Disabilità: differenze tra le versioni

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È quindi una definizione non stigmatizzante e che raschia di meno la crosta nelle paure di ognuno di noi, che siamo o meno disabili. Ma è una terminologia oltre che falsa, inefficace. Falsa perché distorce la realtà spalmandola su un quadro rassicurante, una rappresentazione buona per tutti i salotti e per tutte le stagioni. Inefficace perché non evidenzia il disagio e non rimarca l'obbligo civile della presa in carico da parte di tutti.»<ref>[[Carlo Giacobini]], [http://www.enil.it/orgoglio.htm ''Orgoglio e pregiudizio''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071010001024/http://www.enil.it/orgoglio.htm |date=10 ottobre 2007 }}, tratto da ''Mobilità'', anno 4, n. 20, in ''European Network on Independent Living'' ([http://www.enil.it/ ENIL Italia Onlus]). URL consultato il 18 luglio 2009.</ref>
 
Aggiungerei che lo stesso utilizzo di un termine unico per definire ''in blocco'' persone assai deverse fra loro e con problemi diversissimi e che necessitano di cure ed assistenza differenziati, è già di per sè discriminante<ref name= Faranda>{{Cita web|url=http://www.superando.it/2013/10/22/non-tutte-le-persone-con-disabilita-sono-uguali/ |titolo =Non tutte le persone con disabilità sono uguali |autore = Irene Faranda |urlarchivio =https://web.archive.org/web/20160809042706/http://www.superando.it/2013/10/22/non-tutte-le-persone-con-disabilita-sono-uguali/ |dataarchivio = 19 agosto 2016 |sito = Superando.it |accesso = 26 aprile 2018}}</ref>. Nessuna persona ''normale'' accetterebbe, se ammalata, di essere ricoverata in un ospedale generico, dove a tutti i pazienti vengono fornite le stesse medesime cure e la medesima assistenza; ma questo è ciò che spesso accade alle persone con disabilità perché, nonostante le varie leggi, i PEI, ecc.., per la scuola, le amministrazioni pubbliche ed i centri servizi, una risposta standardizzata e sempre uguale è economicamente conveniente e quindi ''migliore''<ref name=Faranda />. Il problema quindi, per chi deve, per obbligo istituzionale, offrire servizi ai ''diversamente abili'', diventa il seguente: come far rientrare una risposta standardizzata dentro un PEI personalizzato?<ref name=Faranda />. Tutto ciò ricorda la famosa frase pronunciata nel 1913 dell'industriale Henry Ford: ''ogni cliente può ottenere una Ford T colorata di qualunque colore desideri, purché sia nero''<ref>{{Cita libro| titolo= My Life and Work| autore= Henry Ford | anno=1922|citazione = Any customer can have a car (Ford T) painted any colour that he wants so long as it is black}}</ref>. Che questo atteggiamento sia quello in fondo auspicato, al di là di tutte le leggi e le apparenti buone intenzioni, è dimostrato, per esempio, dai criteri di selezione degli insegnanti di sostegno applicati dallo stato italiano. Non c'è una vera e propria selezione, nè una qualifica specifica (nonostante si parli sempre più spesso di bisogni educativi speciali BES): solitamente gli insegnanti di sostegno (a parte pochi ammirevoli esempi), sono insegnanti o in attesa di altro incarico o non più idonei alla gestione di classi numerose. L'insegnamento di sostegno diventa così o una qualifica di ripiego o una ''gavetta'' necessaria per aspirare ad incarichi migliori<ref name= sostegno>{{Cita web |url=https://www.wired.it/attualita/politica/2017/09/26/insegnanti-sostegno-scuola-italia/ |titolo =L’occasione mancata degli insegnanti di sostegno nella scuola italiana |autore = |urlarchivio = |dataarchivio = |sito = wired.it |accesso = 26 aprile 2018}}</ref>.
 
=== Possibile sintesi ===
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=== La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ===
Promulgata dall'ONU nel 2007, la convenzione si richiama esplicitamente a diversi principi della [[Dichiarazione Universale dei Diritti Umani]]: non discriminazione, eguaglianza, pari opportunità, rispetto dell'identità individuale.<ref name="ref_A">Articolo 3 - Principi
generali</ref> Si compone di 50 articoli, dei quali i primi 30 si incentrano sui diritti fondamentali (associazionismo, diritto di cura, diritto alla formazione personale, ecc.), mentre gli altri 20 riguardano le strategie operative atte a promuovere la cultura della disabilità.
 
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Concetto da ricordare
Tuttavia l'articolo 1 parla esplicitamente di persone disabili, definendole come "coloro che presentano una duratura e sostanziale alterazione fisica, psichica, intellettiva o sensoriale la cui interazione con varie barriere può costituire un impedimento alla loro piena ed effettiva partecipazione nella società, sulla base dell'uguaglianza con gli altri. Inoltre l'articolo definisce anche lo scopo stesso della Convenzione, che è quello di promuovere tutti i diritti delle persone disabili al fine di assicurare uno stato di uguaglianza.
Anche l'articolo 3 è fondamentale<ref>Articolo 3name="ref_A" - Principi generali</ref>, perché indica i principi stessi entro i quali la Convenzione si muove, elencandoli esplicitamente:
 
# il rispetto della persona nelle sue scelte di autodeterminazione;