Rabbino: differenze tra le versioni

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== Etimologia ==
La parola originaria ''rabbi'' deriva dalla [[radice (linguistica)|radice]] [[Lingue semitiche|semitica]] R-B-B, in [[alfabeto ebraico]] '''רַב''' ''rav'', che in [[aramaico]] [[Bibbia|biblico]] significa "grande" in molti sensi, tra cui "riverito", ma appare principalmente come [[prefisso]] nelle forme di ''status constructus''.<ref>Heinz-Josef Fabry ''s.v.'' "Rab" in ''Theological dictionary of the Old Testament'', Vol.13, pp. 273-5, ed. G. Johannes Botterweck, [[Helmer Ringgren]], Heinz-Josef Fabry 2004, p. 273: "RAB ... è anche ben attestato nel [[lingua fenicia|fenicio]]. Anche lì ''rab'' funziona come un titolo; il suo significato specifico può essere determinato solo dalla sua relazione con altri uffici e funzioni. L'aramaico in tutti i suoi dialetti fa uso abbondante di questa radice."</ref> Sebbene l'uso di ''rabbim'' "molti" (come in {{passo biblico2|1Re|18:25}}, '''הָרַבִּים''') "la maggioranza, la moltitudine" avvenga per indicare l'assemblea della comunità, nei [[Manoscritti del Mar Morto]] non esiste prova che sostenga un'associazione colcon il titolo successivo di "Rabbi/Rabbino".<ref>Heinz-Josef Fabry ''s.v.'' "Rab" in ''Theological dictionary of the Old Testament'' Volume 13 – p. 298, G. Johannes Botterweck, Helmer Ringgren, Heinz-Josef Fabry – 2004: "Non c'è testimonianza che supporti un'associazione comunemente citata in discussioni su questo utilizzo del titolo 'Rabbi'... Già proposto da Millar Burrows e ripreso da [[Jean Carmignac]], p. 584."</ref> La radice è [[Parole imparentate|imparentata]] con l'[[lingua araba|arabo]] ربّ ''rabb'', che significa "signore" (usato generalmente quando si parla di [[Dio]], ma anche di signori terreni). Come segno di grande rispetto, alcuni rinomati rabbini vengono chiamati semplicemente "[[Titoli onorifici nell'ebraismo#Rav|il Rav]]".
 
Il rabbino non è un'occupazione che si riscontra nella [[Bibbia ebraica]],<ref>Poiché è proibito ricevere [[denaro]] per insegnare o per decidere su problemi di [[Halakhah]] (Legge ebraica), i rabbini nel passato non erano pagati per le loro attività e dovevano mantenersi autonomamente. Oggi sono dei funzionari [[Stipendio|stipendiati]] dalla [[sinagoga]], con ampi doveri pastorali e di predicazione.</ref> e le antiche generazioni non utilizzavano titoli correlati, come ''Rabban'', ''Ribbi'' o ''Rab'' per descrivere i saggi [[Babilonia|babilonesi]] e i dotti di [[Israele]].<ref>Ciò è evidente dal fatto che [[Hillel]], che proveniva da [[Babilonia]], non aveva il titolo di ''Rabban'' anteposto al suo nome.</ref> I titoli "Rabban" e "Rabbi" vengono menzionati per la prima volta nella [[Mishnah]] (circa [[200]] d.C.). Il termine fu usato inizialmente con [[Gamaliele|Rabban Gamaliel il Vecchio]], Rabban [[Shimon ben Gamliel|Shimon suo figlio]] e [[Jochanan Ben Zakkai|Rabban Jochanan Ben Zakkai]], che furono tutti [[patriarca (ebraismo)|patriarchi]] o presidenti del [[Sinedrio]].<ref>Anche il titolo ''Ribbi'' divenne noto tra coloro che ricevevano l'imposizione delle mani in questo periodo, come per esempio [[Rabbi Zadok|Ribbi Zadok]], [[Eliezer ben Jacob I|Ribbi Eliezer ben Jacob]] e altri, e risale al tempo dei discepoli di [[Jochanan Ben Zakkai|Rabban Jochanan Ben Zakkai]] e dopo. Ora l'ordine di questi titoli è il seguente: ''Ribbi'' è più importante di ''Rab''; ''Rabban'' è più importante di ''Ribbi''; mentre il solo nome è più importante di ''Rabban''. Oltre ai presidenti del Sinedrio, nessuno è chiamato ''Rabban''.</ref> Il titolo "Rabbi" appare (nella [[traslitterazione]] [[lingua greca|greca]] ῥαββί ''rhabbi'') nei [[vangelo|vangeli]] di [[Vangelo secondo Matteo|Matteo]], [[Vangelo secondo Marco|Marco]] e [[Vangelo secondo Giovanni|Giovanni]] nel [[Nuovo Testamento]], in cui viene usato per riferirsi agli "[[Scriba|Scribi]] e [[Farisei]]" come anche a [[Gesù]].<ref>Vedi per es. {{passo biblico2|Matteo|26:25}}, {{passo biblico2|Marco|9:5}} e {{passo biblico2|Giovanni|3:2}}</ref><ref>Catherine Hezser, ''The social structure of the rabbinic movement in Roman Palestine'', 1997, p. 59: "''b – Rabbi come titolo onorifico'' ... Poiché Gesù era chiamato "Rabbi" ma non rientrava nell'immagine tradizionale dei rabbini ebrei post-70 [[d.C.]], e dato che i saggi pre-70 non avevano il titolo di "Rabbi" nella [[Mishnah]], la maggioranza degli studiosi presumono che il significato e l'utilizzo del termine "Rabbi" al tempo di Gesù differisca dal significato che ha acquisito dopo la [[Assedio di Gerusalemme (70)|distruzione del Tempio]]: nel periodo pre-70, "Rabbi" veniva usato come titolo onorifica non ufficiale per qualsiasi persona di grande reputazione; dopo il [[70]] fu assegnato quasi esclusivamente ad insegnanti della Legge [[Semikhah|ordinati]]."</ref>
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L'accettazione delle credenziali rabbiniche coinvolge sia questioni di praticità e che di principio.
 
In pratica, le comunità e gli individui in genere tendono a seguire l'autorità del rabbino che hanno scelto come loro leader (chiamato da alcuni colcon il titolo ''mara d'atra'') su questioni di legge ebraica. Possono inoltre riconoscere che altri rabbini abbiano la stessa autorità altrove, ma per decisioni e pareri per loro importanti si basano sulle decisioni del proprio rabbino.<ref name="JEnc"/>
 
Lo stesso schema vale all'interno di comunità più ampie, che vanno dalle comunità [[chassid]]iche alle organizzazioni rabbiniche o congregazionali: in tale ambito, si riscontra una struttura formale o ''de facto'' di autorità rabbinica che è responsabile per i membri della comunità.<ref name="JEnc"/>