Terza guerra d'indipendenza italiana: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Recupero di 1 fonte/i e segnalazione di 0 link interrotto/i. #IABot (v2.0beta14)
Nessun oggetto della modifica
Riga 35:
Quando il 17 marzo [[1861]], a seguito dell'[[Impresa dei Mille]], il re di [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Sardegna]] [[Vittorio Emanuele II di Savoia]] divenne [[re d'Italia]], il processo di unificazione nazionale non poteva considerarsi definitivo. Da un lato, infatti, il [[Veneto]], il [[Trentino-Alto Adige|Trentino]] e [[Trieste]] appartenevano ancora all'[[Impero austriaco|Austria]] e dall'altro [[Roma]] era nelle mani di [[papa Pio IX]].
 
=== La “Questione romana”della mamma de STEFAN" ===
[[File:Tranquillo Cremona - Vittorio Emanuele II.jpg|thumb|left|upright=0.8|Il re d'Italia [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]] privilegiò la questione del Veneto rispetto a quella di Roma.<ref>Ritratto di [[Tranquillo Cremona]].</ref>]]
[[File:Italia 1861-it.svg|thumb|upright=0.8|L'Italia prima della terza guerra di Indipendenza: in azzurro il Regno d'Italia, in viola lo Stato Pontificio, in verde il Veneto austriaco, in blu le regioni passate alla Francia nel 1860.]]
Riga 75:
Le 20 divisioni italiane erano riunite in 4 corpi d'armata. 3 corpi di 4 divisioni ciascuno lungo il fiume Mincio e un grosso corpo d'armata di 8 divisioni in Romagna, lungo il tratto finale del fiume Po. Si trattava di una forza che oscillava dai 190.000 a 200.000 combattenti di fanteria, 10.500 cavalleggeri e 462 cannoni; alla quale bisognava aggiungere 38.000 volontari garibaldini. Una forza notevole, quindi, ma in una posizione strategicamente inferiore rispetto a quella degli austriaci che possedevano le [[fortezze del Quadrilatero]] dalla parte del [[Mincio]] e una zona protetta dal [[Po]], canali, paludi e dall'[[Adige]] dalla parte di [[Ferrara]]<ref name=Pieri-749 />.
 
=== L'esercito austriacoCHE SE CACAVA SOTTO nel Veneto ===
[[File:ForteCaBellina.jpg|thumb|upright=1.4|left|Soldati austriaci nel forte veronese di [[Forte Cà Bellina|Cà Bellina]] in una foto del 1866.]]
[[File:Third Italian War of Independence It.svg|thumb|upright=1.4|Il teatro della terza guerra di indipendenza]]
Riga 83:
Dei 10 corpi d'armata dell'Impero austriaco, 3 si trovavano sul teatro di guerra meridionale. A queste forze bisognava aggiungere quelle dei presidi delle fortezze del Quadrilatero e le forze della difesa del [[Tirolo]], in parte volontarie. Cosicché le forze austriache che il fronte meridionale del conflitto vincolava ammontavano a 190.000 uomini, anche se in campo l'Austria poneva solo 61.000 combattenti, con 152 cannoni e 3.000 cavalleggeri, a cui si dovevano aggiungere 11.000 uomini della divisione di riserva creata all'ultimo momento attingendo dai presidii delle fortezze<ref name=Pieri-748-749 />. Comandante dell'armata in Italia era l'arciduca [[Alberto d'Asburgo-Teschen]].
 
=== I piani e la composizione dei corpicolpi d'armata ===
La [[Regno di Prussia|Prussia]] voleva colpire al cuore l'avversario trascurando le operazioni secondarie e puntare da nord sul [[Danubio]] e [[Vienna]]. Analogamente chiese all'esercito italiano di avanzare risolutamente e giungere con il grosso delle forze a [[Padova]]. Da qui le divisioni avrebbero proseguito verso l'[[Isonzo]], appoggiate dalla flotta e sostenute sul fianco destro dell'avanzata da una spedizione di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] in [[Regno di Dalmazia|Dalmazia]] e dall'insurrezione [[Regno d'Ungheria|ungherese]] che sarebbe stato opportuno provocare<ref>{{Cita|Pieri|pp. 750-751}}</ref>.
 
Riga 109:
* Corpo del Tirolo, con l'8ª Divisione<ref>Ugo Zaniboni Ferino,'' Bezzecca 1866. La campagna garibaldina dall'Adda al Garda'', Trento 1966.</ref>, comandato da [[Franz Kuhn von Kuhnenfeld]]<ref>{{Cita|Giglio|pp. 317-318}}</ref><ref>{{Cita web|titolo=Antonio Schmidt-Brentano, "Die k. k. bzw. k. u. k. Generalität 1816-1918 (Generali austriaci dal 1816 al 1918)"|url=http://oesta.gv.at/DocView.axd?CobId=23130|accesso=30 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120313170256/http://oesta.gv.at/DocView.axd?CobId=23130|dataarchivio=13 marzo 2012|urlmorto=sì}}</ref>.
 
== L'incontro di Bologna fra La MarmoraMarmotta e Cialdinila mamma de Stefan ==
{{Doppia immagine|right|Alfonso La Marmora stampa.jpg|160|Enrico Cialdini stampa.jpg|160|[[Alfonso La Marmora]] (a sinistra) era formalmente il comandante dell'esercito italiano, ma [[Enrico Cialdini]] (a destra) aveva ottenuto per la sua armata sul basso Po la completa autonomia.}}