Freyr: differenze tra le versioni

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Una delle fonti scritte più antiche sulle [[paganesimo|religioni pagane]] [[scandinavia|scandinave]] pre-[[cristianesimo|cristiane]] è l'opera di [[Adamo di Brema]] "''Gesta Hammaburgensis Ecclesiae Pontificum''".
 
[[File:Detail from G 181.jpg |thumb |upright |[[Odino]], [[Thor]] e Freyr. [[Pietra runica]] G 181 di [[Gotland]] runestone. conservato al Swedish Museum of National Antiquities a [[Stoccolma]].]]
Scrivendo attorno al [[1080]] Adamo pretese di avere accesso a informazioni di prima mano sul paganesimo ancora praticato in [[Svezia]]. Parla di Freyr con il suo nome [[lingua latina|latinizzato]] di "''Fricco''" e riporta che una sua effigie a [[Skara]] fu distrutta da un [[missionario]] cristiano. La sua descrizione del [[Tempio di Uppsala]] ci dà ulteriori dettagli sul dio.
 
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Gli storici sono divisi sull'affidabilità del resoconto di Adamo. Poiché racconta eventi a lui contemporanei, Adamo enfatizza volontariamente il ruolo dell'[[Arcidiocesi di Brema]] nella [[cristianizzazione dei Germani|cristianizzazione della Scandinavia]]. Il periodo di tempo della cristianizzazione della Svezia si scontra con altre fonti, come le iscrizioni [[runa|runiche]], e prove [[archeologia|archeologiche]] non confermano l'esistenza di un grande tempio a [[Uppsala]]. D'altra parte l'esistenza di idoli fallici è stata confermata nel [[1904]] con un ritrovamento a Rällinge nel [[Södermanland]].
[[File:Copy of Freyr from Rallinge.jpg |thumb |upright |Statuetta di Freyr rinvenuta nel [[1904]] a Rallinge, nel [[Södermanland]]. ]]
 
=== Nell'[[Edda in prosa]] ===
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L'unico [[mito]] su Freyr trattato ampiamente nell'Edda in prosa riguarda la storia del suo matrimonio:
 
{{Citazione|Un giorno Freyr si recò fino a Hliðskjálf e guardò su tutti i mondi. E quand'egli si volse verso settentrione video in un podere un edificio grande e bello e verso questa casa andava una donna e quand'ella levò le mani e aprì la porta dinnanzi a sé, dalle sue mani si diffuse luce nell'aria e sul mare e tutti i mondi se ne illuminarono. In tal modo fu punita l'audacia di Freyr di essersi seduto su quel sacro seggio ed egli se ne andò pieno di dolore. E quando tornò a casa non parlò, né dormì, né bevve e nessuno osò rivolgergli la parola.|Snorri Sturluson - Edda in prosa - Gylfaginning - XXXVII|Þat var einn dag, at Freyr hafði gengit í Hliðskjálf ok sá of heima alla. En er hann leit í norðrætt, þá sá hann á einum bæ mikit hús ok fagrt, ok til þess húss gekk kona, ok er hon tók upp höndum ok lauk hurð fyrir sér, þá lýsti af höndum hennar bæði í loft ok á lög, ok allir heimar birtust af henni. Ok svá hefnði honum þat mikla mikillæti, er hann hafði setzt í þat it helga sæti, at hann gekk í braut fullr af harmi. Ok er hann kom heim, mælti hann ekki. Ekki svaf hann, ekki drakk hann. Engi þorði ok at krefja hann orða.|lingua=non}}
 
La donna è [[Gerðr]], una [[Jötunn|gigantessa]] bellissima. Freyr immediatamente s'innamora di lei e diventa depresso e taciturno. Dopo aver meditato per un po' di tempo, chiama il suo fido [[Skírnir]] e gli racconta la storia, aggiungendo che probabilmente morirà se non potrà averla. Allora chiede al suo servo di andare da lei e corteggiarla in nome suo.
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== Altri progetti ==
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| tipologia= regnante