Giuseppe Parini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
→‎L'ordinazione sacerdotale e il soggiorno presso i Serbelloni: Tolto link inutili; aggiunto punteggiatura
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 29:
 
==== L'ordinazione sacerdotale e il soggiorno presso i Serbelloni ====
[[File:8354MilanoPalazzoSerbelloni.JPG|sinistra|miniatura|Palazzo Serbelloni, a Milano. Il soggiorno quasi decennale presso questa famiglia dell'aristocrazia permise al Parini di entrare in contatto diretto con le idee dei lumi e di poter osservare da vicino la vita degli aristocratici.]]
Dopo aver compiuto a [[Lodi]] gli studi ecclesiastici, il giovane Parini fu ordinato [[sacerdote]] il 14 giugno del 1754<ref>{{Cita|Ferroni|p. 77}}</ref>, decisione presa principalmente per poter entrare in possesso dell'eredità della prozia. Nonostante leLe risorse economiche ereditate dall'anziana parente, esseperò, risultarono troppo scarse per farlo vivere in modo dignitoso, costringendo il giovane chierico a richiedere l'aiuto del [[Giuseppe Candido Agudio|canonico Agudio]] e poi dell'abate Soresi, che lo sosterrà nell'entrare al servizio del [[duca]] Gabrio [[Serbelloni (famiglia)|Serbelloni]] come precettore del figlio [[Gian Galeazzo Serbelloni|Gian Galeazzo]]. L'incarico di aio del giovane Serbelloni occuperà Parini fino al 1760, ma questi continuerà a risiedere a [[Palazzo Serbelloni]], senza rivestire un ruolo particolare, soprattutto per il volere dell'autorevole padrona di casa, la duchessa Maria Vittoria Ottoboni Boncompagni<ref>{{Cita|Nicoletti|p. 27}}</ref>.
 
Il servizio a casa Serbelloni durò, dunque, dal 1754 fino al 1762 e, pur non dandogli la sicurezza economica tanto desiderata, lo mise a contatto con persone di elevata condizione sociale e di idee aperte, a partire dalla duchessa Vittoria che leggeva [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] e [[Georges-Louis Leclerc de Buffon|Buffon]], al padre Soresi che sosteneva con ardore le riforme in campo scolastico, al medico di casa, [[Giuseppe Cicognini]] - in seguito direttore della facoltà di medicina di Milano - che sosteneva il dovere morale addi allargare le cure anche a coloro che per pregiudizio avevano mali considerati effetto di colpa.
 
Intanto in casa Serbelloni il Parini osservò la vita della [[nobiltà]] in tutti i suoi aspetti ed ebbe modo di assorbire e rielaborare alcune nuove idee che arrivavano dalla [[Francia]] di [[Voltaire]], [[Montesquieu]], [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], [[Étienne Bonnot de Condillac|Condillac]] e dell'''Encyclopédie'', che influenzarono gli scritti di questo periodo, al quale risalgono, tra gli altri, il ''[[Dialogo sopra la nobiltà]]'' (1757), le [[Ode|odi]] ''La vita rustica'' (che sarà pubblicata solamente nel 1790 nelle ''Rime degli arcadi'' con lo [[pseudonimo]] di Darisbo Elidonio), ''La salubrità dell'aria'' (1759), che affronta come la precedente l'opposizione [[città]]-[[campagna]], ma con uno stile completamente nuovo, e ''La impostura'' (1761).
 
Sempre in questo periodo scrisse, per i Trasformati, una polemica letteraria contro i ''Pregiudizi delle umane lettere'' (1756) del padre [[Alessandro Bandiera]] con il titolo ''Due lettere intorno al libro intitolato "I pregiudizi delle umane lettere"'' e nel 1760 una nuova polemica letteraria contro i "Dialoghi della lingua toscana" del padre barnabita [[Onofrio Branda]].