Sudafrica: differenze tra le versioni
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| confini = [[Namibia]], [[Botswana]], [[Zimbabwe]], [[Mozambico]], [[Swaziland]], [[Lesotho]]
| orario = [[UTC+2]]
| PIL = {{formatnum:384315}}<ref name=IMF>[
| PILValuta = $
| PILAnno = 2012
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Dopo la fine della guerra, il Partito Nazionale vinse le elezioni, e iniziò ad attuare nel paese la politica [[Segregazione razziale|segregazionista]] nota come [[apartheid]]. L'ideologia dell'apartheid fu elaborata dai primi ministri boeri che si succedettero dal 1948 in poi, e soprattutto da [[Hendrik Frensch Verwoerd]] (in carica dal [[1956]] al [[1966]]). Concettualmente, l'obiettivo dell'apartheid era quello di isolare i diversi gruppi etnici del Sudafrica, lasciando che ognuno di essi si sviluppasse in un proprio contesto sociale, economico e territoriale.<ref>Bantu Education, «Policy for the Immediate Future», Dichiarazione del Dr. Verwoerd, 1954</ref> Verwoerd spiegò anche che il ruolo predominante dei [[Africani bianchi di origine europea|bianchi]] nei processi politici che avrebbero portato all'autonomia delle diverse etnie era giustificato dalle circostanze storiche, ovvero dal ruolo fondamentale che i boeri avevano avuto nella nascita del Sudafrica.
Nell'ottica dell'isolamento delle etnie vennero formati i [[bantustan]], territori riservati alle popolazioni nere delle diverse etnie. Complessivamente, circa il 13% del territorio del Sudafrica venne riservato alla popolazione bantu.<ref>[
[[File:Nelson Mandela-2008 cropped.jpg|thumb|[[Nelson Mandela]]]]
L'applicazione di una politica sempre più apertamente razzista, causò gravi contrasti interni e alienò al paese il sostegno della comunità internazionale. Nel [[1973]] le [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] dichiararono l'apartheid un [[crimine contro l'umanità]]; a partire dal [[1961]] era già iniziata una campagna di sanzioni economiche contro il Sudafrica. Nello stesso anno il 31 maggio l'Unione Sudafricana ottenne la piena indipendenza dal [[Regno Unito]] e divenne repubblica con un referendum; a causa dell'insostenibile politica segregazionista il Sudafrica venne poi espulso dal [[Commonwealth delle nazioni|Commonwealth]]. Cinque anni dopo venne revocato il suo mandato all'amministrazione della [[Namibia]]. Il governo sudafricano si rifiutò di ottemperare alle richieste dell'ONU, e di fatto procedette all'annessione della Namibia come propria provincia.
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I neri bantu formano circa il 75% della popolazione, e sono suddivisi ufficialmente in 9 "nazioni": zulu 23%; xhosa 18%; sotho (del nord e del sud) 16%; tswana 7%; tsonga 4%; swazi 2,5%; venda 2%; ndebele 1,5%; pedi 1%. I bianchi formano circa il 13% della popolazione, e si suddividono in tre gruppi: boeri (afrikaner) 6,5%, anglosassoni 5,5%, altri (ascendenza principalmente [[Portogallo|portoghese]], [[Germania|tedesca]] e [[italia]]na) 1%.
In Sudafrica i bianchi erano il 22% della popolazione nel 1921; da allora sono declinati al 16% nel 1980<ref>{{Cita libro|autore=Study Commission on U.S. Policy toward Southern Africa (U.S.) |titolo= South Africa: time running out : the report of the Study Commission on U.S. Policy Toward Southern Africa |url= http://books.google.com/books?id=sq43lnbklEUC&pg=PA42&dq#v=onepage&q=&f=false |editore=University of California Press |anno= 1981 |p= 42 | isbn = 0-520-04547-5}}</ref> e all'8,9% nel 2011,<ref name="tables">{{Cita libro|titolo=Primary tables South Africa: Census ’96 and 2001 compared|data=2004|editore=Statistics South Africa|isbn=0-621-34320-X|pp=4–5|url=http://www.statssa.gov.za/census/census_2001/primary_tables/RSAPrimary.pdf|accesso=24 novembre 2015}}</ref><ref name="Smuts">Smuts I: The Sanguine Years 1870–1919, W.K. Hancock, Cambridge University Press, 1962, pg 219</ref> sia per via di un tasso di incremento demografico inferiore ai neri e sia per via dell'emigrazione: almeno 800.000 bianchi hanno lasciato il Sudafrica dopo il 1995.<ref>[
Gli asiatici formano circa il 3% della popolazione e si suddividono in due gruppi: indiani 2,5%, cinesi 0,5%. Le persone a sangue misto (''coloureds'') formano circa il 9% della popolazione. [[San (popolo)|Boscimani]] e [[Khoi|ottentotti]] non raggiungono lo 0,1% della popolazione.
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[[File:Johannesburg CBD.jpg|thumb|left|[[Johannesburg]], capitale economica del paese.]]
Nonostante i gravi problemi sociali ereditati dall'[[apartheid]], l'economia del Sudafrica è la più importante del continente africano.<ref>[
Il Paese produce da solo oltre un terzo del reddito continentale, grazie soprattutto alle risorse minerarie ([[oro]], [[diamante|diamanti]], [[platino]], [[ferro]], [[cromo]], [[carbone]]) e alle industrie collegate.
Alcuni valori macroeconomici per l'anno 2015 sono: tasso di crescita del PIL pari al +2% annuo, debito pubblico pari al 35% del PIL, budget deficit/PIL 4%, tasso prime rate 9,25%, disoccupazione 24%, inflazione 6%.
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