Matrimonio romano: differenze tra le versioni

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=== Usus ===
L<nowiki>'</nowiki>''[[usus]]'', era una forma di matrimonio per [[usucapione]]. Si basava su un versetto delle [[XII tavole]], che stabiliva che le [[Bene mobile|cose mobili]] potessero essere usucapite dopo un anno. Così, dopo un anno di convivenza, il marito "usucapiva" la ''manus'' sulla moglie. La coabitazione ininterrotta di un anno ad esempio di un plebeo con una [[patrizio (storia romana)|patrizia]] era considerata un matrimonio legale.
 
Nei casi in cui si volesse contrarre matrimonio senza acquisire la ''manus'', si ricorreva all'istituto della ''trinoctis usurpatio'' (o semplicemente ''trinoctium''). La donna si allontanava ogni anno per tre notti dalla casa coniugale prima che scadesse il termine dell<nowiki>'</nowiki>''usus'' così da impedire che l'usucapione si compisse.
 
Nel [[II secolo]] nessuna di queste tre forme era sopravvissuta. Il primo a scomparire fu l<nowiki>'</nowiki>''usus'' molto probabilmente abolito da [[Augusto]]. L'ultimo esempio di matrimonio secondo l'uso della ''coemptio'' risale all'epoca del [[secondo triumvirato]] ([[43 a.C.]]). La ''confarreatio'' era così caduta in disuso che al tempo di [[Tiberio]] risultavano solo tre patrizi nati da un matrimonio di questa forma.
 
Quelle antiche forme di matrimonio al tempo di [[Gaio]]<ref>Giurista romano del II secolo, la cui eccezionale fama tra gli studiosi del [[diritto romano]] e del [[diritto]] in generale è dovuta al ritrovamento nel [[1816]] di un manoscritto contenente le ''[[Istituzioni di Gaio|Institutiones]]'', opera di didattica in quattro libri (o ''commentari'') che il giurista aveva predisposto a fini didattici e che fotografa con impareggiabile nitidezza il quadro del diritto romano classico. Si tratta dell'unica opera del [[periodo classico]] ad esserci pervenuta direttamente, senza il tramite (e le interpolazioni) dei giuristi bizantini.</ref>