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===Clima===
[[File:Una delle rare nevicate lungo la mulattiera Rossi-Boasi.jpg|miniatura|verticale|Una delle rare nevicate lungo la mulattiera Boasi-Rossi-Boasi]]
Secondo la [[Classificazione dei climi di Köppen|classificazione Köppen]], Boasi, appartiene alla zona climatica Cfsb con clima temperato a estate tiepida, con una temperatura media inferiore a +22 °C. Secondo la [[Classificazione climatica dei comuni italiani|classificazione climatica]], che regolamenta l’accensione degli impianti di riscaldamento, è nella zona climatica D, 2056 GG. (accensione dal 1º novembre al 15 aprile, con 12 ore giornaliere). Grazie alla posizione ambientale, vicina alla costa ed esposta a mezzogiorno, gode di un [[clima mediterraneo]] e favorevole, con rare nevicate ed intense piogge in particolare nel periodo autunnale.
 
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===Età moderna===
[[File:Boasi in una mappa del 1665 del cartografo Joan Blaeu.jpg|miniatura|Boasi in una mappa del 1665 del cartografo [[Joan Blaeu]]]]
La cresta tra il Monte Lavagnola e la Colla di Boasi il primo maggio 1747 fu teatro degli scontri tra i soldati genovesi e l'esercito dell'impero asburgico; un contingente guidato da [[Pier Maria Canevari]] accorso dalla città di Genova mise in fuga gli austriaci, ma il patrizio venne colpito a morte da un prigioniero; una lapide ancora oggi lo ricorda al [[Passo della Scoffera]].<ref>{{Cita libro|titolo=Amedeo Pescio, I nomi delle strade di Genova, Genova, Stabilimento Tipografico “SECOLO XIX”, 1912, p. 69}}</ref> Trentuno "paesani" di Boasi parteciparono alla battaglia a fianco di Canevari.<ref>{{Cita libro|titolo=Giovanni Ferrero, Pier Maria Canevari eroe della Scoffera, Genova, Biblioteca della Comunità montana alta val Trebbia, 1999, p. 246}}</ref>
 
Sempre la Colla di Boasi nel 1800 fu il luogo di battaglie tra francesi e austriaci: il generale francese [[Andrea Massena]] il 5 marzo 1800 decise di inviare un migliaio di soldati da Genova in val Fontanabuona attraverso Boasi per battere l'insurrezione delle popolazioni della vallata contro la Repubblica Ligure.<ref>{{Cita libro|titolo=Antonino Ronco, Genova tra Massena e Bonaparte - Storia della Repubblica Ligure, il 1800, Genova, Fratelli Frilli Editori, 1988, pp. 67-76}}</ref>
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[[File:La tela dell'Incredulità di San Tommaso rubata a Boasi nel 2005.jpg|miniatura|verticale|La tela dell'Incredulità di San Tommaso rubata a Boasi nel 2005]]
;Chiesa parrocchiale di San Tommaso
:L'esistenza del luogo di culto è confermata da un documento risalente al 15 marzo 1304, ma le sue origini sono più antiche, e probabilmente venne costruito sopra uno preesistente in un periodo sconosciuto. Dal 1351 con l'arcivescovo [[Bertrando Bessaduri]] fino al 1580 con l'arcivescovo [[Cipriano Pallavicino]] venne unita in un rettorato che comprendeva anche le chiese di [[Davagna]] e [[Moranego]]. Nel 1618 l'arcivescovo [[Domenico De Marini]] la eresse a parrocchia, e da quel periodo iniziano i registri parrocchiali.<ref>{{Cita libro|titolo=Arturo Ferretto, Atti della Società ligure di storia patria - Volume 39 - I Primordi e lo sviluppo del Cristianesimo in Liguria ed in particolare a Genova, Genova, Tipografia Sordomuti, 1907, pp.697-698}}</ref> Una donazione "per la costruzione del campanile" venne elargita da un abitante il 20 agosto 1671. Un'altra donazione, questa volta nobiliare, proveniente dall'eredità di Isabella Doria nel 1774, fu reindirizzata dall'arcivescovo [[Giovanni Lercari]] per riqualificare la chiesa spostandola dalla [[basilica di Santa Maria delle Vigne]]. Le donazioni proseguirono e alla fine del [[XVIII secolo]] una confraternita attiva di Boasi acquistò una campana per l'edificio religioso. Nel 1863 vennero installate tre nuove campane. La quarta fu installata nel 1899 in concomitanza con i lavori di innalzamento del campanile di cinque metri.<ref>{{Cita libro|titolo=Memorie della parrocchia di S.Tommaso di Boasi 1871-1911 scritte dal parroco-medico don Enrico ‘Salvatore’ Dondero, Boasi, quaderno autoedito, pp. 87-93}}</ref> L'edificio ha una sola navata larga 5 metri con due cappelle al centro, è lunga 9 metri oltre i 6 metri di presbitero e coro. Gli altari presenti nell'edificio sono tre. Il 23 giugno 1917 venne consacrato da monsignor [[Giovanni Gamberoni]]. Nel 2018 è iniziato un intervento di restauro della facciata principale e di una parete laterale della chiesa.
 
:L'edizione del 31 ottobre 2005 del quotidiano ''[[Il Secolo XIX]]'' riferisce che a Boasi il 28 ottobre 2005 venne rubata da ignoti una tela di grande valore raffigurante l'Incredulità di San Tommaso, dipinta da un allievo del pittore [[Andrea Semino]] nel XVI secolo. L'opera ancora oggi non è stata ritrovata. Le misure della sua cornice erano 150 centimetri di altezza e 122 centimetri di larghezza.<ref>Franco Ricciardi, Quadro di valore rubato a Lumarzo, Il Secolo XIX, 31 ottobre 2005, p. 11</ref>
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Diverse competizioni agonistiche e non competitive sono transitate lungo la strada provinciale 77, in particolare ciclistiche, gare di auto, moto e sidecar. Nell'arco della sua storia il [[Giro d'Italia]] è passato da Boasi otto volte nelle edizioni 1947, 1951, 1955, 1958 (l'ultima della carriera di [[Fausto Coppi]]), 1963, 1984, 1994 e 2015. Hanno percorso inoltre la strada di Boasi la prima tappa della [[Coppa Milano-Sanremo]] nel 2018 e nel 2019, il 77º e 78º [[Giro dell'Appennino]] nel 2016 e 2017, la 57° [[Milano-Rapallo]] nel 2015, la cronoscalata Ferriere-Boasi nel 2007 e nel 2005, lo slalom Ferriere-Boasi nel 1982, 1983, 1986, 1987, 1988, 1989, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000 e 2001, la nona edizione della Coppa Boero nel 1941 e i Campionati nazionali ciclistici dei giovani fascisti nel 1935.<ref>Anonimo, Gli atleti dei fasci giovanili all’imponente rassegna genovese, Corriere della Sera, 20 agosto 1935, p. 4</ref><ref>Anonimo, Sorprendente vittoria di Brambilla nella IX Coppa Boero, La Stampa, 6 ottobre 1941, p. 4</ref><ref>Gigi Boccaccini, Asti primo traguardo piemontese del Giro, Stampa Sera, 28-29 maggio 1963, p. 9</ref><ref>R. Ard., Bra, domani arriva il Giro, La Stampa, 8 giugno 1994, p. 32</ref><ref>Rassegnazione di Fausto Coppi: Gigi Boccacini, "Su ogni salita mi staccano", La Nuova Stampa, 23 maggio 1958, p. 8</ref>
 
== Note ==
<references />