Giulio Costanzo: differenze tra le versioni

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'''Flavio Giulio Costanzo''' ([[Lingua latina|latino]]: Iulius Constantius; morto nel [[337]]) fu un esponente politico dell'[[Impero romano]], membro della [[dinastia costantiniana|famiglia imperiale costantiniana]].
 
Figlio dell'imperatore [[Costanzo Cloro]] e della moglie [[Flavia Massimiana Teodora]], figliastra dell'imperatore [[Massimiano (imperatore)|Massimiano]], Giulio era fratellastro di [[Costantino I]]; si sposò due volte, ed ebbe [[Costanzo Gallo]] e una figlia da [[Galla (moglie di Giulio Costanzo)|Galla]]<ref>Libanio, xviii.10.</ref> e [[Giuliano (imperatore romano)|Giuliano]] da [[Basilina]],<ref>Libanio, xviii.9.</ref> oltre ad un altro figlio, più grande di Gallo e Giuliano, morto nel luglio del [[337]].<ref>Giuliano, ''Lettera agli ateniesi'', 270D.</ref> Visse per qualche tempo in esilio a [[Tolosa]] e [[Corinto]].<ref>Libanio, xiv.29-31; Giuliano, ''Lettere'', 20.</ref>
 
Nel [[335]] fu nominato ''[[patricius]]'' e tenne il [[console (storia romana)|consolato]] con [[Ceonio Rufio Albino]]. Nominato ''[[nobilissimus]]'' da Costantino, insieme ai i nipoti [[Flavio Dalmazio (cesare)|Dalmazio]] e [[Annibaliano]], figli del fratello [[Flavio Dalmazio (censore)|Flavio Dalmazio]],<ref>Zosimo, ii.39.2.</ref> alla morte dell'imperatore (maggio [[337]]) fu tra gli eredi designati, ma venne ucciso dalle truppe a [[Costantinopoli]] nell'estate successiva, assieme a molti altri membri maschi della dinastia;<ref>Zosimo, ii.39.2; Libanio, xvii.31; Giuliano, ''Lettera agli ateniesi'', 270C.</ref> questa strage fu dovuta alla volontà dei soldati che solo i figli di Costantino regnassero sull'Impero, e [[Costanzo II]] non fece nulla per fermarla.