Fotone: differenze tra le versioni

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| num_spin_states =
}}
Il '''fotone''' è il [[quanto]] del [[campo elettromagnetico]]. Storicamente chiamato anche [[quanto di luce]], è stato introdotto all'inizio del XX secolo quando si capì che in un'[[onda elettromagnetica]] l'energia è suddivisa in pacchetti, che vanno pensati come costituenti della [[radiazione elettromagnetica]].<ref>{{Cita web|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/fotone/|titolo = fotone nell'Enciclopedia Treccani|editore = Treccani}}</ref><ref>{{cita web|url=httphttps://www.britannica.com/EBchecked/topic/458038/photon|titolo=Photon|accesso=28 ottobre 2012}}</ref> Con l'affermarsi della [[meccanica quantistica]] il fotone ha acquisito a tutti gli effetti il ruolo di [[Particella (fisica)|particella]], classificata nel [[Modello standard]] come [[Bosone (fisica)|bosone]] [[particella elementare|elementare]] di [[Massa (fisica)|massa]] nulla mediatore ([[bosone di gauge]]) dell'[[interazione elettromagnetica]].
 
Il termine ''fotone'' (dal [[lingua greca|greco]] φῶς [[genitivo|gen]]. φωτός "phòs, photòs" che significa [[luce]]) fu coniato a Parigi nel luglio [[1926]] dal fisico [[ottica|ottico]] Frithiof Wolfers;<ref>''[[Comptes rendus hebdomadaires des séances de l'Académie des sciences]]'', t. 183, juillet-décembre 1926, pp. 276-277 ''[http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k3136h/f276.image.r=photon Une action probable de la matière sur les quanta de radiation]''</ref> pochi mesi dopo fu riutilizzato dal chimico [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[Gilbert Lewis]] in un testo in cui il fotone è considerato "''non creabile e indistruttibile''"<ref name="Lewis1926">
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| cognome=Wien |nome=W. |wkautore=Wilhelm Wien
| anno=1911
| url = httphttps://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1911/wien-lecture.html
| titolo = Wilhelm Wien Nobel Lecture
}}</ref> in particolare [[Max Planck]],<ref name="Planck1901">
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| cognome=Planck |nome=M. |wkautore=Max Planck
| anno=1920
| url = httphttps://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1918/planck-lecture.html
| titolo = Max Planck's Nobel Lecture
}}</ref> evidenziano che l'energia che ogni sistema assorbe o emette è un multiplo intero di una grandezza fondamentale, il quanto dell'energia elettromagnetica.
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| titolo = Zur Quantentheorie der Strahlung
| rivista = [[Mitteilungen der Physikalischen Gesellschaft zu Zürich]]
| volume = 16 | p = 47}} Also ''Physikalische Zeitschrift'', '''18''', 121–128 (1917).</ref> mostra che molti esperimenti possono essere spiegati solo assumendo che l'energia sia localizzata in quanti puntiformi che si muovono indipendentemente l'uno dall'altro, pur se l'onda è distribuita con continuità nello spazio. Per i suoi studi sull'[[effetto fotoelettrico]] e la conseguente scoperta dei quanti di luce Einstein ricevette il [[Premio Nobel per la fisica]] nel [[1921]].<ref name="Ref_s">[httphttps://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1921/index.html The Nobel Prize in Physics 1921]</ref>
 
L'ipotesi quantistica di Einstein non fu accettata per diversi anni da una parte importante della comunità scientifica, tra cui [[Hendrik Lorentz]], Max Planck e [[Robert Millikan]] (vincitori del [[Premio Nobel per la fisica]], rispettivamente, nel [[1902]], [[1918]] e [[1923]]), secondo i quali la reale esistenza dei fotoni era un'ipotesi inaccettabile, considerato che nei fenomeni di interferenza le [[radiazioni elettromagnetiche]] si comportano come onde.<ref>"La fisica di Amaldi", vol. 3, Elettromagnetismo, fisica atomica e subatomica, ed. Zanichelli, 2012, cap. 13 (la teoria quantistica) pag. 416.</ref> L'iniziale scetticismo di questi grandi scienziati dell'epoca non deve sorprendere, dato che perfino [[Max Planck]], che per primo ipotizzò l'esistenza dei [[quanti]] (anche se con riferimento agli [[atomi]], che emettono e assorbono "pacchetti di energia"), ritenne, per alcuni anni, che i [[quanti]] fossero solo un espediente matematico per far tornare i conti e non un reale fenomeno fisico.<ref>"La fisica di Amaldi", vol. 3, cit., pag. 408.</ref> Ma successivamente lo stesso [[Robert Millikan]] dimostrò sperimentalmente l'ipotesi di [[Einstein]] sull'energia del fotone, e quindi dell'[[elettrone]] emesso, che dipende soltanto dalla [[frequenza]] della radiazione,<ref>“Fotoni pesanti” di Murphy Frederick V. e Yount David E., “Le Scienze” n. 38, ott. 1971, pag. 66.</ref> e nel [[1916]] effettuò uno studio sugli [[elettroni]] emessi dal [[sodio]] che contraddiceva la classica teoria ondulatoria di [[James Clerk Maxwell|Maxwell]].<ref>" La Fisica di Amaldi ", vol. 3, cit., pag.411.</ref>
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| anno = 1982
| titolo = Subtle is the Lord: The Science and the Life of Albert Einstein
| url = httphttps://www.questia.com/PM.qst?a=o&d=74596612
| editore = [[Oxford University Press]]
| isbn = 0-19-853907-X}}</ref> ed è stato risolto grazie all'[[elettrodinamica quantistica]] ed al [[modello standard]].