Terralba: differenze tra le versioni

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=== Siti archeologici ===
Il territorio di Terralba, grazie ai suoi fertili suoli sabbiosi, è stato abitato sin dal Neolitico; in particolare le testimonianze rinvenute in alcuni siti dislocati nelle campagne (tra i quali San Giovanni, San Ciriaco, Bau Angius) riportano alla [[Cultura di Ozieri]]<ref>E. Atzeni, Reperti neolitici dall'Oristanese, in Sardinia Antiqua. Studi in onore di Piero Meloni in occasione del suo settantesimo compleanno, Cagliari 1992, pp. 35-44; T. Cossu, Ceramiche di cultura Ozieri dalla stazione di S. Giovanni - Terralba, in La ceramica racconta la storia, Atti del Convegno "La ceramica artistica, d'uso e da costruzione nell'Oristanese dal Neolitico ai giorni nostri", Oristano 1995, pp. 45-70</ref>. Altre testimonianze venute alla luce nei pressi della chiesa di San Ciriaco hanno dato lo stesso nome a una facies regionale inquadrabile nel Neolitico Recente. Sebbene il terralbese offra anche numerose testimonianze della civiltà nuragica, la gran parte delle testimonianze conosciute risale al periodo della dominazione punica. Grazie alle ricerche pluriennali di Gino Artudi e Sandro Perra, seguite dalle indagini sistematiche dell'équipe guidata Peter Van Dommelen, è stato possibile individuare i resti di numerosissimi insediamenti rurali (il periodo di maggior frequentazione si colloca tra fine V e III-II secolo a.C.), la cui densità non trova confronti con nessun altro contesto punico del Mediterraneo<ref>G Artudi, S. Perra, Gli insediamenti punico-romani nel territorio di Terralba, In Terralba Ieri&Oggi, 16, 1994; R. Zucca, Neapolis e il suo territorio, Oristano 1987; per le ricerche di P. Van Dommelen si veda da ultimo il "Terralba project": http://www.sardinia.arts.gla.ac.uk/terralba.htm {{collegamento interrottoWebarchive|1url=https://web.archive.org/web/20101206100729/http://www.sardinia.arts.gla.ac.uk/terralba.htm |date=aprile6 2018dicembre |bot=InternetArchiveBot2010 }}</ref>. Evidentemente il fertile territorio della piana di Terralba rientrava in un programma organizzato di sfruttamento agricolo, in cui forse la coltura della vite aveva un'importanza primaria.
 
Nelle campagne, nel [[1960]], in località ''Pauli Putzu'', sono state rinvenute casualmente dieci [[tomba|tombe]] di [[età romana]] con corredo funerario. Il corredo rispecchiava la condizione sociale ed economica del defunto e aveva lo scopo di accompagnarlo nel lungo viaggio nell'[[oltretomba]]; comprendeva una [[moneta]], una [[lucerna]], il [[lacrimatoio]], piatti ed anfore. L'opera devastatrice dei tombaroli ha però provocato danni irreparabili alla [[necropoli]]. Infatti, solo 33 reperti sono stati recuperati e sono ora conservati presso la Scuola Media Statale di Terralba<ref>Gino Artudi</ref>.