Anticlericalismo: differenze tra le versioni

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[[File:Francesco Hayez 041.jpg|thumb|left|upright|Cavour]]
 
Negli [[anni 1870|anni Settanta]] del XIX secolo il ministro dell'istruzione [[Cesare Correnti]] abolì le facoltà teologiche, sottrasse gli educandati femminili [[sicilia]]ni al controllo dei vescovi e infine tentò la soppressione dei direttori spirituali nei ginnasi, ma in seguito alle proteste della [[Destra storica|Destra]] dovette rassegnare le dimissioni il 17 maggio [[1872]].<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/cesare-correnti_(Dizionario-Biografico)/ ''Cesare Correnti''], in Dizionario Biografico Treccani</ref>. Il deputato lombardo [[Mauro Macchi]], che aveva fondato con [[Arcangelo Ghisleri]] la "Società dei liberi pensatori" di [[Cremona]] ([[1867]])<ref>Laura Demofonti, [https://books.google.it/books?id=CPqtZrRa4MsC&pg=PA27&lpg=PA27 ''La riforma nell'Italia del primo Novecento: gruppi e riviste di ispirazione evangelica''], Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, p. 27 nota 5</ref>, nel 1876 riuscì a far approvare una riforma del [[codice di procedura penale]] che aboliva l'obbligo di prestare giuramento in nome di principi religiosi.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/mauro-macchi_(Dizionario-Biografico)/ ''Mauro Macchi''], in Dizionario Biografico Treccani</ref>
 
==== La questione romana ====
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[[File:Francesco Crispi (ritratto).jpg|thumb|upright|[[Francesco Crispi]], che fu Primo Ministro per diversi anni, fu un noto anticlericale e sostenne la costruzione del monumento a Giordano Bruno]]
Nel 1889, l'erezione del monumento a [[Giordano Bruno]] in [[Campo de' Fiori]] avvenne in un contesto di violenta lotta politica in cui si confrontarono le posizioni più oltranziste delle fazioni anticlericali e clericali. L'opera fu realizzata dallo scultore [[Ettore Ferrari]], che più tardi divenne gran maestro del [[Grande Oriente d'Italia]]. Fra i promotori non mancarono toni di sfida al Pontefice, che minacciava di lasciare Roma per rifugiarsi in Austria, e il monumento divenne uno dei simboli dell'anticlericalismo. [[Francesco Crispi]] ottenne dal re [[Umberto I]] un decreto di destituzione nei confronti del sindaco di Roma [[Leopoldo Torlonia]], che aveva fatto una visita ufficiale al cardinale vicario [[Lucido Maria Parocchi]], portando un messaggio per [[papa Leone XIII]].<ref>Si veda in proposito lo studio di Enrico Meloni sulle vicende della statua, consultabile alla pagina {{cita web|url=http://it.geocities.com/trepadri/giordanobruno1.htm|titolo=Giordano Bruno. La statua <!-- Bot generated title -->|deadurl=yes|urlarchivio=https://www.webcitation.org/query.php?url=http://it.geocities.com/trepadri/giordanobruno1.htm|urlmorto=sì|dataarchivio=11 agosto 2006}}</ref> Nello stesso periodo a Roma la Massoneria metteva in scena sotto i Palazzi apostolici banchetti nei venerdì di [[Quaresima]], per dileggiare il [[digiuno]] cristiano<ref name="Cammilleri, p. 206" />.
 
Gli episodi di violenza si ripeteranno ancora nel [[1893]] a [[Sansepolcro]], città in mano ad amministratori anticlericali, in cui la processione del [[Corpus Domini]] diede luogo a tafferugli si concluse con ventisei arresti tra i fedeli<ref>[http://www.societastoricaretina.org/biografie/SPSandrelliRaffaello050703.pdf Note biografiche di Raffaello Sandrelli] a cura della Società Storica Aretina</ref>, e continueranno anche nella prima parte del XX secolo: fra questi l'assalto alla processione del Corpus Domini a [[Fabriano]], avvenuto il 21 giugno [[1911]], condotto da socialisti e anticlericali, terminò in un clamoroso processo.<ref>[http://www.camaldoli.org/2011/05/il-famoso-assalto-della-processione-del-corpus-domini-del-21-giugno-1911-a-fabriano/ Il famoso assalto della processione del Corpus Domini del 21 giugno 1911 a Fabriano]</ref>
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L'anticlericalismo trovò eco anche in polemiche giornalistiche, che spesso vedevano confrontarsi giornali di tendenze opposte. A Torino la ''[[Gazzetta del Popolo]]'' diretta dall'anticlericale [[Felice Govean]], che fu anche [[gran maestro#Massoneria|gran maestro]] del [[Grande Oriente d'Italia]], battagliava contro l<nowiki>'</nowiki>''Armonia cattolica'', diretta da [[Giacomo Margotti]]. Le vendite vedevano primeggiare il foglio anticlericale, che distribuiva 10&nbsp;000 copie contro le 2&nbsp;000 del concorrente. Nel [[1892]] a Roma fu fondato il settimanale satirico ''[[L'Asino]]'', di orientamento socialista, che soprattutto a partire dal XX secolo condusse veementi campagne anticlericali.
 
Diffuse erano le canzoni anticlericali, alcune con intenti blasfemi, ma talvolta indicatrici di tensioni socio-politiche: è il caso delle canzoni degli anticlericali di [[Nuoro]], che nel [[1868]] si contrappongono al vescovo Salvatore Angelo de Martis nella [[Rivolta de Su Connottu]], episodio che è emblematico del passaggio dell'idea anticlericale da cerchie ristrette al tessuto popolare.<ref>[http://www.lanuovasardegna.it/regione/2011/03/16/news/tra-anticlericalismo-e-amor-di-patria-1.3387308 Tra anticlericalismo e amor di Patria], La Nuova Sardegna, 16 marzo 2011</ref>
 
Una raccolta di canzoni anticlericali, risalenti all'Ottocento e al primo Novecento, fu pubblicata nel [[1973]] in un disco a 33 giri intitolato "L'Ammazzapreti", a cura di [[Leoncarlo Settimelli]] e Laura Falavolti.<ref>"L'Ammazzapreti" : Canti satirici anticlericali. A cura di Leoncarlo Settimelli e Laura Falavolti, Roma, La Nuova Sinistra, Edizioni Savelli, 1973.</ref>
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Il [[Partito Nazionale Fascista]], guidato da [[Benito Mussolini]], fortemente anticlericale e ateo in gioventù<ref>come testimoniato, tra l'altro, da alcuni suoi scritti quali il romanzo ''Claudia Particella, l'amante del Cardinal Madruzzo'' del [[1910]] e ''L'uomo e la divinità. Dio non esiste''</ref>, presentava inizialmente, influenzato anche dal [[futurismo]], un programma di "svaticanizzazione" dell'Italia, con progetti di sequestri di beni ed abolizione di privilegi. Ma Mussolini, dopo essere diventato [[duce]] dell'Italia fascista, resosi conto del gran peso sociale e culturale che la Chiesa cattolica rivestiva nel Paese, cambiò i suoi propositi iniziali e volle concordare un'intesa con la Chiesa al fine di consolidare e accrescere il proprio potere, ancora instabile, ed ottenere un più ampio consenso di popolo<ref>[http://www.storiain.net/arret/num125/artic1.asp Mussolini e il Papa, StoriaIn Network] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110614151501/http://www.storiain.net/arret/num125/artic1.asp |data=14 giugno 2011 }}</ref><ref>[http://books.google.com/books?id=RLk9mueQTPAC&pg=PA90&lpg=PA90&dq=svaticanizzazione&source=bl&ots=mLJvhE290H&sig=P1FK0UXEJbhmnGLc3XZgQKNxdmU&hl=it&ei=iWEuTJPZI5CoOK7chN8B&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CCoQ6AEwBQ#v=onepage&q=svaticanizzazione&f=false Scritti dell'esilio, Francesco Luigi Ferrari]</ref>.
 
Vi furono episodi di [[squadrismo]] che colpirono oltre al [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito popolare italiano]] organizzazioni religiose cattoliche, come l'[[Azione Cattolica]]. Dopo le [[Elezioni politiche italiane del 1924|elezioni del 1924]], vi furono rappresaglie nelle località in cui i popolari avevano raccolto più voti: a [[Sandrigo]] due sacerdoti furono malmenati e [[Ferdinando Rodolfi]], [[Diocesi di Vicenza|vescovo di Vicenza]], intervenne comminando la scomunica ai responsabili delle violenze.<ref>Giovanni Sale, ''La Chiesa di Mussolini'', Rizzoli, 2011, pp. 129-131</ref>
 
Tuttavia il capo del fascismo intimamente rimaneva un ateo anticlericale, come testimoniano la sua nota avversione a farsi fotografare accanto a religiosi e la conseguente censura di tutti i ritratti in cui era presente qualche prelato o simile e la confidenza che [[Dino Grandi]] fece a [[Indro Montanelli]] nella quale raccontava come Mussolini, appena uscito dal palazzo Laterano in cui l'11 febbraio 1929 aveva appena firmato il concordato, bestemmiò pesantemente per sottolineare la sua personale avversione alla Chiesa cattolica e ai preti<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2010/ottobre/03/Sade_Mussolini_Quel_peccato_ricorrente_co_9_101003008.shtml Da De Sade a Mussolini Quel peccato ricorrente tra satira e politica]</ref>. L'accordo con la Segreteria di Stato vaticana per la stipula dei [[Patti Lateranensi]], formalmente siglati nel [[1929]] avvenne grazie ad un atteggiamento, nonostante le differenti visuali, diplomaticamente dialogante tra le parti.
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L'anticlericalismo teorizzato dai politici e intellettuali messicani era in realtà il prodotto di dibattiti e congressi internazionali, importati attraverso intellettuali stranieri come la spagnola [[Belén de Sárraga]], che già nel [[1912]] aveva effettuato giri di conferenze con l'aiuto del governo di [[Francisco Madero]].<ref>Josué Bustamante González, ''Rumbos Nuevos: El anticlericalismo como instrumento de identidad nacional en México, 1923-1928'', Xalapa, 2012, p. 17</ref> Negli anni Dieci e Venti l'anticlericalismo messicano divenne l'ideale delle ''élite'' politiche e intellettuali di stampo liberale, che lo proposero al pubblico come parte del cammino verso la modernità e il progresso.<ref>Josué Bustamante González, ''Rumbos Nuevos: El anticlericalismo como instrumento de identidad nacional en México, 1923-1928'', Xalapa, 2012, p. 18</ref>
 
Nel [[1923]] gli anticlericali messicani si organizzarono in una federazione, che riuniva dodici comitati locali.<ref>Josué Bustamante González, ''Rumbos Nuevos: El anticlericalismo como instrumento de identidad nacional en México, 1923-1928'', Xalapa, 2012, p. 73</ref> Tra gli ideologi più influenti della federazione vi erano la stessa Belén de Sárraga, che aveva già alle spalle esperimenti di aggregazione anticlericale a [[Malaga]] e in [[Cile]] e l'intellettuale [[Camilo Arriaga]]. La federazione aveva profondi legami sia con l'[[esercito messicano|esercito]] sia con la [[massoneria]], ma anche con le [[femminismo|femministe]].<ref>Josué Bustamante González, ''Rumbos Nuevos: El anticlericalismo como instrumento de identidad nacional en México, 1923-1928'', Xalapa, 2012, pp. 74-82</ref> Alla fine degli anni venti il Messico è divenuto un rifugio e un luogo di incontro per intellettuali anticlericali, come i venezuelani [[Salvador de la Plaza]], che dirigeva ''El Bonete''<ref>Giuseppe D'Angelo, [https://books.google.it/books?id=CN-GDwAAQBAJ ''Salvador de la Plaza: Un intellettuale dimenticato''], Edizioni Paguro, 2017, ISBN 8899509514, p. 62</ref> e [[Carlos León]]<ref>{{es}} Sebastián Rivera Mir, [https://www.academia.edu/24594146/CENTRO_DE_ESTUDIOS_HISTORICOS ''Militantes radicales de la izquierda latinoamericana en México, 1920-1934. Prácticas políticas, redes y conspiraciones''], México, 2014, p. 45</ref>.
 
Gli scopi della federazione erano dichiarati nei suoi statuti: innanzitutto propugnava la riforma della scuola e l'attuazione degli articoli della Costituzione in materia religiosa; dal punto di vista economico si dichiarava a favore delle classi subalterne, ''campesinos'', ''indios'' e operai e in ultimo si dichiarava a favore della [[ricerca scientifica]].<ref>Josué Bustamante González, ''Rumbos Nuevos: El anticlericalismo como instrumento de identidad nacional en México, 1923-1928'', Xalapa, 2012, pp. 83-87</ref>
 
La federazione si dichiarò nemica di alcuni gruppi di laici cattolici, come i [[Cavalieri di Colombo]] e le ''Damas Católicas'', accusandoli di fanatismo, di asservimento alla gerarchia ecclesiastica e in particolare al papa e di antipatriottismo.<ref>Josué Bustamante González, ''Rumbos Nuevos: El anticlericalismo como instrumento de identidad nacional en México, 1923-1928'', Xalapa, 2012, p. 88</ref> Ma il principale nemico era il clero cattolico, che gli anticlericali nei loro statuti ritenevano "nemico della famiglia, nemico della patria, nemico della scienza e nemico del progresso umano".<ref>pp. 88-89</ref> L'attività della federazione era sostenuta anche dalla rivista ''Rumbos Nuevos'', che ne condivideva i principi, sebbene non fosse organo degli anticlericali.<ref>Josué Bustamante González, ''Rumbos Nuevos: El anticlericalismo como instrumento de identidad nacional en México, 1923-1928'', Xalapa, 2012, p. 115</ref>