Giudea romana: differenze tra le versioni
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Ad occidente dell'[[Eufrate]], Augusto provò a riorganizzare l'[[limes orientale|Oriente romano]], sia inglobando alcuni [[regno cliente (storia romana)|stati vassalli]], trasformandoli in [[province romane]] (come la [[regno di Galazia|Galazia]] di [[Aminta di Galazia|Aminta]] nel [[25 a.C.]]), o in prefetture (come la [[regno di Giudea|Giudea]] di [[Erode Archelao]] nel [[6]], che non era una vera e propria provincia autonoma, ma un distretto sottoposto all'autorità del ''[[legatus Augusti pro praetore]]'' di Siria). Riguardo alla Giudea, ciò avvenne in seguito ai primi disordini nel [[4 a.C.]] alla morte di [[Erode il Grande]]. Augusto rafforzò, poi, una serie di vecchie alleanze con re locali, divenuti "[[regno cliente (storia romana)|re clienti di Roma]]" (come accadde ad [[Archelao di Cappadocia|Archelao]], re di [[Cappadocia (regione)|Cappadocia]], ad [[Asandro (Bosforo Cimmerio)|Asandro]] re del [[Regno del Bosforo Cimmerio|Bosforo Cimmerio]], a [[Polemone I del Ponto|Polemone I]] re del [[Regno del Ponto|Ponto]],<ref>[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', LIII, 25; LIV, 24.</ref> oltre ai sovrani di [[Emesa]], [[Iturea]],<ref>[[Giuseppe Flavio]], ''Antichità giudaiche'' XV, 10.</ref> [[Commagene]], [[Cilicia]], [[Calcide]], [[Nabatei|Nabatea]], [[Iberia (Caucaso)|Iberia]], [[Colchide]] e [[Albania Caucasica|Albania]]).<ref>D.Kennedy, ''L'Oriente'', in ''Il mondo di Roma imperiale: la formazione'', a cura di J.Wacher, Bari 1989, p.306.</ref>
Nel 36 [[Ponzio Pilato]] fu rimosso dalla sua carica per volontà di Tibero a causa della strage di Samaritani riuniti sul [[
Nel [[66]] il prefetto [[Gessio Floro]] pretese che fossero prelevati diciassette [[talento (peso)|talenti]] dal Tempio e, trovando una forte opposizione da parte degli ebrei, mandò avanti i propri soldati, che provocarono la morte di 3.600 persone.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', II, 14</ref> In seguito Floro, con il pretesto di avere una dimostrazione di fedeltà da parte dei Giudei, ordinò che accogliessero due coorti dell'esercito romano che si stavano dirigendo a [[Gerusalemme]] da Cesarea. Le [[coorti]] avevano l'ordine di attaccare la folla, qualora questa avesse insultato Floro, cosa che avvenne, provocando un altro intervento contro la popolazione; le coorti, facendo uso della forza per raggiungere la [[fortezza Antonia]], a ridosso del Tempio di Gerusalemme, vennero assalite dalla popolazione, perciò Floro, sedata l'agitazione, disse che sarebbe partito da Gerusalemme per andare a Cesarea, lasciando un presidio all'Antonia.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', II, 15</ref>
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