Antonio Locatelli: differenze tra le versioni

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[[File:Massacre_de_Lékemti.jpg|thumb|[[Eccidio di Lechemti]], illustrazione ''Le Pèlerin'', 26 luglio 1936]]
Nonostante la presa di [[Addis Abeba]] e la proclamazione dell'impero, le truppe italiane erano in difficoltà per via della stagione delle piogge. Locatelli ricevette dal {{chiarire|generale [[Alfredo Graziani]]({{Errore: template |Alfredo Graziani era all'epoca I° capitano, non generale, verificare che non fosse il generale Rodolfo Graziani}} ) l'incarico di portarsi per via aerea a Lechemti, nell'estremo ovest del paese, per ricevere la sottomissione di un capo galla locale e preparare una base per ulteriori sbarchi aerei da cui procedere verso Gore, dove era riparato il governo provvisorio del negus. Locatelli parte per [[Lechemti]] con il generale di brigata aerea [[Vincenzo Magliocco]] il 26 giugno con tre aerei. Ma gli alleati galla non si presentano, e nella notte gli equipaggi accampati attorni ai velivoli presso la località di Bonaya vengono assaliti dai cadetti etiopi della scuola militare di Olettà, che si erano rifugiati a Gore.<ref name=treccani/>
Gli [[arbegnuoc]] guidati da Keflè Nasibù e Belai Haileab incendiarono gli aerei e uccisero tutti gli italiani, tranne padre Borello che si era allontanato il pomeriggio prima dell'attacco<ref>A. Del Boca, ''Gli italiani in Africa orientale'', vol. III, pp. 30-32.</ref>.
Dopo la scoperta dell'[[eccidio di Lechemti]], a Locatelli e agli altri componenti degli equipaggi viene concessa la [[medaglia d'oro al valor militare]]. Antonio Locatelli è l'unico individuo decorato con tre Medaglie d'Oro al Valor Militare.