Fabrizio De André: differenze tra le versioni

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Il 26 luglio 1997, [[Fernanda Pivano]], scrittrice e traduttrice, tra l'altro, dell'''[[Antologia di Spoon River]]'', consegna a Fabrizio De André il [[Premio Lunezia]] per il valore letterario del testo di ''Smisurata preghiera'', mettendo in imbarazzo il cantante presentandolo come "il più grande poeta in assoluto degli ultimi cinquant'anni in Italia", "quel dolce menestrello che per primo ci ha fatto le sue proposte di pacifismo, di non violenza, di anticonformismo", aggiungendo che "sempre di più sarebbe necessario che, invece di dire che Fabrizio è il Bob Dylan italiano, si dicesse che Bob Dylan è il Fabrizio americano".<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/28/Andre_quella_volta_copiato_Prevert_co_0_9707287406.shtml De Andre' : quella volta ho copiato Prevert<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Sempre nel 1997 esce ''[[Mi innamoravo di tutto]]'', una raccolta di live e studio in cui duetta con Mina ne ''La canzone di Marinella'', e che sarà l'ultima pubblicazione della sua vita: la copertina è una delle più celebri e riprodotte immagini artistiche di De André, una foto scattata dalla moglie Dori Ghezzi raffigurante il cantautore con la [[sigaretta]] in mano, ripreso quasi dall'alto.<ref>[http://discografia.dds.it/scheda_titolo.php?idt=2486 Crediti dell'album] e [httphttps://img116.imageshack.us/img116/2510/locyf4.jpg Immagine]</ref>
 
=== La morte ===
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Nonostante molte volte si sia dichiarato [[noncredenza|non credente]]<ref>[http://www.stpauls.it/vita/1307vp/il-vangelo-secondo-de-andre.htm Paolo Ghezzi, Articolo su Il Vangelo secondo De André], Vita Pastorale, n. 7, luglio 2013</ref>, egli espresse spesso nei fatti una religiosità di tipo "[[panteismo|panteistico]]"<ref>[http://www.homolaicus.com/arte/poetica.htm ''La poetica di Fabrizio De André'']</ref><ref>[http://www.nauticlub11.com/HN-XIII-1-RisvoltoCopertina.htm Recensione e risvolto di copertina a ''Il Vangelo secondo De André'' di Paolo Ghezzi]</ref>, pur ammirando alcune figure religiose concrete. Affermò:
{{citazione|Quando parlo di Dio lo faccio perché è una parola comoda, da tutti comprensibile, ma in effetti mi rivolgo al [[Grande Spirito]] in cui si ricongiungono tutti i minuscoli frammenti di spiritualità dell’universo.<ref>Riportato in diversi articoli, tra cui: [httphttps://fucicrema.files.wordpress.com/2011/04/fabrizio-de-andrc3a8.pdf Diapositive De André]; [http://www.jesus1.it/Pages/it_marta_storia_della_musica_su_gesu.aspx?arg=54&rec=388 Roberto Beretta, ''De André, il ribelle che cantò il Vangelo''], dal sito Jesus1.it, origin. in ''Avvenire'', 9 novembre 2003, con intervista a Paolo Ghezzi.</ref><ref>Questa frase fu estrapolata da intervista, e citata principalmente nella fonte antologica: Paolo Ghezzi, ''Il Vangelo secondo De André. «Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria»'', Edizioni Ancora, 2003</ref>}}
 
In ogni caso, l'atteggiamento tenuto da De André nei confronti dell'uso politico della religione, delle gerarchie ecclesiastiche e dell'ipocrisia della provincia ligure è spesso sarcastico e fortemente critico, fino all'[[anticlericalismo]]<ref>[https://www.ansa.it/web/notizie/unlibroalgiorno/news/2014/03/20/-cattiva-strada-spiritualita-Fabrizio-Andre-_10261796.html Recensione a ''Sulla cattiva strada. La spiritualità di Fabrizio De André'' di Fabrizio Filiberti e Milena Simonetti]</ref>, nel contestarne i comportamenti contraddittori, come, ad esempio, nelle canzoni ''Un blasfemo'', ''Il testamento di Tito'', ''La ballata del Miché'' e gli ultimi versi di ''Bocca di rosa''<ref name="contesto" />.