Basilica di Superga: differenze tra le versioni

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''Virgini Genitrici Victorius Amedeus, Sardiniae Rex Bello Gallico, vovit / Et pulsis hostibus fecit, dedicavitque'' ("Alla Vergine Madre di Dio Vittorio Amedeo, Re di Sardegna nella guerra contro i francesi, fece voto e cacciati i nemici costruì e dedicò questo tempio").
 
Tuttavia siamo sempre nel campo delle ipotesi, per cui rimane incerto “il luogo, quando e come” Vittorio Amedeo II proferì il voto. Lo stesso Nino Carboneri nel suo libro,“La real Chiesa di Superga di Filippo Juvarra”, suffraga la storia del voto ma poi precisa: “Il catalogo del Sacchetti annota sotto il 1715: «Disegno con un modello per la Real Chiesa e convento sopra il monte di Superga, tre miglia distante da Torino, edificato con pietre di taglio e marmi in macchina e sculture».”La data corrisponde probabilmente ai primi studi juvarriani, più che all’esecuzione del modello di cui si dirà in seguito”. “Si apriva dunque una pagina decisiva dopo la
lunga fase preliminare, nel corso della quale, il 27 gennaio 1714, Vittorio Amedeo II, aveva spedito da Palermo, capitale del nuovo regno, tre progetti del primo architetto Antonio Bertola per un convento di religiosi contemplativi “sopra il monte di Soperga”, uno di questi comprendeva una chiesa “ovata” da costruire lungo il declivio verso Torino”.
 
“Quando il 2 gennaio 1716, Vittorio Amedeo II comunica al sindaco e al consindaco di Torino, in visita alla Venaria Reale, il proposito di “stabilire sovra li monti di Superga una casa religiosa”, già si allude alla sede definitiva, sul luogo cioè dell’antica chiesa di patronato della Città: la rinuncia di tale diritto rese possibile una completa demolizione dell’edificio e lo spianamento del terreno
sottostante, nella misura richiesta dal progetto juvarriano”.
 
«La tardiva decisione di erigere un tempio grandioso sulla vetta di Superga indusse il Rondolino e il Casanova a negare qualsiasi attendibilità alla tradizione secondo cui il voto sarebbe stato formulato sul posto dal duca il 2 settembre 1706, alla vigilia della battaglia di Torino, specificando il luogo prescelto per il sua adempimento; proverebbe indirettamente l’assunto dei due una lettera del Beato Sebastiano Valfrè al duca, del 13 febbraio 1707, con riferimento a una chiesa da farsi “nella cittadella, o a Soperga, o in altro luogo”: leggenda popolare, dunque, fatta propria dalla storiografia ottocentesca, in special modo da Pastore e dal Saluzzo». “Leggenda popolare, dunque, fatta propria dalla storiografia ottocentesca, in special modo dal Pastore e dal Saluzzo”.
 
=== La vittoria ===