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Per le scelte stilistiche e di struttura, risulta difficile anche la classificazione di questo libro in un genere preciso. Il prologo e l'epilogo, che descrivono un futuro prossimo in cui il genere umano ha modificato geneticamente il proprio corpo acquisendo l'immortalità, potrebbero suggerire la collocazione nel [[Fantascienza|romanzo di fantascienza]] di genere [[utopia|utopico]] o [[distopia|distopico]], ma queste brevi appendici appaiono un pretesto per dare più risalto alla critica sociale dell'epoca narrata nel testo, una scelta che richiama quella di [[Kurt Vonnegut]] in molte sue opere. Peraltro, il tema del cambiamento di paradigma culturale e sociale attraverso il superamento dei limiti biologici ottenuto grazie alla [[Ingegneria genetica|manipolazione genetica]] ritorna anche nelle opere successive di Houllebecq, tanto da farlo annoverare tra gli esponenti del [[transumanesimo]]<ref>{{Cita news|autore= Giuseppe Granieri|url = http://www.transumanisti.it/3_articolo.asp?id=74|titolo = Prossima fermata: l'Uomo 2.0|pubblicazione = [[L'Espresso]]|data = 16 aprile 2009|pagine = 152-154}}</ref>, di cui massimi ispiratori sono i fratelli [[Julian Huxley|Julian]] ed [[Aldous Huxley]], entrambi citati nel libro, dove il protagonista definisce Aldous uno degli intellettuali più influenti del ventesimo secolo.
Anche la presenza di elementi autobiografici sottolineati volutamente dall'autore (la madre del protagonista del libro, Janine Ceccaldi, ha lo stesso cognome della madre dello scrittore, il quale fu a sua volta abbandonato dai genitori e cresciuto dai nonni)<ref>{{Cita news|lingua = en|autore= Estelle Shirbon |url =
==Critica e polemiche==
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