Paolo Pietroni: differenze tra le versioni

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*Il supplemento 'Sette' sotto la direzione di Pietroni ha rilanciato il giornalismo d'immagine, fondato sulla fotografia d'autore e sulla convinzione che un periodico illustrato nell'era televisiva potesse conquistare un suo pubblico solo proponendosi alla lettura «come un insieme di fotografie che, diversamente dalle parole, proiettano il lettore nella dimensione dell'Essere e non del Divenire» (per usare le parole dello stesso Pietroni più volte ripetute nel corso delle sue lezioni di photo editing tenute all'interno della Rizzoli del biennio 2005/2006).
 
In generale, Pietroni ha sempre creduto nel suo metodo "teatrale": costruire un giornale come se fosse un personaggio. Amica: una donna anticonformista e trasgressiva. Max: l'eroe determinato a compiere la sua missione oltrepassando ogni limite. 7: il Fotografo che racconta il mondo attraverso il suo punto di vista. Grande rilevanza della veste grafica e tipografica dei periodici, utilizzando alla fine anche le innovazioni via via consentite dall'introduzione dei software informatici. Nel periodo in cui ha diretto 'Amica' e 'Max' ha rappresentato anche una delle prime figure di direttore-amministratore, intrattenendo direttamente i rapporti con gli inserzionisti, portando queste testate a un successo non solo in edicola, ma anche pubblicitario.
 
Nel 1990 si consuma il divorzio tra RCS e Pietroni, che passa alla Condé Nast come direttore editoriale e fondatore del mensile 'Vanity Fair' e del mensile 'Myster'. Qui subisce la grande delusione della sua carriera: nonostante un contratto di tre anni, viene sollevato dall'incarico dopo poco più di un anno per motivi che non sono mai stati chiariti, in seguito a un conflitto radicale con l'amministratore delegato Attilio Fontanesi.