Corona d'Aragona: differenze tra le versioni

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Seguendo una strategia comune agli altri regni della [[penisola iberica]], i re d'Aragona dotarono i regni della Corona di leggi e ''[[fuero]]s'' (consuetudini) proprie, al fine di limitare l'influenza della [[aristocrazia|nobiltà]] e garantire una maggiore fedeltà alla monarchia.
 
L'espansione aragonese nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] accrebbe la Corona d'Aragona di nuovi territori: la [[Sicilia]] ([[1282]]), i Ducati di [[Ducato di Atene|Atene]] ([[1311]]) e [[Ducato di Neopatria|Neopatria]] ([[1319]]), e la [[Regno di Sardegna|Sardegna]] fra il [[1323]] e il [[1326]] (a cui seguì una [[Guerra sardo-catalana|lunga guerra]] contro il [[giudicato di Arborea]]), nonché, nel [[1442]], il [[Regno di Napoli]]. Data la lontananza geografica dall'Aragona, questi territori non vennero assoggettati ad un governo centrale, bensì affidati alle ''élitesélite'' locali. Nei possedimenti italiani il controllo aragonese fu quindi spesso nominale, di natura più economica che politica.
 
Nel [[1410]] il re [[Martino I di Aragona|Martino I]] morì senza discendenti: in seguito al Compromesso di [[Caspe]], Ferdinando d'Antequera (della dinastia castigliana dei [[Trastámara]]) fu incoronato col titolo di [[Ferdinando I di Aragona|Ferdinando I d'Aragona]]. Più avanti, suo nipote [[Ferdinando II di Aragona|Ferdinando II]] riacquistò la [[Catalogna del Nord]] (fra cui anche il Rossiglione), che era passata alla [[Francia]], e il [[Regno di Navarra]], che pur essendosi da poco unito alla Corona d'Aragona era stato perso per via di dispute dinastiche interne. <!-- È da ricordare che Ferdinando II, esattamente come [[Alfonso V d'Aragona]], fece di [[Napoli]] la capitale di quei territori.<ref> Manuali di Storia Donzelli, ''Storia Medievale'', Roma 1998, ISBN 88-7989-406-4 </ref> quei territori, quali? -->