Petriolo: differenze tra le versioni

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Il torrione (o Porta Rondella) di forma semicircolare, fu realizzato all’inizio del 1500 (probabilmente fra il 1526 e il 1529), in sostituzione di una preesistente porta che chiudeva la cinta muraria più ad est; in origine, si entrava nel borgo tramite un’apertura a pieno sesto, odiernamente murata ma della quale è ben visibile l’arco in pietra sulla cui sommità è incastonata una formella che riporta la scritta “ FIRMI-PETRIOLUM” collocata sopra due stemmi affiancati. Sotto a questi si legge la data 1529; essa potrebbe non indicare l’anno di costruzione della struttura difensiva, ma quello del ritorno del castello sotto il dominio di Fermo<ref name=":2">{{Cita libro|autore=Francesco Nobili-Benedetti|titolo=I signori di Petriolo|edizione=II|anno=2004|editore=Comune di Petriolo}}</ref>. Il torrione è coronato da beccatelli ciechi, che sostenendo la parte terminale, si allargano per chiudersi creando una leggera cornice al contrasto chiaroscurale. Recenti studi ipotizzano che il torrione possa essere stato parzialmente interrato e che abbia perso una possibile scarpata e di conseguenza parte della sua imponenza; certo è che la costruzione del palazzo comunale ad esso addossato verso est, avvenuta nel 1782 abbia privato il torrione della copertura e dell’arredo interno.<ref name=":2" />
 
=== La torreTorre Civica ===
[[File:Torre civica petriolo.jpg|miniatura|destra|Torre Civica|300x300px]]La Torre Civica (alta circa 35 metri) sorge a ridosso della attuale chiesa parrocchiale dei SS. Martino e Marco. Non sappiamo con precisione l’epoca della sua edificazione, che il Conte Giuseppe Sabbioni (1789-1874), autore di una pregevole pubblicazione sulla storia di Petriolo, dice ''antichissima''. Nei tempi più remoti al piano terra di questa torre civica, in un locale che si può ammirare tuttora, coperto da un’antica volta a crociera, era collocata la sacrestia della chiesa cinquecentesca, di cui la torre ospitava anche la campana a fianco di quella della comunità, il cui suono doveva essere avvertito nitidamente per il paese e suo intero territorio. Sappiamo che nel 1575 furono necessari radicali interventi di restauro ad opera di maestri ''longobardi'', compensati dalla Comunità con la somma di 40 fiorini.<ref name=":0" /> Altre notizie riferite ai restauri necessari periodicamente per mantenere funzionale la torre si hanno nel corso di tutto il XVIII secolo, fino a quello del 1793, su perizia dell’architetto comasco Pietro Augustoni (1741-1815).<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Aldo Chiavari|titolo=Petriolo dalle origini al XVIII secolo}}</ref> La torre civica aveva anche l’importante funzione di ospitare l’orologio pubblico, le cui origini risalgono a prima dell’anno 1623, anno in cui il pubblico consiglio discusse la proposta di eleggere il moderatore del “nuovo orologio”. Era infatti compito del moderatore, eletto annualmente, occuparsi di mantenere l’efficienza e la precisione del meccanismo dell’orologio. L’orologio era di fondamentale importanza, dai registri degli atti consiliari del XVIII secolo sappiamo che era oggetto delle cure e delle attenzioni degli amministratori dell’epoca.
 
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Esiste un Istromento, nell'archivio comunale, rogato alla fine del ‘700 con il quale il Comune di Petriolo (in difficoltà economiche) cede in enfiteusi per tre generazioni “mascoline” al Conte Sabbioni di Fermo tutte le terre, tranne il vallato ed il mulino. Inoltre limita i diritti sulle selve, che servivano ai petriolesi per approvvigionarsi di legna, da dare ai fornai per poter cuocere il pane. Il mulino in figura esiste ancora ed è rimasto cristallizzato ai primi del ‘900, quando era ancora in funzione.<ref name=":0" />
 
=== Il sacrario dei caduti ===
[[File:Sacrario petriolo.jpg|miniatura|262x262px|Sacrario dei caduti, Petriolo]]
Il tributo di sangue che Petriolo ha pagato nelle due guerre mondiali è stato onorato edificando un luogo di culto, dove sono raccolte le spoglie dei soldati caduti. Esso sorge in un luogo “sacro”. Infatti nel ‘700, come è riportato nel catasco settecentesco redatto da Pietro Tartufoli (1732), era ivi ubicata una Chiesa, la Chiesa del Crocifisso. Questa chiesa fu poi demolita, tanto che Mollari, Ingegnere capo del Dipartimento del Musone dal 1806 alla fine del periodo napoleonico, non ha lasciato traccia di una Chiesa nella sua tavola acquerellata che riporta la strada che da Petriolo va verso Montolmo. Successivamente in questa area sorse il Cimitero, di cui Marzio Tamburri, fine disegnatore, ha lasciato il ricordo in uno dei suoi disegni. Questo luogo ha poi conosciuto una nuova trasformazione in quanto il Cimitero è stato spostato nella sede attuale e qui fu eretto il Sacrario per i caduti di tutte le Guerre, per onorare la loro memoria. Una volta che il cimitero fu spostato nell'attuale posizione, quest'area fu utilizzata per la commemorazione dei soldati morti in guerra.<ref name=":1" />
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La chiesa della Madonna della Misericordia risale alla fine del XV secolo. Nel 1495 la comunità di Petriolo mandò a Roma, allo scopo di fare donazione di una casa di sua proprietà al Capitolo Lateranense, il sacerdote Don Giovanni Sanici da Berlanga della diocesi Oscomense nella Spagna, residente nel castello di Petriolo. Il 5 settembre, sotto il pontificato di Papa Alessandro VI, il sacerdote presentava l’istrumento di donazione al Capitolo. L’anno successivo, dopo accordi intercorsi con il Comune, la Confraternita della Misericordia domandava e otteneva l’autorizzazione dell’Arcibasilica romana poter edificare una nuova chiesa in suolo Lateranense, posta tra la chiesa di S. Maria e S. Basso e quella di S.Martino. Lo stemma della Basilica Lateranense posto attualmente sopra il portale della Chiesa ne perpetua la memoria. Dalla relazione della visita apostolica di monsignor Maremonti del 23 luglio 1573, sappiamo che la chiesa della Misericordia era retta e mantenuta dai confratelli della Compagnia dello stesso nome, assistiti da un cappellano che doveva celebrarvi la messa in tutti i giorni festivi, ed in altri tre giorni la settimana, mentre il sabato si cantava coralmente l’ufficio in onore della Beata Vergine Maria. Nel 1780 su disegno dell’architetto camerale Pietro Augustoni (1741-1815) iniziarono i lavori di ricostruzione di ampliamento della Chiesa che fu consacrata solennemente nel 1787<ref name=":0" />. L’impianto fu ridotto ad una sola navata, che venne prolungata di circa sei metri. Le decorazioni a stucco, le cappelle degli altari, le nicchie e le statue furono realizzate dallo scultore di origine lombarda Lorenzo Bernasconi, collaboratore dell’Augustoni, il quale , in seguito , fissò la sua residenza definitivamente a Petriolo. La facciata si divide in tre parti: in alto un ricco cornicione delimita il timpano con occhio centrale; nella zona mediana si sviluppano due coppie di palaste di ordine toscano, in mezzo alle quali di aprono due nicchie con le statue raffiguranti l’Arcangelo Gabriele e l’Annunziata, modellate nel 1951 dall’artista autodidatta Nello Cruciani di Petriolo. Nella zona sottostante si ripetono le coppie delle paraste con capitelli di ordine toscano. Al centro si apre il bel portale di rame sbalzato, opera dello scultore maceratese Sesto Americo Luchetti, benedetto dal Papa Giovanni Paolo II il 22 agosto 1979. Lavori di restauro strutturale e di consolidamento dell’edificio iniziarono nell’aprile del 1920 e furono diretti dall’architetto Giuseppe Rossi di Macerata. A questo periodo risalgono pure le decorazioni pittoriche dei tondi della volta, dei pennacchi e delle pareti della navata, ad opera del pittore pesarese Ciro Pavisa. il 16 ottobre 1921 la chiesa fu riaperta al culto. All'interno del santuario si conserva una pregevole statua in legno policromo raffigurante la Madonna con il bambino (detta localmente della Misericordia), il cui restauro del 1985 ha portato alla luce una iscrizione sulla base della statua che recita ''HOC. OPUS. F. MAGISTER. IO. ANTONIUS. AQUILANUS. M.D.XXV''<ref name=":2" />''.'', tale scultore sarebbe da identificarsi con Giovanni Antonio (Giannantonio) da Lucoli, attivo a l’Aquila tra il 1508 ed il 1537. Secondo la tradizione popolare la prima domenica di settembre dell’anno 1525 la statua lignea della Madonna giunse alla chiesa della Misericordia di Petriolo proveniente dall’Abruzzo, trasportata da un carro trainato da buoi, i quali, arrestatisi dinanzi alla chiesa petriolese, non vollero più proseguire nel tragitto. Il popolo di Petriolo, cogliendo in questo un segno miracoloso del volere della Madonna di voler restare in paese, trasportarono festanti la statua all’interno della chiesa.<ref name=":0" />
 
=== La chiesa didei SS. Marco e Martino ===
La notizia certa più antica ci viene dal privilegio di [[Papa Gregorio IX]] che il 20 novembre 1231 all’abate di S.Pietro di Ferentillo tutti possedimenti e le pertinenze spettanti all’abbazia. Certo è che l’origine risale ad epoca più remota essendo il santo vescovo di Tours particolarmente venerato dai Longobardi che allo stesso dedicarono numerose chiese nelle varie regioni d’Italia. Essendo la chiesa edificata su suolo lateranense, il Capitolo di S. Giovanni in Laterano aveva diritto di confermarvi con una bolla la nomina di ogni nuovo rettore e di farla visitare annualmente da parte di un commissario. La Chiesa venne ricostruita all’inizio del XVI secolo ed ultimata nel 1512. Tra il 1776 ed il 1790, grazie alla dedizione e prodigalità del prevosto dell’epoca don Giovanni Francesco Cordella l’edificio sacro venne totalmente riedificato nella forma attuale occupando una superficie molto più estesa del precedente. Venne consacrato nel 1790 da monsignor Martino Cordella, vescovo di Bagnorea, fratello del prevosto, come si legge nella lapide marmorea apposta nella controfacciata. La tela dell’altare maggiore raffigurante i SS. Martino e Marco e sullo sfondo il paese, è l’ultima opera del celebre pittore Luigi Fontana eseguita all’ età di 81 anni dall’artista ormai quasi cieco. Una tradizione paesana ci dice che in quest’ultima opera il Fontana fosse anzi coadiuvato dal giovane sacerdote petriolese don Francesco Fusari (1878-1964).<ref name=":1" />
 
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File:Busto Luciani Domenico.jpg|Busto di Domenico Luciani
File:Busto Delio Deminicis.JPG|Busto di Delio De Minicis, parente dello scultore
File:Ciriaco 021.jpg|Nudo di uomo di spalle