Bentley: differenze tra le versioni

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Tuttavia, la passione per la velocità e le corse automobilistiche portò W.O. a investire moltissime risorse per creare vetture dalle prestazioni sempre più sportive e, nel [[1922]], venne deciso di partecipare per la prima volta alla celebre ''[[500 miglia di Indianapolis]]'' con un modello speciale di ''3 Litre'' pilotata da [[Douglas Hawkes]] che si classificò al 13º posto, gareggiando a una media di 80 [[miglia orarie]].
 
Nel [[1923]] la Bentley, con un nuovo team ribattezzatorinominato ''Bentley Boys'',<ref>Capitanati dal manager di garada [[Richard Sidney Witchell]], un vecchio compagno di scuola di W.O.</ref> partecipò con la medesima ''3 Litre'' alla celebre ''[[24 Ore di Le Mans]]'', raggiungendo il quarto posto; tuttavia la vittoria non tardò ad arrivare quando, nel [[1924]], lo stesso modello ''3 Litre'' fu pilotato da [[Woolf Barnato]], erede del magnate sudafricano proprietario delle miniere di [[Kimberley (Sudafrica)|Kimberley]], classificandosi al 1º posto.
 
Nel [[1926]] l'evoluzione della ''3 Litre'' portò alla realizzazione della ''4½ Litre'', dotata di un nuovo motore a [[Motore in linea a quattro cilindri|quattro cilindri in linea]] da 4398 [[Centimetro cubo|cm³]] di cilindrata, 110 [[Cavallo vapore britannico|BHP]] per la versione stradale e 130&nbsp;BHP per quella da competizione, che le fece raggiungere i 160&nbsp;km/h, conquistando il primato di «vettura più veloce del mondo».<ref>W O Bentley, ''An Illustrated History Of The Bentley Car 1919–1931'' 1964, London, George Allen and Unwin Limited.</ref> Questo modello ebbe anche un buon successo commerciale tanto da dimostrarsi degna erede della ''3 Litre'', di cui aveva in comune il [[Telaio (meccanica)|telaio]], le [[Sospensione (meccanica)|sospensioni]] a [[Balestra (meccanica)|balestra]] semiellittica e i [[Freno|freni]] a tamburo sulle quattro ruote.
 
Escludendo l'esperienza negativa del 1925, la Bentley tornò a vincere la ''[[24 Ore di Le Mans]]'' nel [[1927]] e nel [[1928]] con una ''4½ Litre'' pilotata da [[Woolf Barnato]] e [[Bernard Rubin]].
 
Nel [[1928]] W.O. progettò un innovativo motore in alluminio a sei cilindri e con sei velocità, che consentiva alte prestazioni con consumi più contenuti. Al tempo stesso la scuderia dei ''Bentley Boys'' capitanata da Woolf Barnato si mise all'opera per elaborare una versione sovralimentata della ''4½ Litre'' denominata ''Blower'', che sul circuito di [[Brooklands]] conquistò un nuovo primato raggiungendo la velocità di ben 222.03&nbsp;km/h.<ref>W O Bentley, ''An Illustrated History Of The Bentley Car 1919–1931'' 1964, London, George Allen and Unwin Limited.</ref> Benché la ''Blower'' non fosse ancora pronta per gareggiare, nello stesso anno e in quello seguente la Bentley vinse nuovamente la ''24 Ore di Le Mans'' con la ''6½ Litre Speed Six'' dotata del nuovo motore a sei marce concepito da W.O., a tal punto da diventare uno dei marchi automobilistici sportivi più celebri del tempo, il cui motto divenne: ''«Build a good car, a fast car, the best in class.»''<ref>W O Bentley, ''An Illustrated History Of The Bentley Car 1919–1931'' 1964, London, George Allen and Unwin Limited.</ref>
 
====I modelli Bentley prodotti a Cricklewood dal 1922 al 1931====
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A partire dagli anni trenta del Novecento il destino della Bentley mutò inevitabilmente ed ebbe inizio un lungo periodo buio per l'azienda, che aveva accumulato perdite per 136.220 [[Sterlina britannica|sterline]], tanto da essere messa in liquidazione dal British Central Equitable Trust.<ref>Graham Robson, ''60 years of Bentley'', Thoroughbred and Classic Cars, September 1979</ref>
 
Nell'ottobre del 1931 la casa automobilistica britannica [[Napier & Son|Napier]] si propose di rilevare la Bentley ma, inaspettatamente, il 20 novembre successivo pervenne una nuova richiesta d'acquisto anonima, un cui vincolo stabiliva la rivelazione dell'acquirente soltanto ad affare concluso. Fu così che, siglato l'accordo, si scoprì che ad acquistare la Bentley era stata la celebre azienda rivale [[Rolls-Royce Limited|Rolls-Royce Ltd.]]<ref>W O Bentley, ''An Illustrated History Of The Bentley Car 1919–1931'' 1964, London, George Allen and Unwin Limited.</ref>
 
A seguito di questa operazione, i debiti della Bentley vennero appianati ma la produzione subì un momentaneo arresto e gli storici stabilimenti di Cricklewood vennero chiusi; il nuovo accordo prevedeva anche un contratto di consulenza per W.O. della durata di quattro anni, con il quale svolse numerosi collaudi delle nuove vetture in giro per l'Europa, incarichi concreti e impegnativi che tuttavia contribuirono a estrometterlo quasi subito dalla dirigenza Rolls-Royce, con cui presto non mancarono inevitabili dissapori.
 
Con l'avvento del [[Seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]] e il nuovo assetto societario, fu presto evidente che molte scelte avrebbero radicalmente cambiato il destino della Bentley.
Nonostante le numerose vittorie degli anni passati, le competizioni sportive erano state completamente abbandonate, così come la progettazione di motori, ementre lal'ipotetica produzione di nuovi, ipoteteci modelli, che venne trasferita inizialmente negli stabilimenti Rolls-Royce di [[Derby]], poiché gli storici stabilimenti di Cricklewood furono venduti.
 
IlTuttavia il primo modello Bentley a essere prodotto fu soltanto dopo la guerra, nel 1946 e successivamente la produzione si spostò nei nuovi stabilimenti Rolls-Royce di [[Crewe]] ma da allora la Bentley, di fatto, divenne soltanto una sorta di marchio minore dei medesimi modelli della casa madre che, come unico elemento riconoscibile superstite, differivano soltanto per la tipica calandra arrotondata sormontata dal marchio della ''flying B''.<ref>Soltanto nel [[1998]] tornò a esserci un modello Bentley non più un clone di un modello [[Rolls-Royce Motors|Rolls-Royce]]</ref>
 
[[File:SC06 1962 Bentley S2 Continental Flying Spur.jpg|upright=1.3|thumb|Una ''S2'' del 1964, del tutto simile alla [[Rolls-Royce Silver Cloud]]]]