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Costituisce la massima magistratura islamica (con una rilevanza eminentemente politica, anche se non esente da risvolti spirituali), ma non è prevista nel [[Corano]] e neanche nella [[Sunna]] di Maometto. Fu infatti realizzata in modo del tutto originale da alcuni fra i primissimi [[Sahaba|compagni]] del [[Maometto|Profeta]] nella stessa giornata della sua morte, l'8 giugno [[632]] (corrispondente al 13 [[Rabi' I|rabīʿ I]] dell'11 dell'[[egira]]).<ref>[[Claudio Lo Jacono]], ''Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo)'' 1. ''Il Vicino Oriente'', Torino, Einaudi, 2002, pp. 39-40.</ref>
 
== Storia ==
{{Vedi anche|Califfato|Califfato dei Rashidun|Califfato di Cordova|Califfato ottomano|Califfato abbaside|Califfato d'Egitto|Costituzione di Medina|Emirato}}
La parola ''khalīfa'' compare con altro significato nella [[Sūra]] II ("al-baqara", [[ayat|versetto]] 28), che dice: {{q|Quando il tuo Signore disse agli angeli "in verità io sto per costituire in terra un vicario (''khalīfa'')", gli angeli risposero "costituirai tu in essa uno che porterà corruzione su di essa e spargerà il sangue, mentre noi celebriamo le tue lodi e esaltiamo la tua santità?"; Dio rispose "io in verità so ciò che voi non sapete".}} Anche in altra occasione la parola è usata, riferita al profeta [[Davide|Dāwūd]] (XXXVIII:26): {{q|O David! Noi t'abbiam costruito Vicario sulla terra|trad. [[Alessandro Bausani]]}} In entrambi i casi è del tutto evidente che il significato del termine ''khalīfa'' è qui quello di "Vicario, luogotenente", non quello di "successore". Sarebbe considerato infatti assolutamente blasfemo nell'Islam che Maometto possa mai avere un suo successore nella profezia.<ref>Si veda [[Claudio Lo Jacono]], ''Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo)'' I. ''Il Vicino oriente'', Torino, Einaudi, 2003, p. 39.</ref>
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#'''[[al-Musta'sim|al-Mustaʿsim]]''' ([[1242]]-[[1258]])
 
=== Abbasidi del Cairo ===
Ufficialmente il califfato [[sunnismo|sunnita]] finì nel [[1258]] quando i [[Mongoli]] distrussero [[Baghdad]] e misero a morte l'ultimo abbaside. Ufficiosamente il califfato continuò con i califfi della dinastia '''[[Abbasidi|abbaside]]''' de [[Il Cairo]], sotto il controllo dei [[Mamelucchi]], che furono:
# [[al-Mustansir (califfo abbaside del Cairo)|al-Mustanṣir]] ([[1261]])
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Un califfato di grande importanza, antagonistico di quelli abbaside e omayyade andaluso, fu quello dei [[Fatimidi]], anche se i loro leader preferirono farsi chiamare [[imam]] (guida), in accordo anche con la tradizione dello [[sciismo]] cui appartenevano. In minor misura si può considerare califfato anche quello degli [[Almohadi]], che si facevano infatti chiamare ''amīr al-muʾminīn''.
 
L'ultimo califfato riconosciuto all'interno di quasi tutto il mondo [[sunnita]] fu quello degli [[Ottomani]]. Sulla questione scrisse, negandone la validità, l'[[arabista]] e [[islamistica|islamista]] [[italia]]no [[Carlo Alfonso Nallino]], che mise in eccessiva evidenza il fatto che la [[dinastia ottomana]] non era [[Arabi|araba]], bensì [[Turcico|turca]]. <ref>[[Carlo Alfonso Nallino|C. A. Nallino]], "Appunti sulla natura del «Califfato» in genere e sul presunto «Califfato ottomano»", in: (a cura di [[Maria Nallino]]), ''Scritti editi e inediti'', 6 voll., Roma, [[Istituto per l'Oriente]], III, pp.&nbsp;234–569.</ref>
 
A spingerlo a una tale presa di posizione, palesemente in contrasto con la realtà dei fatti (che faceva invece giudicare perfettamente legittimo il "califfato ottomano" da gran parte del mondo islamico [[maghreb]]ino e [[Vicino Oriente|vicino-orientale]]), fu la recente conquista italiana della [[Tripolitania]] e della [[Cirenaica]] [[Impero ottomano|ottomane]].<br />
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== Altri progetti ==
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==Collegamenti esterni==