Divario generazionale: differenze tra le versioni

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Un primo modello di misurazione del divario generazionale è rappresentato dall’''Intergenerational Fairness Index'', elaborato dalla ''International Foundation'' del Regno Unito<ref>{{Cita web|url=http://www.if.org.uk/|titolo=International Foundation}}</ref>. Esso presenta una tassonomia composta da nove domini: la disoccupazione, l’accesso alla casa, le pensioni, il debito pubblico, la partecipazione democratica, la salute, il reddito, l’impatto ambientale e l’educazione. Quest’ultimo, in particolare, risulta molto articolato e prevede un paniere di quattro indicatori: non solo il livello di spesa pubblica nell’educazione, ma anche le spese medie da sostenere per il conseguimento di un diploma, il tasso di alta scolarizzazione e il ricorso ai prestiti d’onore.
La finalità dell’''Intergenerational Fairness'' è di comparare differenti realtà Paese dal punto di vista del ritardo accumulato dalle nuove generazioni europee nel raggiungimento della loro maturità sociale ed economica<ref>{{Cita web|url=httphttps://www.oecd.org/social/bridging-the-generational-divide-in-the-uk.htm|titolo=Bridging the generational divide in the UK}}</ref>.
 
Tra i Paesi del Commonwealth, ed in particolare in Australia, è stato introdotto lo ''Youth Development Index'' (YDI)<ref>{{Cita web|url=http://youthdevelopmentindex.org/|titolo=Youth Development Index}}</ref>, composto da 18 indicatori che misurano lo sviluppo economico, sociale e culturale dei giovani (di età tra i 15 e i 29 anni) in 183 Paesi. Questo secondo strumento di misurazione prevede cinque domini principali, cioè l’educazione (indicatori: tasso medio di frequenza, le spese nel settore educativo, l’alfabetizzazione giovanile), la salute/benessere (indicatori: tasso di mortalità infantile, l’uso di droghe, il tasso di gravidanze dei minori, la percentuale di giovani affetti da HIV e il fumo), il lavoro (indicatori: tasso di disoccupazione giovanile, tasso di occupazione giovanile), la partecipazione politica (indicatori: la rilevazione di politiche giovanili, la rappresentanza giovanile, l’educazione al voto, l’opinione politica dei giovani) e la cittadinanza attiva dei giovani (indicatori: volontariato giovanile, solidarietà verso gli stranieri), e attribuisce all’Italia, in una scala da 0 (nessuno sviluppo per i giovani) a 1 (massimo sviluppo per i giovani), 0,70 punti. Nella graduatoria mondiale YDI, l’Italia si posiziona al 50º posto; una posizione non molto confortante se si pensa che nell’Europa a 28, il Paese è al 21º posto, a pari merito con l’Estonia e davanti alla Bulgaria. In Europa la prima posizione, con un indice di 0,80, è ricoperta da Paesi Bassi e Germania, seguiti da Austria, Malta, Regno Unito e Danimarca.