Bolscevismo: differenze tra le versioni

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{{Tripla immagine|destra|Vladimir Ilyich Ulyanov-Lenin.jpg|151|A A Bogdanov.jpg|145|Krasin.jpg|150|[[Lenin]], [[Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov|Bogdanov]] e [[Leonid Borisovič Krasin|Krasin]] costituirono la [[Troika (triumvirato)|trojka]] dirigenziale bolscevica nel periodo [[1905]]-[[1907]]}}
 
Tra i bolscevichi scoppiò profondo dissenso tra i principali leader della [[Troika (triumvirato)|trojka]] che tra il [[1905]] e il [[1907]] aveva supervisionato l'attività della frazione: Lenin, [[Leonid Krasin|Krasin]] e [[Aleksandr Bogdanov|Bogdanov]].<ref name=leb1114>{{cita|Le Blanc|p. 114}}.</ref> In particolare quest'ultimo, appoggiato anche da Krasin e da quello che, dal giornale ''Vperëd'', fu detto il gruppo dei "vperiodisti", sosteneva posizioni cosiddette di "ultrasinistra", incentrate sul dare priorità all'attività illegale del partito e all'azione militare.<ref name=leb115117>{{cita|Le Blanc|pp. 115-117}}.</ref> Lenin, che trovò il supporto di [[Lev Kamenev|Kamenev]], [[Grigorij Zinov'ev|Zinov'ev]], [[Aleksej Rykov|Rykov]], [[Michail Tomskij|Tomskij]] e della maggioranza della frazione,<ref name=leb120>{{cita|Le Blanc|p. 120}}.</ref> riteneva invece fondamentale, dopo la sconfitta rivoluzionaria, che il partito rimanesse legato alla massa operaia: a questo scopo era necessario non limitarsi all'attività clandestina ma partecipare a quella dei sindacati e a quella parlamentare nella [[Duma di Stato (Impero russo)|Duma di Stato]], che per Bogdanov si doveva boicottare come fatto nel [[1905]].<ref name=leb115118>{{cita|Le Blanc|p. 115-118}}.</ref>
 
La fazione radicale di Bogdanov, appoggiato dalla maggioranza del partito fra cui [[Anatolij Lunačarskij|Lunačarskij]] e [[Grigorij Aleksinskij|Aleksinskij]], ebbe inizialmente successo, ottenendo il consenso degli operai, che conseguentemente aderirono al boicottaggio per concentrarsi sull'insurrezione<ref name=Scherrer499>{{cita|Scherrer|pp. 498-499}}.</ref>. In questo modo Bogdanov si trovò di fatto, seppur per un breve periodo, a capo del movimento bolscevico. Il successo politico di Bogdanov fu però di breve durata, infatti la prospettiva di una nuova insurrezione svanì<ref name=Scherrer499/>.
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La disputa fra Lenin e Bogdanov, che non si limitò a divergenze tattiche ma si estendeva sul piano strategico, su quello politico-programmatico e su quello teorico e filosofico, portò nel 1909 all'estromissione di Krasin e Bogdanov dal Centro bolscevico, che era stato istituito nel [[1907]] per coordinare l'attività della frazione; e alla dichiarazione, da parte della conferenza del giornale ''Proletarii'', della dissociazione della corrente dalle posizioni di Bogdanov, che, non accettando tali conclusioni, venne infine espulso dalla frazione bolscevica.<ref name=leb120/>
 
Nel conflitto fra Lenin e Bogdanov ebbero grande importanza le scuole di partito. Appena dopo l'espulsione dalla corrente bolscevica, [[Aleksandr Bogdanov|Bogdanov]], con l'aiuto di [[Maksim Gor'kij|Gor'kij]] e [[Anatolij Lunačarskij|Lunačarskij]], fondò la "scuola superiore socialdemocratica di agitazione" a [[Capri (Italia)|Capri]], che operò dall'agosto al dicembre [[1909]].<ref name=Scherrer512>{{cita|Scherrer|pp. 512-513}}.</ref> Per attrarre gli allievi alla sua corrente, Lenin aprì allora nell'estate [[1911]] la scuola di [[Longjumeau]], vicino a [[Parigi]]. Nel novembre dello stesso anno Bogdanov fondò la scuola di [[Bologna]], che fu attiva fino al marzo successivo.<ref name=Scherrer512/>
 
Nel frattempo anche tra i menscevichi si erano delineate diverse tendenze, tra cui quella dei cosiddetti "liquidatori", che puntavano allo scioglimento del partito illegale per spostarsi a operare in organizzazioni legali.<ref name=Zasl22/>
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[[File:Lenin Tauride Palace.jpg|thumb|left|upright=1.1|[[Lenin]] espone le ''[[Tesi di aprile]]'' presso il [[Palazzo di Tauride]], sede del [[Soviet]] di [[Pietroburgo]]]]
 
Essendo i vertici di stanza all'estero, l'attività dei bolscevichi in Russia, propangandata in particolare tramite i giornali ''Zvezda'' e ''[[Pravda]]'', era organizzata dalla frazione alla Duma<ref name=Zasl22/> e dall'Ufficio russo.<ref name=1carr64/> Il partito conquistò ampio consenso soprattutto tra i quadri operai delle città,<ref>{{cita|Vercammen|p. 17}}.</ref> ma fu poco dopo oggetto di una violenta repressione seguita allo scoppio della [[Prima guerra mondiale]].<ref name=Zasl23>{{cita|Korgunjuk, Zaslavskij|p. 23}}.</ref> Molti dirigenti, tra cui [[Lev Kamenev|Kamenev]] e tutti i deputati, furono deportati in [[Siberia]], dove già erano stati esiliati [[Grigorij Konstantinovič Ordžonikidze|Ordžonikidze]], [[Stalin]] e [[Jakov Michajlovič Sverdlov|Sverdlov]]. L'Ufficio russo non riuscì ad operare per 18 mesi, per poi venire ricostituito tra la primavera e l'estate del [[1916]] da [[Aleksandr Gavrilovič Šljapnikov|Šljapnikov]] su incarico di Lenin.<ref>{{cita|Carr|pp. 67-68}}.</ref>
 
Con la [[Rivoluzione di febbraio]] del [[1917]], che depose lo [[zar di Russia|zar]], il partito poté emergere dall'illegalità.<ref name=bez148149>{{cita|Bezborodov, Eliseeva|pp. 148-149}}.</ref> Inizialmente la linea prevalente tra i bolscevichi fu quella di [[Lev Kamenev|Kamenev]] e [[Stalin]], rientrati dalla Siberia, che cercavano la collaborazione con le altre forze rivoluzionarie,<ref>{{cita|Trockij 1969¹|p. 316}}.</ref><ref>{{cita|Eliseev|p. 16}}.</ref> ma un netto cambiamento si ebbe nella posizione del partito dopo il ritorno di Lenin dall'esilio in [[Svizzera]]. Le sue [[Tesi di aprile]], dapprima accolte in modo scettico e fortemente critico,<ref>{{cita|Trockij 1969¹|pp.328-329}}</ref> guadagnarono sempre più consenso, fino a venire approvate a larga maggioranza nell'ambito della [[VII Conferenza del POSDR(b)|Conferenza di aprile]], svoltasi a [[Pietrogrado]] nella primavera del [[1917]], durante la quale venne anche ufficializzata la nascita del "[[Partito Operaio Socialdemocratico Russo (bolscevico)]]".<ref name=bez148149/> Da quel momento il partito si pose l'obiettivo di trasformare la rivoluzione borghese in atto in una rivoluzione socialista, negando ogni sostegno al [[Governo provvisorio russo|governo provvisorio]].<ref>{{cita|Orlov et al.|p. 333}}.</ref><ref>{{cita|Smith|p. 125}}.</ref>