Batracomiomachia: differenze tra le versioni
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Nell'antichità, la ''Batracomiomachia'' veniva generalmente attribuita ad [[Omero]]. Così, l'autore della cosiddetta ''Vita pseudo-Herodotea'', la principale biografia di Omero contenuta nel corpus delle [[Vite di Omero|''Vite'' del poeta]], racconta (cap. 24) che Omero avrebbe composto la ''Batracomiomachia'', dopo l’''[[Iliade]]'' e prima dell’''[[Odissea]]'', a Bolisso, città dell'[[Chio (isola)|isola di Chio]], insieme ad altre opere scherzose di cui non ci è rimasto nulla, come i ''Cercopi'', la ''Psaromachia'' (''La battaglia degli storni'') o gli ''Epiciclidi'' (''I Tordi''). L'attribuzione è accettata anche dall'anonimo autore della quinta vita della raccolta, da [[Marco Valerio Marziale|Marziale]] (14, 183), probabilmente da [[Cecilio Stazio|Stazio]] (''Silvae'', 1, ''ad Stellam'') e dall'erudito bizantino [[Giovanni Tzetzes|Giovanni Tzetze]] (XII secolo), mentre [[Plutarco]] la respinge, assegnando la paternità dell'opera a un certo [[Pigrete|Pigrete di Alicarnasso]].<ref>''Moralia'', 873f (''Sulla malignità di Erodoto'', 43).</ref>
Nell'incertezza dell'attribuzione, è curiosa la notizia fornitaci dal lessico [[Suda (enciclopedia)|Suda]], secondo cui Omero sarebbe stato l'autore non della ''Batracomiomachia'' (che anche la Suda riconduce a Pigrete, insieme ad un'altra opera attribuita ad Omero, il ''[[Margite]]'')<ref>[[Suda (enciclopedia)|Suda]] sotto il lemma [http://www.stoa.org/sol-bin/search.pl?db=REAL&search_method=QUERY&login=guest&enlogin=guest&user_list=LIST&page_num=1&searchstr=Batrachomyomachia&field=any&num_per_page=100 Πίγρης].</ref>, ma di un altro poema dal titolo ''Miobatracomachia''.<ref>Suda sotto il lemma [
Tuttavia, la rana non è ormai più riconoscibile, e il particolare del rilievo viene ormai generalmente interpretato come un riferimento ai grammatici che in epoca ellenistica lavoravano intorno al testo dei poemi omerici, “rosicchiandoli” con le loro cure come topi. Se le notizie relative ad Omero vanno scartate come leggendarie, il nome di Pigrete, data la scarsità di informazioni che lo riguardino, non presenta minori problemi: a lui viene comunque assegnata la paternità del poemetto dall'editore di riferimento, il filologo tedesco Arthur Ludwich.
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