Felix Gilbert: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Figlio di William Heinrich Gilbert (1860–1906), oculista di origini inglesi, e di Cécile Mendelssohn Bartholdy (1874–1923), figlia del chimico [[Paul Mendelssohn Bartholdy]], esponenti della classe media ebraica, studiò con [[Friedrich Meinecke]] all'[[Università di Berlino]]. Nel 1936, dopo l'avvento del [[nazismo]], emigrò negli [[USA]], ottenendo nel 1943 la cittadinanza statunitense. Insegnò all'[[Institute for Advanced Study]] di Princeton, e allo [[Smith College]] di [[Northampton (Massachusetts)|Northampton]]. I suoi interessi spaziarono nella storia politica e diplomatica e in quella delle idee, con un'attenzione particolare al [[Rinascimento]] e al pensiero politico italiano. Il suo primo lavoro, la dissertazione di laurea su ''Johann Gustav Droysen und die preussisch-deutsche Frage'' (München, Oldenbourg, 1931), fu recensito da [[Benedetto Croce]] ne ''[[La Critica]]'' del 1931 <ref>[http://ojs.uniroma1.it/index.php/lacritica/article/view/8336/0 Open Journals Sapienza]</ref>. Il suo archivio è conservato alla [[Stanford University]] <ref>[httphttps://www.worldcat.org/title/felix-gilbert-papers-1889-1990/oclc/123430060&referer=brief_results Worldcat]</ref>. Ha raccontato le sue memorie in ''A European past: memoirs 1905-1945''. New York-London, W.W. Norton & company, 1988. Nel 1962 è stato insignito del [[premio Bancroft]] per la sua opera ''To the Farewell Address: Ideas of Early American Foreign Policy''.
 
==Opere principali==