Marina bizantina: differenze tra le versioni

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==== Flotta paleologa ====
Malgrado i loro tentativi, gli imperatori niceni fallirono nel contrastare con successo l'egemonia veneziana sui mari, e furono conseguentemente costretti a rivolgersi ai Genovesi per ottenere assistenza.<ref>{{Harvnb|Nicol|1993|p=16}}; {{Harvnb|Bartusis|1997|p=39}}</ref> Dopo aver riconquistato Costantinopoli nel 1261, tuttavia, Michele VIII tentò di ridurre la dipendenza dai Genovesi ricostituendo una marina "nazionale" tramite la formazione di diverse nuove unità per raggiungere questo obbiettivo: i ''[[Gasmouloi]]'' (Γασμοῦλοι), costituite da uomini di discendenza mista greco-latina residenti nei dintorni della capitale; e coloni da [[Laconia]], denominati ''Lakōnes'' (Λάκωνες, "Laconi") o ''[[Tsakonians|Tzakōnes]]'' (Τζάκωνες), utilizzati come soldati di marina, costituendo il nerbo della potenza navale bizantina nel ventennio 1260-1280.<ref>{{Harvnb|Bartusis|1997|pp=44–45}}; {{Harvnb|Nicol|1993|p=42}}; {{Harvnb|Geanakoplos|1959|pp=126–127}}</ref> Michele inoltre formò unità separate di rematori, denominate ''Prosalentai'' o ''Prosēlontes''.<ref>{{Harvnb|Bartusis|1997|p=46}}</ref> Tutti questi corpi vennero remunerati in piccoli lotti di terre da coltivare in cambio dei loro servigi, e vennero insediati insieme in piccole colonie.<ref>{{Harvnb|Bartusis|1997|p=158}}</ref> I ''Prosalentai'' vennero insediati nei pressi del mare lungo l'Egeo settentrionale,<ref>{{Harvnb|Bartusis|1997|pp=46–47}}</ref> mentre i ''Gasmouloi'' e i ''Tzakōnes'' vennero insediati principalmente nei pressi di Costantinopoli e in [[Tracia]]. Questi corpi erano ancora esistenti, seppur in forma sempre più ridotta, negli ultimi secoli dell'Impero (l'ultima menzione dei ''Prosalentai'' si ha nel 1361, mentre i ''Gasmouloi'' sono attestati fino al 1422).<ref name="Heath17"/> Nel corso del periodo paleologo, la base principale della flotta era il porto di [[Kontoskalion]] sulla costa del Marmara di Costantinopoli, dragata e rifortificata da Michele VIII.<ref>{{Harvnb|Nicol|1993|p=42}}</ref> Tra i centri provinciali navali, probabilmente il più importante era [[Monemvasia]] nel Peloponneso.<ref>{{Harvnb|Kazhdan|1991|p=1394}}</ref>
 
Al contempo, Michele e i suoi successori perpetuarono la consolidata pratica di arruolare nella flotta mercenari stranieri, i quali venivano retribuiti ricevendo [[feudi]]. La maggior parte di questi mercenari, come Giovanni de lo Cavo (signore di [[Anafi]] e di [[Rodi]]), Andrea Moresco (successore di de lo Cavo a Rodi) e [[Benedetto Zaccaria]] (signore di [[Focea]]), erano Genovese, l'alleato principale dei Bizantini in questo periodo. Sotto Michele VIII, per la prima volta uno straniero, il corsaro italiano [[Licario]], ricevette la prestigiosa carica di ''megas doux'' e ricompensato con l'assegnazione del feudo di [[Eubea]].<ref>{{Harvnb|Bartusis|1997|p=60}}; {{Harvnb|Geanakoplos|1959|pp=209–211}}</ref> Nel 1303, un'altra carica di alto prestigio, quella di ''[[ammiraglio|amēralēs]]'' (ἀμηράλης o ἀμηραλῆς) fu introdotta insieme ai mercenari della [[Compagnia catalana]]. La carica sembra essersi consolidata nella gerarchia imperiale, venendo dopo i ''megas doux'' e i ''megas droungarios'', anche se solo due detentori della carica sono noti dalle fonti, ed entrambi sono attestati nel biennio 1303–1305.<ref>{{Harvnb|Bréhier|2000|p=339}}; {{Harvnb|Failler|2003|pp=232–239}}</ref>