Prima lettera ai Corinzi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: spazio dopo segni di punteggiatura
Giuliano56 (discussione | contributi)
m →‎Scopo e destinatari: Il plurale di Corinzio è "Corinzi", non Corinti
Riga 58:
=== Scopo e destinatari ===
[[File:Irish Verse in Codex Boernerianus.JPG|thumb|Alcuni versetti del capitolo 2 e 3 della prima lettera ai Corinti nel [[Codex Boernerianus]], conservato presso la [[SLUB]], (Sächsische Landesbibliothek) di [[Dresda]]]]
Al tempo della composizione della lettera di Paolo ai CorintiCorinzi, nella folta comunità cristiana corinzia esistevano diversi problemi di natura spirituale.
 
Lo scopo della lettera era evidenziare tali problemi discutendoli con un punto di vista cristiano e trovare la giusta soluzione. Paolo conosceva Corinto come città pagana e liberale<ref>[http://www.ccel.org/bible/phillips/CN240CORONE.htm#contents Paul's First Letter to the Corinthians]</ref>. Falsi maestri e stoltezza della sapienza del mondo, divisioni, immoralità sessuale e cattive compagnie, Ebrei e Gentili, idolatria e matrimonio sono i più importanti temi trattati dalla lettera con il capitolo 13 che mette in evidenza come tema dominante ''l'amore basato sul principio'' che travalica ogni conoscenza ed adempie la fede. ''L'amore non viene mai meno'' ({{passo biblico|1Cor|13,8}}) ed è l'amore che rappresenta nella scala dei valori cristiani, la massima espressione del cristianesimo ({{passo biblico|1Cor|13,13}}).
Riga 65:
 
=== Scrittore, autenticità e canone ===
L'autenticità delle due lettere ai CorintiCorinzi e l'attribuzione di questi scritti a Paolo, è fuori di ogni ragionevole dubbio.<ref>"Sia l'evidenza esterna che quella interna, contiene elementi di prova così forti che dimostrano la paternità paolina, tanto che, coloro che tentano di dimostrare che l'apostolo [Paolo] non è stato lo scrittore, riescono a dimostrare soprattutto la loro incompetenza come critici" - Robertson and Plummer, I Corinthians (ICC), xvi [http://bible.org/seriespage/1-corinthians-introduction-argument-and-outline#P14_567]</ref><ref>[[Ferdinand Christian Baur]] teologo tedesco e leader della [[scuola di Tubinga|scuola esegetica di Tubinga]] attribuì a Paolo la paternità delle lettere ai Corinti. A suo avviso non vi era nessuna concepibile ragione da parte di critici di nutrire alcun dubbio.[http://bible.org/seriespage/1-corinthians-introduction-argument-and-outline#P22_1845]</ref> La [[Canone della Bibbia|canonicità]] delle due lettere infatti fu accettata dai primi cristiani che la inclusero nelle loro collezioni.
 
Nella lettera chiamata ''I Clemente'',<ref>Lo studioso Daniel B. Wallace lo identifica in [[Papa Clemente I|Clemente Romano]][http://bible.org/seriespage/1-corinthians-introduction-argument-and-outline#P22_1845]</ref> scritta da Roma ai CorintiCorinzi e del 95 circa, lo scrittore invita i destinatari a: ''riprendere l'epistola del benedetto Paolo apostolo''<ref>[http://archive.org/stream/interpretersbibl028041mbp/interpretersbibl028041mbp_djvu.txt ''The Interpreter's Bible'', 1944, Volume 10, pag. 13]</ref> La prima lettera ai Corinti, inoltre è citata da [[Tertulliano]], [[Ireneo di Lione]], [[Giustino (filosofo)|Giustino]], [[Clemente Alessandrino]], [[Basilide di Alessandria]], [[Atenagora di Atene]], [[Policarpo di Smirne]] e [[Ignazio di Antiochia]].<ref>[http://bible.org/seriespage/1-corinthians-introduction-argument-and-outline#P22_1845 ''1 Corinthians: Introduction, Argument, and Outline'' di Daniel Baird Wallace, professor of New Testament Studies at Dallas Theological Seminar]</ref>
''Una collezione'' delle due lettere di Paolo a CorintiCorinzi insieme alle altre sue lettere, secondo alcuni studiosi: ''fu formato e pubblicato nell'ultimo decennio del primo secolo''<ref>[http://www.librarything.com/series/The+New+Interpreter%27s+Bible ''The Interpreter's Bible'', 1944, Volume 9, pag. 456]</ref>.
 
Una prova che Paolo scrisse da Efeso la sua prima lettera ai CorintiCorinzi è ''intrinseca'' alla stessa sua epistola, infatti in I CorintiCorinzi 16,8 Paolo dichiara: "Ma ''rimarrò'' ad Efeso fino alla [[Pentecoste|festa della Pentecoste]]".({{passo biblico|1Cor|16,8}})
 
== Composizione ==
Riga 77:
 
=== Struttura e contenuto ===
[[File:Artgate Fondazione Cariplo - Grassi Nicola, S. Paolo apostolo.jpg|thumb|upright=0.8|left|Paolo scrittore della prima lettera ai CorintiCorinzi - di [[Nicolò Grassi]] - [[Collezioni d'arte della Fondazione Cariplo]]]]
La lettera è una delle più lunghe fra quelle scritte da Paolo, paragonabile a quella dei [[Lettera ai Romani|Romani]], ambedue infatti furono suddivise in 16 capitoli. I temi affrontati dalla lettera sono molteplici, ma nonostante tutto, alcuni studiosi pensano che l'intera lettera possa essere suddivisa in uno schema che contenga 7 argomenti principali.<ref>Suddivisione secondo NET Bible [http://www.bible.org/page.asp?page_id=1200#P95_28390 NET Bible.org]</ref><ref>''Robertson e Plummer, I Corinzi [ICC], xxvi-xxvii'', fa notare che la suddivisione poteva anche essere organizzata in base alla ''scaletta'' delle fonti di informazioni ricevute da Paolo</ref> Questi sono:
 
'''I.''' Saluti accorati ed incoraggianti di Paolo e [[Sostene da Corinto|Sostene]] ai CorintiCorinzi - ({{passo biblico|1Cor|1,1-3}})
* Paolo ''chiamato ad essere apostolo'' si rivolge ai CorintiCorinzi ''santificati'' mettendo in risalto che tale santificazione non appartiene solo a loro, ma a ''tutti quelli che in ogni luogo'' invocano il nome di Gesù Cristo. Quindi enfasi su un messaggio cristiano universale e non prerogativa di un unico popolo.
'''II.''' Invocazione di ringraziamento a Dio per i doni spirituali presenti nella chiesa di Corinto - ({{passo biblico|1Cor|1,4-9}})
* Nonostante conosca molto bene i problemi della chiesa di Corinto, Paolo non inizia la sua lettera con l'evidenziare i problemi, ma parlando dei punti positivi e lodando le buone qualità di quella chiesa. Quindi ringrazia Dio stesso perché quei corinzi erano stati ''arricchiti in Cristo nella piena capacità di parlare e nella conoscenza''.
'''III.''' Divisione nella chiesa di Corinto - ({{passo biblico|1Cor|1,10-4,21}})
* Paolo evidenzia il motivo principale di divisione che consiste nel fatto che componenti della chiesa corinzia, così come gli era stato riferito da cristiani della casa di Cloe, volevano stabilire la loro ''appartenenza '' cristiana, chi al cristiano Apollo, chi allo stesso Paolo, e chi a Cristo. Il risultato era una chiesa divisa, un ''Cristo diviso ''. Anziché essere compiaciuto, Paolo non si attribuisce nessun merito a parte quello di semplice ''collaboratore'' di Cristo, e quindi fa ragionare i CorintiCorinzi osservando che non era stato 'Paolo' ad essere stato ''sacrificato per loro ''(ma Cristo), e che loro non erano stati certo battezzati ''nel nome'' di Paolo (ma di Cristo). I CorintiCorinzi avevano anche una visione sbagliata di ciò che Dio reputava ''sapienza''. Dio non scelse molti ''sapienti'', anzi il mondo per mezzo della propria sapienza ''non ha conosciuto Dio'', solo ''Cristo è sapienza di Dio''.
* L'incoraggiamento di Paolo quindi è quello di guardare più all'''uomo spirituale'' che a ''quello fisico'' e di ''assumere la mente di Cristo'', unico fondamento del tempio di Dio di cui i Corinzi stessi facevano parte. Via quindi qualsiasi ''seduzione mentale'' e i ragionamenti capziosi di appartenenza a chichessia, se non proprio a Cristo, ricordando che ''la sapienza di questo mondo era da considerarsi stoltezza presso Dio''.
* Inoltre ''nessuno giudichi''. Lui stesso è divenuto l'esempio, insieme al cristiano Apollo, di ''subordinato fedele a Cristo'' e ''spettacolo teatrale'' per tutti gli uomini e gli stessi angeli. I CorintiCorinzi potevano considerarsi privilegiati rispetto agli apostoli che soffrivano per i maltrattamenti dei non credenti. Sofferenza che nonostante tutto veniva sopportata con fede: ''quando siamo oltraggiati, benediciamo e quando siamo perseguitati, sopportiamo''. Quindi Paolo dichiara che non per denigrare egli scrive, infatti : ''scrivo queste cose non per farvi vergognare, ma per ammonirvi come figli diletti''. Alcuni si erano '' gonfiati'' e Paolo ammonisce: ''Che volete? Devo venire da voi con una verga (di disciplina) o con amore e mitezza di spirito?''. Un chiaro invito a cambiare condotta prima del suo arrivo fisico nella chiesa di Corinto.
'''IV.''' L'immoralità e ''la giustizia degli uomini'' a Corinto - ({{passo biblico|1Cor|5,1-6,20}})
* Disciplina per un fratello immorale. Paolo rileva un associato alla chiesa di Corinto che ''convive con la moglie di suo padre''. Il problema non era solo il peccato di costui, ma il fatto che i Corinzi si erano assopiti a una tal condizione peccaminosa, da vantarsene. Paolo corregge questa mentalità distorta il comando è ''Togliete il malvagio di mezzo a voi''! Quell'uomo andava rimosso dalla chiesa di Corinto perché rappresentava un'' lievito di corruzione'', e ricorda :''Non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta?'' Il comando era chiaro, questo uomo apparteneva ad una categoria di peccatori per cui era previsto cristianamente l'allontanamento dalla chiesa, non mangiando nemmeno insieme: ''Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è impudico o avaro o idolàtra o maldicente o ubriacone o ladro; con questi tali non dovete neanche mangiare insieme. ''
Riga 97:
* Libertà e tatto cristiano, conoscenza e coscienza. La libertà cristiana non deve rappresentare una pietra di inciampo per quei cristiani che hanno una coscienza debole. Per dare enfasi sull'importanza di esercitare la propria libertà in vista dell'edificazione dei propri fratelli, Paolo scrive: ''Perciò, se un cibo scandalizza mio fratello, non mangerò mai più carne, per non scandalizzare mio fratello''. La libertà cristiana ha quindi limiti ed è subordinata agli effetti che produce sui fratelli di fede.
* Paolo fa un'ampia difesa del suo apostolato dimostrando un adattamento a molteplici situazioni: ''Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero;con i Giudei, mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge. Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni. E faccio tutto per il vangelo, al fine di esserne partecipe insieme ad altri.''
* Regole della corsa cristiana. I CorintiCorinzi ben sapevano cosa rappresentassero le corse e le altre gare in uno stadio. A Corinto si disputavano i [[giochi istmici]] secondi in Grecia, solo alle Olimpiadi. Ecco quindi che Paolo sfrutta questa loro conoscenza per fare delle illustrazioni e similitudini: ''Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile.'' E ancora : ''Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.''
* Dopo aver invitato i CorintiCorinzi a ''non essere mormoratori'' come gli Israeliti nel deserto, l'apostolo Paolo affronta il tema dell'idolatria e conclude: ''Voi non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni.'' E ancora ''Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio''. Quindi scrive del ruolo dell'uomo e della donna nella chiesa cristiana e ancora spiega il significato della rappresentazione della cena del Signore, soffermandosi infine sulla varietà dei doni spirituali che Dio ha concesso alla chiesa primitiva : ''Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune. Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.''
* La chiesa viene quindi paragonata ad un corpo con molte membra dove tutte sono parimenti importanti. Esiste una similitudine fra un corpo carnale e membri di una chiesa in cui non ci dovrebbero essere divisioni : Tutti dovrebbero concorrere allo stesso scopo e alla stessa meta: ''ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre. Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.''
* Le opere dell'amore. Il cristiano per operare sia nel mondo che con i propri fratelli di fede, deve dimostrare la qualità più importante, ossia l'amore: ''Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla.'' E come si manifesta tale amore? Paolo si sofferma dimostrando quali sono i campi di azione dell'amore: ''L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.'' L'amore non verrà mai meno, assicura l'apostolo e conclude osservando che tra le cose durature, l'amore è la qualità principale: ''Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore''.
'''VI.''' La Resurrezione - ({{passo biblico|1Cor|15,1-58}})
[[File:Signorelli Resurrection.jpg|left|thumb|[[Resurrezione della carne]] (circa [[1500]]) di [[Luca Signorelli]] - basata su 1 CorintiCorinzi 15:52,:'' in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati'' [[Cappella di San Brizio]], [[Duomo di Orvieto]]]]
* Paolo in questo capitolo affrontando il tema principale della resurrezione, menziona il suo cruccio ricorrente in molti altri suoi scritti: ha perseguitato la chiesa di Cristo (quando era ancora Saulo) e si sente l'ultimo degli apostoli, anche se l'immeritata benignità di Dio gli permette di essere ora al Suo servizio. Il capitolo inizia con una dichiarazione sulla ''certezza'' che Cristo è risuscitato dai morti. Il motivo di questa dichiarazione riguardava un ulteriore problema della chiesa di Corinto: ''se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste resurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato!''. Fede e riscatto del sangue versato da Cristo erano quindi inutili? E coloro che morirono per testimoniare Cristo, se la resurrezione non esiste, morirono per quale motivo? La verità è (qui Paolo enuncia il tema principale del riscatto provveduto dalla morte e resurrezione di Cristo) che: ''Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni ''finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi''. L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, perché ''ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi''. Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.''
* ''Se i morti non risorgono, ''mangiamo e beviamo, perché domani moriremo''. Quello appena annunciato poteva essere solo un insegnamento sbagliato ''di cattivi maestri'' che erano nella chiesa i cui ''predicatori'', rappresentavano di fatto, ''una cattiva compagnia'' di cui Paolo consiglia di fare a meno: ''Non lasciatevi ingannare: «Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi». Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.''
* L'insegnamento cristiano sulla resurrezione era diverso: ''Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.'' e ancora: ''vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità. Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura'': ''La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?'', spiegando che: ''Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge''. Avevano bisogno di fare molto attenzione agli insegnamenti non cristiani di questi falsi maestri, avevano bisogno di essere desti e saldi con una fede incrollabile che si concretizzava nell'opera di Cristo. L'esortazione è: ''Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore''
'''VII.''' Conclusione della lettera - ({{passo biblico|1Cor|16,1-24}})
* Molti erano i problemi della chiesa di Corinto, e Paolo in questa lettera li ha affrontati tutti, senza edulcorare minimamente i toni che sono stati decisi da una parte, ma altrettanto amorevoli ed affettuosi dall'altra. La chiesa di Corinto gli è cara, e in questa ultima parte della lettera istruzioni ed esortazioni dimostrano questo grande effetto. Ai CorintiCorinzi ricorda che quando arriverà da loro, dopo il suo viaggio in Macedonia: ''ma da voi forse mi fermerò alquanto, o ci trascorrerò addirittura l'inverno, affinché voi mi facciate proseguire per dove mi recherò. Perché, questa volta, non voglio vedervi di passaggio; anzi spero di fermarmi qualche tempo da voi, se il Signore lo permette''.
* Ricorda, come aveva fatto per la chiesa dei Galati, la colletta per ''i santi'', una colletta volontaria secondo le ''prosperità concesse'' ad ogni singolo membro della comunità cristiana. Si tratterrà ancora ad Efeso, dove c'era da fare un gran lavoro di evangelizzazione nonostante l'esistenza di molti oppositori. Si preoccupa quindi di Timoteo e di Apollo, due zelanti cristiani che probabilmente sarebbero andati in tempi diversi a Corinto: ''Ora se viene Timoteo, guardate che stia fra voi senza timore, perché lavora nell'opera del Signore come faccio anch'io. ''Nessuno dunque lo disprezzi; ma fatelo proseguire in pace, perché venga da me; poiché io l'aspetto con i fratelli. Quanto al fratello Apollo, io l'ho molto esortato a recarsi da voi con i fratelli; ma egli non ha alcuna intenzione di farlo adesso; verrà però quando ne avrà l'opportunità.'' Raccomanda inoltre l'apprezzamento per cristiani fedeli come Stefana e la sua famiglia, Fortunato e Acaico. quindi la raccomandazione a vegliare e rimanere fermi nella fede: ''Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, fortificatevi. Tra voi si faccia ogni cosa con amore.''
* Quindi si accomiata dai CorintiCorinzi con il suo saluto, con il saluto di tutte le chiese dell'Asia, con quello di Aquila e Priscilla e quello dei fratelli cristiani di Efeso, oltre all'invito di salutarsi reciprocamente con un santo bacio. Chiude la lettera l'appello di mostrare tutti amore per il Signore : ''Le chiese dell'Asia vi salutano. Aquila e Prisca, con la chiesa che è in casa loro, vi salutano molto nel Signore. Tutti i fratelli vi salutano. Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio. Il saluto è di mia propria mano: di me, Paolo. Se qualcuno non ama il Signore, sia anatema. ''Marana tha''. La grazia del Signore Gesù sia con voi. Il mio amore è con tutti voi in Cristo Gesù.''
 
== Contenuto teologico e utilità della lettera ==
Riga 117:
Una prima importante evidenza di questa lettera di Paolo, dimostra che i cristiani del primo secolo, nonostante fossero vissuti fianco a fianco con personaggi principali del cristianesimo primitivo subendone la loro forte influenza, non erano immuni dal commettere errori<ref>[http://www.ccel.org/bible/phillips/CN240CORONE.htm#contents Vedi: According to Some Modern Scholarship]</ref>.
 
L'ambiente pagano e immorale della città esercitava forti pressioni sulla purezza della comunità, inoltre come fa notare Daniel Baird Wallace, professore di Studi del [[Nuovo Testamento]] al ''Dallas Theological Seminary'', ''i CorintiCorinzi avevano una percezione sbagliata del messaggio cristiano ({{passo biblico|1Cor|1,18-3,4}}) in termini di "sapienza." La loro cultura pagana aveva plasmato negativamente la comprensione di saggezza (dovuta, senza dubbio, all'influenza della filosofia greca ({{passo biblico|1Cor|1,20}}))''<ref name="corinthians" />.
 
Come asserisce un dizionario biblico, questa lettera dimostra che, la convinzione di alcuni secondo cui ''la chiesa apostolica fosse in condizioni eccezionali di santità di vita o di purezza della dottrina '', non corrisponde a verità.<ref name="2corinthians" />
Riga 130:
== Bibliografia in italiano ==
* Mary Ann Getty, ''Lettere ai Corinzi'', Brescia, Queriniana, 1993, pagg. 21-116.
* [[Rinaldo Fabris]], [http://books.google.it/books?id=jbl6zSrpk84C&pg=PA132&lpg=PA132&dq=Libro+dei+Corinzi&source=bl&ots=W1yeFcBmU4&sig=DGH5VSXzCd3X88khbhX8ha66dnU&hl=it&sa=X&ei=yjpgUamYGMnS4QSOlIGgCA&ved=0CFEQ6AEwBg#v=onepage&q=Libro%20dei%20Corinzi&f=false ''Prima lettera ai Corinti''], a cura di [[Gianantonio Borgonovo]], Cinisello Balsamo, Paoline Editoriale libri, 1999 (2 ed.). ISBN 978-88-315-1823-9
* Carmelo Pellegrino, [http://books.google.it/books?id=JrkOpG8AI_kC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Paolo, servo di Cristo e padre dei Corinzi, Analisi retorica-letteraria di 1 Corinti 4''], Roma, Editrice Pontificia, 2006.
* [[Gianfranco Ravasi]], ''Lettere ai corinzi. Cinque conferenze tenute al Centro culturale S. Fedele di Milano'', Bologna, Dehoniane, 1992, ISBN 978-88-10-98158-0