Giovanna Caleffi: differenze tra le versioni

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=== L'espatrio in Francia ===
[[Camillo Berneri]] è aggredito dai [[fascisti]] ripetutamente e, dato che non ha giurato fedeltà al regime, è allontanato dal suo lavoro di professore, e, nell'aprile del 1926, ripara in [[Francia]]. Giovanna rimane con figlie e suocera nella casa di suo padre [[Gualtieri]], ma, allorché viene allentata quanto basta la vigilanza dei [[fascisti]] sulla famiglia, il 1º agosto dello stesso anno attraversa in modo avventuroso la frontiera a [[Ventimiglia]]. La famiglia, di nuovo riunita, si stabilisce a [[Saint-Maur-des-Fossés]], nella periferia di [[Parigi]], ma si trova innanzi a enormi difficoltà finanziarie, come la maggioranza dei fuoriusciti, e nel 1929 Camillo Berneri fidandosi di un presunto amico, Ermanno Menapace, che invece è una spia dell'[[OVRA]], viene arrestato e successivamente espulso dalla Francia. Per Camillo inizia la travagliata peregrinazione attraverso l'[[Europa]] per cercar rifugio sicuro. Nel contempo Giovanna si dà da fare per ottenere permessi di soggiorno per il marito attraverso la rete dei compagni e l'interessamento dell'avvocato Paul De Bock di [[Bruxelles]]. In quegli anni il peso del sostentamento della famiglia ricade completamente sulle sue spalle. Nel 1933 Giovanna riesce ad avere in gestione una drogheria in rue de Terre-Neuve, al numero 20, e ben presto il locale si trasforma in luogo di incontro ed interscambio notizie per gli anarchici fuoriusciti: per tutto ciò, e per essere soprattutto moglie di [[Camillo Berneri]], è soggetta a stretti controlli da parte dei poliziotti e dei servizi preposti dal Ministero degli Interni francese. Vengono effettuati accertamenti su Maria Bibbi, che sembra lavorare con Giovanna e l'ideologia politica di Giovanna Caleffi è nota tramite la Prefettura di Milano. Siamo alle soglie dell'[[Guerra d'Etiopia|invasione italiana d'Etiopia]] e anche la [[guerra di Spagna]] non è lontana. Allo scoppio di quest'ultima, Camillo raggiunge la [[Catalogna]] per combattere assieme ai miliziani anarchici. Alla morte della moglie di [[Antonio Cieri]] i suoi figli verranno<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.altrastoria.com/pdf/estratto.pdpdf [[Antonio Cieri]] un eroe dimenticato] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> da lui affidati a Giovanna Caleffi.
 
=== La guerra di Spagna ===
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=== Gli ultimi anni di guerra e i primi del dopoguerra ===
Caduto [[fascismo]], inizia il periodo della [[Resistenza italiana|Resistenza]] e della [[Anarchici e Resistenza|Resistenza anarchica]]. Giovanna Caleffi assieme a Cesare Zaccaria è impegnata a ricucire le file del movimento anarchico con [[Armido Abbate]], [[Pio Turroni]] e altri compagni. Esce nel 1944 in clandestinità ''La Rivoluzione libertaria'' e ''Volontà'' che, dopo il congresso di [[Carrara]], da foglio giornaliero diverrà rivista a cui collaborano anche [[Ignazio Silone]], [[Albert Camus]] e [[Gaetano Salvemini]]. Giovanna pensa che il movimento anarchico debba adeguarsi al dinamismo del periodo ed alle scelte internazionali delle grandi potenze uscite vincitrici dalla [[seconda guerra mondiale]]. In occasione della prima pubblicazione di ''Volontà'' la Caleffi dichiara {{citazione|''Volontà'' è messa insieme, in generale, con il modesto contributo di lavoratori che sentono impellente il bisogno di esprimere la loro critica anarchica alla società ed agli avvenimenti attuali e di inserirvi le loro idee di rinnovamento sociale e di giustizia. }} Di notevole interesse è la lettera scritta da Giovanna nell'aprile del 1945 al gruppo anarchico che fa capo alla ''[[Federazione Comunista Libertaria]]'' di [[Livorno]] in cui esprime la propria contrarietà all'ipotesi che la ''[[Federazione Comunista Libertaria]]'' di [[Livorno]] entri nell'organizzazione livornese del [[CLN]], ricordando l'esperienza di Spagna e soprattutto le lotte a Barcellona, nel maggio 1937, contro i comunisti stalinisti. La Caleffi ha infatti compreso che in quel momento storico la linea del [[Partito Comunista Italiano|PCI]], forza dominante nel [[CLN]] livornese, non può essere altro che filo-stalinista data anche l'egemonia assoluta di [[Palmiro Togliatti]] nel partito.<ref>secondo [[Roberto Angiuoni]] {{citazione|Togliatti è l'uomo giusto per assolvere a tale compito. Porteranno la sua firma la repressione degli anarchici a [[Barcellona]] e [[Bilbao]], la liquidazione del [[POUM]], l'uccisione di [[Andrés Nin]] e [[Camillo Berneri]].}}[http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o3649 Togliatti e togliattismo: anniversario di lacrime e collaborazionismo di Roberto Angiuoni (AMR Progetto Comunista - sinistra del PRC - Roma)]</ref><ref>[http://www.alternativacomunista.it/content/view/282/ Roberto Angiuoni e Alternativa Comunista]</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2043284/&print=true Il sangue di Barcellona] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }} da [[L'Espresso]]{{citazione|Una didascalia ritrovata negli archivi moscoviti indica la presenza del leader italiano in Spagna mentre venivano fucilati gli [[anarchici]] e i [[trotzkisti]]}}</ref><ref>[http://www.redscintilla.com/archivio_storico.php Comunisti italiani nei [[gulag]] di [[Stalin]] di Damiano Signorini] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090107040025/http://www.redscintilla.com/archivio_storico.php |data=7 gennaio 2009 }}</ref> Frattanto escono grazie al suo fondamentale contributo le ''edizioni RL'' e ''la Collana Porro'' su cui hanno spazio gli scritti di anarchici " padri " del movimento quali [[Errico Malatesta]], [[Clara Geoffroy|Boris Volin]], ed intellettuali anarchici e/o di tendenza anarchica quali [[Luce Fabbri]], [[Carlo Doglio]]<ref>[http://www.altronovecento.quipo.it/numero1persone4.html breve biografia Carlo Doglio] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080419130520/http://www.altronovecento.quipo.it/numero1persone4.html |data=19 aprile 2008 }}</ref>.
Con Cesare Zaccaria si impegna alla divulgazione del metodo di controllo delle nascite, pubblicando un libriccino, nel 1948, dal titolo ''Il controllo delle nascite''. Tale opuscolo è una raccolta di scritti, già comparsi nel 1947 su ''Volontà'', tendenti a dimostrare la tesi che un eccesso di nascite, in un paese come l'Italia del tempo, è solo cagione di miseria e disuguaglianza sociale. L'opuscolo, sequestrato dai poliziotti, sarà alla base dell'accusa, rivolta sia alla Caleffi che al Zaccaria, di "propaganda contro la procreazione". Processati, sono assolti con formula piena due anni più tardi, nel maggio del 1950. Nel contempo la Caleffi invia i suoi articoli a varie testate libertarie in [[Italia]] e degli emigrati [[anarchici]] (e/o fuoriusciti a causa del [[fascismo]] ed ivi rimasti) in [[Stati Uniti d'America|USA]]: per le pubblicazioni italiane ricordiamo gli scritti della Caleffi su [[Umanità nova]], [[Il Mondo]], [[Il Lavoro nuovo]] di [[Genova]], per le testate statunitensi [[L'Adunata dei Refrattari]] e ''Controcorrente'' di ''Boston''. Giovanna Caleffi si occupa anche, in quegli anni, di questioni di supporto sociale ed economico ai disagiati. Nell'estate del 1948 riesce a condurre in porto un progetto che le stava particolarmente a cuore: portare in vacanza i figli dei compagni meridionali tramite il supporto logistico ed economico dei compagni del nord. Pur non essendo il primo esperimento di tale tipo, rappresenta certamente una novità per l'epoca e il successo ottenuto fa sì che venga ripetuto anche nel 1949. Nello stesso anno muore prematuramnete la primogenita Maria Luisa. Per ricordarla, a nome di un'ideologia che anche la giovane defunta aveva fatto propria, la Caleffi si fa promotrice di un progetto ambizioso: strutturare una colonia stanziale a Cesenatico che porti il nome di sua figlia. Il progetto va in porto nel 1951, grazie anche a Cesare Zaccaria che mette a disposizione la sua casa di campagna nei pressi di [[Piano di Sorrento]]. La raccolta dei fondi effettuata a tale proposito, non era stata infatti sufficiente per poter edificare una nuova costruzione. La colonia riesce a mantenersi in vita per sette anni, fino all'estate del 1957. All'origine della sua chiusura è il debito accumulato, pari a 112.419 lire (cifra ragguardevole per l'epoca, soprattutto in considerazione delle modeste possibilità economiche degli organizzatori) e il ritiro dal progetto di Cesare Zaccaria, dopo l'esaurimento del rapporto intrattenuto con Giovanna Caleffi.
 
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*{{cita web|http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/296/img/48a.jpg|Foto di Giovanna Caleffi con le figlie}}
*{{cita web |1=http://www.artapartofculture.org/2008/11/22/giovanna-caleffi-berneri-e-la-cultura-eretica-di-sinistra/ |2=''Giovanna Caleffi Berneri e la cultura eretica di sinistra'' |urlmorto=sì }}
*[http://www.mercatiesplosivi.com/famber.html Archivio Famiglia Berneri - [[Aurelio Chessa]] ''Storie di [[anarchici]] e [[anarchia]]'' Biblioteca Panizzi- [[Reggio Emilia]]] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090219202908/http://mercatiesplosivi.com/famber.html |date=19 febbraio 2009 }}
 
{{Controllo di autorità}}