sua "scoperta": tale ritmo poetico si fonda sul dolore (''śoka'') ed è per questa ragione che prende il nome di ''śloka''.
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