Pietro Augusto Cassina: differenze tra le versioni

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Per sua scelta il Cassina non è mai entrato a far parte del mercato degli artisti dell'epoca, in quanto si è sempre rifiutato di vendere le sue opere ai mercanti d'arte, per la stessa ragione pochissime sono le mostre in cui ha esposto i suoi quadri. Il suo concetto etico dell'arte faceva si che lui donasse le sue opere ai suoi amici, alle sue modelle e a un suo amico sacerdote a fini benefici o le vendesse a prezzi irrisori, sempre e comunque solo a persone con cui entrava in sintonia, per ricavare il minimo indispensabile per condurre una vita umile e sobria da spirito artistico libero cosi come lui si considerava.
 
Nel 19891987 Il Cassina rifiuta l'invito (spesato) da parte della “Galerie Salammbo” per una mostra personale a Parigi presso il [[Museo Picasso (Parigi)|Musèè Picasso]]. L’invito avvenne da parte del Delegato Artistico Patrice Leleu, che aveva individuato Pietro su segnalazione di diversi artisti di fama, la richiesta inoltre prevedeva di diventare artista permanentemente esposto a fianco di [[Buffet]], [[Salvador Dalí|Dalì]], [[Samanos]], Roth, Toffoli, [[Pablo Picasso|Picasso]] ed altri grandi. La motivazione del rifiuto da parte del Cassina ne conferma il carattere fuori dagli schemi: “non mi interessa!”<ref>Fabrizio Prina conserva documentazione originale da cui si evince questa opportunità non colta. </ref>
 
Pietro Cassina, aveva anche un talento di scrittore: ha prodotto diversi testi poetico-teatrale-epici. Nel ‘66 il suo discepolo Fabrizio Prina ha messo in scena curando allestimento e regia l’opera “I malcreati”<ref>La copia manoscritta originale dell'opera appartiene ad una collezione privata</ref> dove recitarono attori e attrici alcune delle quali diventate poi famose. Tra i suoi sostenitori vi erano: [[Margherita Fumero]], [[Didi Perego]], [[Enrico Rava]], [[I Gatti di Vicolo dei Miracoli]], [[Gianluigi Marianini]], [[Raf Vallone]], etc.