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Nell'aprile [[1943]] i tedeschi cominciarono a deportare gli ebrei rimasti dal [[Ghetto di Varsavia]], provocando la [[Rivolta del ghetto di Varsavia]], dal 19 aprile al 16 maggio. Quella fu la prima sollevazione armata contro i tedeschi in Polonia, e prefigurò la più grossa [[Rivolta di Varsavia]] del [[1944]].
 
Nel luglio [[1944]], mentre le forze armate sovietiche si avvicinavano a Varsavia, il governo in esilio sollecitò una rivolta nella città, di modo da poter tornare in una Varsavia liberata e prevenire una presa di potere dei comunisti. L'AK, guidato da [[Tadeusz Komorowski]], lanciò la [[Rivolta di Varsavia]] il 1º agosto in risposta al suo governo e anche alle promesse di aiuto dei sovietici e degli alleati. Comunque, il supporto sovietico non arrivò mai, anche se l'[[Armata Rossa]] era a meno di 30 km di distanza, e il rifiuto sovietico di concedere le proprie basi aeree agli apparecchi britannici e statunitensi prevenne qualsiasi possibilità di supporto aereo o rifornimento agli insorti da parte degli alleati occidentali. Dopo 63 giorni di combattimenti i capi della rivolta si accordarono per una resa condizionata alla Wehrmacht. Ai 15 000 soldati rimasti dell'Esercito nazionale venne garantito lo status di prigionieri di guerra (prima dell'accordo i ribelli catturati venivano uccisi), e la restante popolazione di 180 000 civili venne espulsa ed eliminata nei [[Campicampi di Sterminiosterminio]] ancora attivi.
 
== La fine ==