Lorenzo de' Medici: differenze tra le versioni

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Nella fanciullezza, Lorenzo fu seguito e preparato da [[Gentile de' Becchi|Gentile da Urbino]]<ref>{{Cita|Roscoe''a''|p. 79, vol. 2}}.</ref><ref>{{Cita|Hale|p. 57}}.</ref>, mentre dal 1457 la sua educazione passò nelle mani di umanisti come [[Cristoforo Landino]], [[Giovanni Argiropulo]] per gli studi su [[Omero]], [[Marsilio Ficino]] per la [[neoplatonismo|filosofia neoplatonica]]<ref>{{Cita|Gonzaga|p. 153}}.</ref><ref>{{Cita|Roscoe''a''|pp. 80-81, vol. 1}}.</ref> e [[Antonio Squarcialupi]] per la danza<ref name=":0" />. Il nonno Cosimo si affezionò in modo particolare al nipote Lorenzo, col quale era solito conversare e discutere<ref>{{Cita|Roscoe''a''|p. 76, vol. 1}}.</ref>. Il giovinetto manifestò un precoce interesse verso l'[[Accademia neoplatonica]], e a soli 12 anni era solito partecipare alle dotte disquisizioni del Ficino nella [[Villa medicea di Careggi|Villa di Careggi]]<ref>{{Cita|Hale|p. 58}}.</ref>.
 
==== Crisi di successione ====
Bho
Lorenzo non era che un adolescente allorché lo zio [[Giovanni di Cosimo de' Medici|Giovanni]], secondogenito di Cosimo il Vecchio e successore designato alla guida del [[Banco dei Medici]], morì nel 1463 dopo una vita piena di stravizi<ref>{{Cita web|url = http://www.palazzo-medici.it/mediateca/it/schede.php?id_scheda=98|titolo = Giovanni di Cosimo (1421-1463)|accesso = 20 agosto 2015|editore = Palazzo Medici|data = 2007|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150924063710/http://www.palazzo-medici.it/mediateca/it/schede.php?id_scheda=98|dataarchivio = 24 settembre 2015}}</ref>. La salute cagionevole del proprio primogenito [[Piero il Gottoso|Piero]] (soprannominato "il Gottoso" a causa della malattia che lo affliggeva, la [[gotta]]) aveva infatti spinto Cosimo a decidere che fosse Giovanni a succedergli alla guida del Banco di famiglia. Con la morte di quest'ultimo, l'anziano Cosimo cadde in uno stato melanconico, continuamente assillato dal problema della successione<ref>Giovanni di Cosimo de' Medici, di costituzione ben robusta e molto più sano del fratello malaticcio, era la speranza del padre Cosimo perché questi reggesse la criptosignoria da lui creata. La morte di Giovanni, però, lo mandò nella più cupa disperazione. Si veda: {{Cita|Walter|pp. 19-21}}.</ref>. Fu così che pensò di riporre le proprie speranze nei figli di Piero<ref>{{Cita|Roscoe''a''|pp.54-55, vol.1}}.</ref>: Lorenzo e Giuliano sarebbero potuti divenire aiutanti e successori del padre infermo<ref>{{Cita|Walter|p. 21}}.</ref>. Prima di morire, Cosimo raccomandò a Piero di non trascurare l'educazione dei due ragazzi, e di trattarli come se fossero uomini nonostante la loro giovane età<ref>{{Cita|Roscoe''a''|pp. 66-67, vol. 1}}.</ref><ref>{{Cita|Hale|p. 53}}, riporta una lettera di Piero indirizzata a Lorenzo sulla stima di cui godeva presso il nonno:{{Citazione|Quando la morte [di Cosimo] era ormai vicina, come Piero scrisse a Lorenzo, Cosimo: "...cominciò da principio a dire tutta la sua vita, dipoi entrò nel governo della città, e poi seguitando a quello de' trafichi, di poi alla cura familiare delle possessione et di casa, et sopra e fatti di voi due [cioè di Lorenzo e del fratello Giuliano], confortando, essendo voi di buono ingegno, io vi dovessi allevare bene, perché mi leveresti assai faticha...}}</ref>.
 
==== I viaggi ====