Esperanto: differenze tra le versioni

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=== Origine: il lavoro del giovane Lejzer ===
{{vedi anche|Protoesperanto}}
Zamenhof conosceva la difficoltà che ha l'[[Apprendimento della seconda lingua|apprendimento di una lingua straniera]], egli stesso usava quotidianamente [[lingua russa|russo]] e [[lingua polacca|polacco]], conosceva l'[[lingua ebraica|ebraico]] insegnatogli dal padre e infine studiò [[lingua greca|greco]] e [[lingua latina|latino]], [[lingua tedesca|tedesco]], [[lingua francese|francese]] e [[lingua inglese|inglese]] in quanto studente di ginnasio (che frequentò a Varsavia, dove nel frattempo si era trasferito). Egli quindi usò il suo bagaglio linguistico per creare una lingua semplice che richiedesse un impiego di risorse economiche alla portata di tutti. Quindi, dopo aver lavorato per alcuni anni e aver creato diversi stadi di evoluzione della lingua ([[protoesperanto]]) dei quali poco ci resta, arrivò per due volte a un completamento della sua lingua internazionale. La prima volta che festeggiò la fine del suo lavoro fu nel 1878 in occasione del suo diciannovesimo compleanno, giorno in cui lesse ai suoi compagni di scuola una breve poesia scritta nella sua nuova lingua. Poiché i suoi appunti vennero bruciati dal padre, che vedeva la passione del figlio come una distrazione dagli studi di medicina, dovette riprendere il lavoro in seguito, giungendo alla lingua definitiva nel [[1887]]. In questo anno pubblicò, inizialmente in russo, con lo pseudonimo “Doktoro Esperanto” (Dottor Sperante) l'''Internacia lingvo'', un'opera che segnò l'inizio della diffusione della lingua internazionale (lo pseudonimo usato per la firma dell'opera diede poi il nome alla lingua stessa pubblicata)<ref>Edmond Privat. Vivo de Zamenhof (Vita di Zamenhof), ELibro, 2001. ISBN 91-7303-127-5.</ref>. L'opera, comunemente nota come Unua libro, è menzionata nella Cronologia Generale degli eventi più importanti della storia del mondo e fu stampata in 3000 esemplari. Si tratta di un volume oggi rarissimo. Le copie conosciute sono solo quattro, tre delle quali presenti nelle seguenti istituzioni: Biblioteca Nazionale Austriaca, Biblioteca dell’Università di Varsavia, Biblioteca di stato russa. L’unica copia conosciuta in possesso di un cittadino privato, è quella del bibliofilo italiano Paolo Barbieri. Una quinta copia, un tempo presente in Germania, venne trasferita durante il periodo nazista dalla Royal Saxony Library alla Biblioteca di Stato di Berlino. Nonostante sia menzionata nel catalogo della biblioteca, questa copia di fatto non è disponibile in quanto persa, probabilmente, durante la [[seconda guerra mondiale]].
 
Grazie alla diffusione di quest'opera e di altre grammatiche, alla sua semplicità ma soprattutto ai suoi ideali, la lingua internazionale cominciò a diffondersi in tutta [[Europa]] tra intellettuali e persone comuni, che diedero vita al movimento esperantista. La comunità fu fondamentale per l'evoluzione della lingua che, grazie all'uso, acquistò naturalezza e cominciò ad avere tratti più definiti e un carattere proprio<ref name="EbraismoEsperanto" />. Anche se non si può dirlo con certezza, il primo esperantista italiano è considerato [[Daniele Marignoni]], il quale imparò la lingua internazionale circa un anno dopo la nascita dell'esperanto (fra il 1888 e il 1889) e già nel 1890 pubblicò la prima grammatica di esperanto in italiano<ref>{{cita web|http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/31/Esperanto_cento_anni_nella_Capitale_co_10_051231076.shtml|titolo=Esperanto, cento anni nella Capitale. Archivio storico del Corriere della sera|accesso=20 giugno 2008}}</ref>.
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{{Vedi anche|Esperantujo|Unione Europea d'Esperanto|Movimento esperantista|Movimento esperantista italiano}}
[[File:1905-uk-eliro-el-la-kongresejo.jpg|thumb|left|Un'immagine dell'uscita dei partecipanti al [[Congresso Universale di Esperanto del 1905]], a [[Boulogne-sur-Mer]], in [[Francia]].]]
Nel [[1905]] a [[Boulogne-sur-Mer]] in Francia esperantisti provenienti da 20 Paesi si riunirono per trattare alcuni problemi e usarono esclusivamente l'esperanto, dimostrandone per la prima volta l'efficacia. Da questo momento in poi la storia dell'esperanto è passata da Zamenhof alla comunità degli esperantisti, che hanno fatto evolvere la lingua a patto di non modificare i punti essenziali fissati nel [[Fundamento de Esperanto|''Fundamento de Esperanto'']], presentato in occasione del congresso per evitare la divisione della lingua. Alla fine di tale congresso fu anche redatta la [[Dichiarazione di Boulogne]] (o Dichiarazione sull'essenza dell'esperantismo) in cui si ribadisce che l'esperanto è proprietà del mondo intero e che inoltre deve essere libero da ogni tipo di strumentalizzazione o ideologia politica, religiosa o di altro genere.
 
La rapidità dell'espansione del movimento subì vari duri colpi nel corso della [[Prima guerra mondiale]], ma soprattutto nella [[Seconda guerra mondiale]] a causa di [[Adolf Hitler|Hitler]], che riteneva l'esperanto la lingua degli [[Ebraismo|ebrei]]<ref>In [[Mein Kampf]], [[Adolf Hitler]] lo descrisse come uno strumento degli ebrei per sottomettere gli altri popoli, e quindi da sopprimere</ref> (infatti [[Ludwik Lejzer Zamenhof|Zamenhof]] era ebreo), ma anche nella [[Russia]] di [[Stalin]] (e più recentemente, nell'[[Iraq]] di [[Saddam Hussein]])<ref>{{cita web|url=http://www.sentierinliberta.it/backup/Esperanto.htm|titolo=Sentieri in libertà|accesso=18 giugno 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080621085259/http://www.sentierinliberta.it/backup/Esperanto.htm|dataarchivio=21 giugno 2008}}</ref>. Nel secondo dopoguerra (eccetto dove gli esperantisti erano ancora perseguitati) il movimento riprese vigore, ma subendo la forza a livello internazionale del francese prima e soprattutto dell'inglese poi, data la forza e l'influenza degli [[Stati Uniti d'America]] sulla scena internazionale.
 
Nel [[1954]] l'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]] alla sua Conferenza Generale che si tenne a [[Montevideo]], considerando i risultati raggiunti dall'esperanto nel campo degli interscambi intellettuali internazionali e per l'avvicinamento dei popoli del mondo, riconosceva che tali risultati rispondono ai suoi scopi e ideali. Nella stessa risoluzione l'UNESCO incarica il Direttore Generale di seguire l'evoluzione dell'utilizzo dell'esperanto nella scienza, nell'educazione e nella cultura, e a questo scopo di collaborare con l'[[Universala Esperanto-Asocio]] (la principale associazione che riconosce gli esperantisti) negli ambiti che interessano entrambe le associazioni<ref>{{cita web|url=http://www.satesperanto.org/Esperanto-Che-cos-e.html|titolo=Che cos'è l'esperanto?|accesso=17 giugno 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070821010337/http://www.satesperanto.org/Esperanto-Che-cos-e.html|dataarchivio=21 agosto 2007}} e in {{cita web|url=http://www.uea.org/info/angle/an_ghisdatigo.html|titolo=Sito dell'Universala Esperanto-Asocio|accesso=15 giugno 2008|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20120527013520/http://www.uea.org/info/angle/an_ghisdatigo.html|dataarchivio=27 maggio 2012}}</ref>. Sempre l'UnescoUNESCO si riespresse a favore dell'esperanto nel [[1985]] a [[Sofia]], dove a differenza di quanto dichiarato a Montevideo il testo ''raccomandava'' anche a organizzazioni non governative e agli Stati Membri di curare la diffusione della lingua internazionale<ref>{{cita web|url=http://unesdoc.unesco.org/images/0006/000684/068427e.pdf|titolo=Records of the General Conference. Twenty-third Session|accesso=24 giugno 08}} Lo stesso documento è stato stampato da Imprimerie des Presses Universitaires de France, [[Vendôme]], [[1986]]. ISBN 92-3-102403-5</ref>.
 
Nel [[1996]] a [[Praga]] fu pubblicato l'omonimo [[Manifesto di Praga|Manifesto]], che pone l'accento sui diritti linguistici che le politiche internazionali non rispetterebbero.
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{{vedi anche|Esperanto e Organizzazione delle Nazioni Unite|Esperanto ed Unione Europea|Esperanto e Chiesa cattolica}}
[[File:Flag of UNESCO.svg|thumb|Bandiera dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]], che più volte si è espressa a favore della lingua internazionale, come si può leggere nei ''[http://unesdoc.unesco.org/images/0006/000684/068427e.pdf Records of the General Conference]''.]]
* A partire dagli [[anni novanta]] nella [[CEE]] e attualmente nell'[[Unione europea|UE]] si discute per l'uso dell'esperanto negli organi europei, per risparmiare ingenti patrimonispese in traduzione, diminuire l'ambiguità delle leggi europee e non favorire i legali o i cittadini di alcun Paese discriminandone altri<ref>{{cita web|http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/05/06/istituita-una-commissione-per-esperanto-nelle.html|titolo=Istituita una commissione di esperanto nelle scuole. Repubblica — 6 maggio 1993, pag. 24, sezione: CRONACA|accesso=17 maggio 2008}}</ref>. Il problema dal punto di vista prettamente economico verte sul fatto che con l'attuale sistema si spende il 40% di bilancio in traduzioni per 23 lingue ufficiali, infatti un documento può essere redatto in una lingua qualsiasi e poi deve essere tradotto in tutte; una lingua di lavoro consentirebbe a ogni Paese di avere solo traduttori specializzati in tale lingua per la traduzione nella lingua locale. L'ultimo dei rapporti economici a proposito è dell'economista François Grin (tradotto in italiano col titolo "L'insegnamento delle lingue straniere come politica pubblica")<ref name=rapportoGrin>{{cita web|cognome=Grin|nome=François|url=http://cisad.adc.education.fr/hcee/documents/rapport_Grin.pdf|titolo=Il rapporto Grin (in francese)|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061010075147/http://cisad.adc.education.fr/hcee/documents/rapport_Grin.pdf|dataarchivio=10 ottobre 2006}}, edito in Italia con il titolo {{cita libro|titolo=L'insegnamento delle lingue straniere come politica pubblica|url=http://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/l%E2%80%99insegnamento-delle-lingue-straniere-come-politica-pubblica/5431148#detailsSection|editore=E.R.A.|ISBN=978-88-87595-00-0}} confronta i tre scenari: trilinguismo (supponendo francese, inglese e tedesco), tutto inglese, e l'esperanto, evidenziando e motivando i vantaggi della terza scelta dal punto di vista economico (favorevole anche a Inghilterra e Irlanda), culturale e di uguaglianza</ref>, docente all'[[Accademia di Ginevra]], che quantifica in 25 miliardi di Euro il risparmio annuale se l'esperanto fosse usato come lingua di lavoro, del quale si avvantaggerebbero anche Gran Bretagna e Irlanda (nonostante la sola Gran Bretagna guadagni grazie alla sua egemonia qualcosa come il 3% del [[Prodotto interno lordo|P. I.L.]] dell'UE<ref name=10minutiDi>{{cita web|titolo=10' di - puntata del 04 dic. 2009|url=http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-84f86582-e6c2-41fd-8505-6bcf2b4c5a0f.html?p=0}}</ref>). Il cosiddetto rapporto Grin è giunto a una conclusione favorevole all'esperanto confrontando tre scenari di lingue ufficiali: trilinguismo (supponendo francese, inglese e tedesco), tutto inglese, e l'esperanto; i punti presi in considerazione sono stati principalmente i risvolti economici, a seguire quelli didattici e le eventuali discriminazioni degli europei non parlanti la lingua o le lingue ufficiali. D'altra parte, l'[[Unione europea]] ''«non ritiene necessaria l'introduzione di un'unica lingua franca o un numero ridotto di lingue scelte arbitrariamente e incomprensibili alla maggioranza dei cittadini dell'Unione»''<ref name = PortaleLingueEuropa /> giustificando la mole di lavoro dovuta alle traduzioni considerando giusto che ogni Paese membro possa prendere conoscenza degli atti legislativi nella propria lingua direttamente tradotti dagli organi europei<ref>{{cita web|url=http://europa.eu/languages/it/chapter/16|titolo=Portale Lingue di Europa-Interpretazione|accesso=12 dicembre 2009}}</ref> piuttosto che ottenerli nell'unica o poche lingue di lavoro e tradurli nella propria. Altri invece criticano tale multilinguismo sostenendo che sia solo di facciata e nasconderebbe una politica che in realtà porterebbe al solo inglese o poche lingue<ref name= oligarchiaTrilingue />.
* Nel febbraio [[2010]] otto parlamentari britannici propongono l'Associazione Mondiale di Esperanto come candidata al [[Premio Nobel per la pace]]<ref>{{cita web|url=http://www.blogpolitica.it/2010/02/14/premio-nobel-per-la-pace-allassociazione-mondiale-di-esperanto-secondo-otto-parlamentari-britannici/|titolo=Premio Nobel per la Pace all'Associazione Mondiale di Esperanto secondo otto parlamentari britannici|accesso=19 febbraio 2010|urlmorto=sì}}</ref>, fatto ritenuto molto incoraggiante proprio per la nazione dal quale proviene. Già nel [[2007]] dei parlamentari svizzeri avevano candidato l'[[Associazione Universale Esperanto]] (UEA) al premio Nobel per la pace, per le iniziative umanitarie<ref>{{cita web|url=http://www.kontakto.info/Parlamentari_svizzeri_propongono_il_Premio_Nobel_per_la_Pace_per_la_Associazione_Universale_di_Esperanto_UEA.html|titolo=Parlamentari svizzeri propongono il Premio Nobel per la Pace per la Associazione Universale di Esperanto (UEA)|accesso=19 febbraio 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080827190752/http://www.kontakto.info/Parlamentari_svizzeri_propongono_il_Premio_Nobel_per_la_Pace_per_la_Associazione_Universale_di_Esperanto_UEA.html|dataarchivio=27 agosto 2008}}</ref>.
* Nel [[1993]] fu istituita una commissione per l'esperanto nelle scuole italiane, affinché i giovani, dopo uno studio di questa lingua, potessero imparare con maggiore dimestichezza le lingue straniere. Nel [[1995]] una circolare fu mandata attraverso il [[Bollettino Ufficiale della Pubblica Istruzione]], con la diffusione del documento conclusivo della Commissione sull'esperanto, contenente i risultati di numerosi studi, italiani e stranieri sulla valenza propedeutica dell'esperanto nell'apprendimento delle lingue straniere<ref name = bollettinoUfficiale />.
* Le varie associazioni esperantiste organizzano spesso convegni e incontri ludico-culturali di vario genere. I viaggi per partecipare a tali attività all'estero possono avvantaggiarsi della possibilità di essere ospitati da altri esperantisti, minimizzando le spese di vitto e alloggio<ref>{{cita web|url=http://www.ilquotidiano.it/articoli/2007/05/6/71761/lucas-vignoli-reis-giovane-brasiliano-studente-di-fisica-discutera-di-musica-e-cultura-brasiliana|titolo=Il quotidiano.it|accesso=18 maggio 2008}}</ref>.
* La Chiesa cattolica ha tradotto il [[messale]] in esperanto. Inoltre da anni i [[papa|papi]] danno gli auguri di [[Natale]] e [[Pasqua]] in esperanto, come penultima lingua prima del [[Lingua latina|latino]] in occasione del tradizionale [[Urbi et orbi]]<ref>{{cita web|url=http://www.toscanaoggi.it/news.php?IDNews=12820&IDCategoria=208|titolo=Toscana oggi|accesso=23 ottobre 2008}}</ref>. Una volta al mese viene inoltre celebrata la Santa Messa in esperanto presso la [[Chiesa di San Tomaso in Terramara|Chiesa di San Tomaso]] di Milano.<ref>{{cita web|url=http://www.wwt-agenzia-traduzioni.it/leggi-i-nostri-articoli/lingue/esperanto-185|titolo=Santa Messa mensile|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150721032824/http://www.wwt-agenzia-traduzioni.it/leggi-i-nostri-articoli/lingue/esperanto-185|dataarchivio=21 luglio 2015}}</ref>.
* L'esperanto è presente nei totem per prenotare il turno di accesso agli sportelli della [[Agenzia delle Entrate]] insieme all'[[lingua italiana|italiano]] e a 4 altre lingue ([[lingua francese|francese]], [[lingua inglese|inglese]], [[lingua slovena|sloveno]] e [[lingua tedesca|tedesco]])<ref>{{cita web|url=http://iej.esperanto.it/nsir/arkivo.php?numero=582&lingvo=it|titolo=NSiR}}</ref>
 
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{{vedi anche|Film in esperanto}}
[[File:1963 angoroj fotita de jacques mahe.jpg|thumb|Angoroj (foto di Jacques Mahe)]]
Sinora sono stati realizzati due [[Film in esperanto|lungometraggi in esperanto]]. Il primo è un film poliziesco di produzione [[Francia|francese]] del [[1964]]: [[Angoroj]] (''Angosce''), diretto da [[Jacques-Louis Mahé]]. In seguito al fiasco commerciale del film, Mahé cadde in depressione e ne distrusse quasi tutte le copie. Se ne salvarono solo due, oggi detenute da due associazioni esperantiste, e l'originale recuperata dalla cooperativa culturale esperantista [[LF-koop]] che ha riedito il filmato nel [[1991]]<ref>{{cita web|url=http://www.youtube.com/watch?v=I_SgfyK1tj8|titolo=Estratto su YouTube con l'introduzione e la sigla del film "Angosce"}} - su concessione della [[LF-koop]]</ref>. Il secondo lungometraggio è ''[[Incubus (film 1965)|Incubus]]'', un film d'orrore americano del [[1965]] realizzato da [[Leslie Stevens]] e interpretato, tra gli altri, da [[William Shatner]]. Anche questo rischiò di andare perduto in seguito a un incendio che ne distrusse anche l'originale. Ne fu trovata una copia sottotitolata in francese alla [[cinémathèque française|''cinémathèque française'',]], che ne permise la redistribuzione. La scelta dell'esperanto per questo film è stata squisitamente artistica, perché il regista voleva creare un'atmosfera particolare, e ne ha proibito qualsiasi doppiaggio.
Nel [[2011]] esce il documentario sull'esperanto "[[La lingua universale (documentario)|La lingua universale]]" (''The universal language/La universala lingvo'') del documentarista statunitense candidato al [[Premio Oscar]] [[Sam Green]], con interviste in inglese ed esperanto e sottotitoli in ben 16 lingue<ref>Sito di Sam Green, {{collegamento interrotto|1=[http://samgreen.to/theuniversallanguage in inglese] |date=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }} e {{collegamento interrotto|1=[http://samgreen.to/launiversalalingvo in esperanto] |date=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
 
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* [[Lev Nikolaevič Tolstoj]]<ref>Tolstoj scrisse (nel 1894): «La facilità del suo studio è così grande che, avendo ricevuto sei anni fa una grammatica, un vocabolario e gli articoli scritti in questa lingua, dopo poco più di due ore potevo, se non scrivere, almeno leggere liberamente in questa lingua». Citazione riportata da: [[Roman Dobrzyński]], Via Zamenhof, creatore dell'Esperanto. Conversazione con Louis Christophe Zaleski-Zamenhof, Giuntina. (dettagli in bibliografia)</ref><ref name="CorriereEO">{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/novembre/27/Esperanto_Jes_dankon_grazie_Chi_co_7_041127044.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110922145122/http://archiviostorico.corriere.it/2004/novembre/27/Esperanto_Jes_dankon_grazie_Chi_co_7_041127044.shtml|titolo=Esperanto «Jes, dankon» (sì, grazie) Chi vuole una lingua per tutti?|editore=[[Corriere della Sera|Corriere.it]]|data=27 novembre 2004|autore=[[Filippo Poletti|Poletti Filippo]], [[Marta Ghezzi|Ghezzi Marta]]|pagina=57|accesso=11 luglio 2011|urlmorto=sì|dataarchivio=22 settembre 2011}}</ref>
* [[Enzo Biagi]]
* [[Stefano La Colla]], -paleografo ed esperantista
* [[Umberto Eco]]<ref>La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea, [[Umberto Eco]]. Ed. Laterza, Roma-Bari, 1993, Fare l'Europa, ISBN 88-420-4287-0</ref><ref>Intervista a Umberto Eco alla rivista "L'esperanto" 9/1993, pagg. 22, 23 dichiarò: «Si è insegnato l'esperanto in pessime condizioni durante qualche decennio, ed ecco che degli esseri umani si amano in esperanto. Si è insegnato il latino per secoli, in modo molto intensivo, ma potete essere certi che anche un prete e una religiosa, se fanno l'amore, non l'useranno in tale circostanza. Tirate voi stessi le conclusioni!»</ref>
* [[Edmondo De Amicis]]