Paolo Veronese: differenze tra le versioni

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Tutto, in queste invenzioni del Veronese, è all'insegna dello sfarzo, come i raffinatissimi abiti indossati dai personaggi raffigurati (ad eccezione dei protagonisti evangelici), che sono abbigliati secondo la più elegante moda veneziana dell'epoca, come il pregiato vasellame che ingombra la tavola, come la stessa la ricercatezza dei marmi e delle decorazioni degli ambienti in cui il tutto si svolge. Nella folla dei presenti abbondano i ritratti di persone reali, spesso gli stessi committenti, e pare, almeno in un'occasione, vi compaia anche l'[[autoritratto]] dell'autore.<ref>{{cita|Marini e Aikema, 2014|pp. 105, 153-161}}.</ref>
 
La serie delle ''Cene'' è aperta, tra il 1555 e il 1556, dalla ''[[Cena in casa di Simone il fariseo (Veronese)|Cena in casa di Simone il fariseo]]'' (oggi conservata nella [[Galleria Sabauda]] di Torino), che il Veronese eseguì su incarico dei monaci benedettini di San Nazaro e Celso per il refettorio del [[Chiesa dei Santi Nazaro e Celso (Verona)|loro convento]] a Verona.<ref name="MA105">{{cita|Marini e Aikema, 2014|pp. 105, 124}}.</ref>
 
[[File:Paolo Veronese - Last Supper - WGA24886.jpg|left|thumb|upright=1.6|Paolo Veronese, ''Ultima Cena'', [[1585]], [[Pinacoteca di Brera]], [[Milano]]]]