Manifesto del Partito Comunista: differenze tra le versioni

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# [[pubblica istruzione|Istruzione]] pubblica e gratuita di tutti i fanciulli. Eliminazione del [[lavoro infantile|lavoro dei fanciulli]] nelle fabbriche nella sua forma attuale. Combinazione dell'istruzione con la produzione materiale e così via.
 
Gli [[Stato socialista|Stati marxisti-leninisti]] del Novecento (tra gli altri l'[[Unione Sovietica]] e [[Blocco orientale|Paesi satelliti]], [[Cina]], [[Corea del Nord]] e [[Cuba]]) hanno preso alla lettera questi dieci punti, ritenendoli una sorta di dogma e hanno cercato di applicarli per [[Industrializzazione|modernizzare e industrializzare]] i loro Paesi. Essi costituiscono ancora oggigiorno i principi più importanti del comunismo per la maggior parte delle persone di media cultura del mondo occidentale piuttosto che della società senza classi, Stato o denaro descritta da Marx che avrebbe garantito la libera associazione dei produttori. Quando si parla di [[statalizzazione]] dei [mezzi di produzione]] si allude pertanto da parte di molti intellettuali (soprattutto fra gli avversari del [[marxismo]]) implicitamente a questa sorta di decalogo del [[marxismo-leninismo]], che è considerato come [[statalismo]]. Inoltre una certa parte della critica, influenzata dal [[neoliberismo]], a partire dal XXI secolo ha trovato in questa statalizzazione dei mezzi di produzione, intesa come dominio e intervento dello Stato (sia dal punto di vista politico sia economico) un'eco della concezione dello [[Stato etico]] di [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]]. Questo statalismo avrebbe caratterizzato soprattutto l'Unione Sovietica dopo la morte di [[Vladimir Lenin]] con l'avvento di [[Iosif Stalin]] e in seguito negli anni della grande stagnazione (1964–1982) con [[Leonid Il'ič Brežnev]].
 
=== Critica del socialismo ===