Scipione Ammirato: differenze tra le versioni

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==Teoria della ragion di stato==
Nei ''Discorsi sopra Cornelio Tacito '' Ammirato sostiene che la ragione di stato "''altro non essere che contraventione di ragione ordinaria per rispetto di publico beneficio, overo per rispetto di maggiore e più universal ragione''".<ref>[{{cita web|url=http://www.filosofia.unina.it/ars/aammira.html|titolo= RagionScipione diAmmirato|accesso=1 Statogiugno -2019}}, Antologia: SCIPIONE AMMIRATO<!-- Titolo generato automaticamentep. -->]179</ref> Egli riteneva che il monarca, o il reggitore delle sorti dello stato, fosse provvisto di una ''plenitudo potestatis'', sebbene dovesse essere saggio ed esemplare, consapevole dei suoi doveri.<ref name=DBI/> Ammirato in ultima istanza riteneva che la ragion di Stato fosse solo una deroga agli [[ordinamento giuridico|ordinamenti]] vigenti, in casi particolari in cui fosse a repentaglio l'esistenza stessa dello Stato, ma non una deroga alle [[Etica|leggi naturali]] o divine. In altri termini, esiste a suo giudizio una ragione di stato non arbitraria (''dominationis flagitia''), ma rispettosa del bene generale, tesa a limitare i privilegi e gli eccessi, a condizione che venga esercitata dal principe, solo e legittimo rappresentate dello stato, nel rispetto delle leggi di [[Dio]] e della natura.<ref>{{Cita libro|editore= [[Donzelli Editore]]|nome=Maurizio|cognome=Viroli|titolo= Dalla politica alla ragion di stato: la scienza del governo tra XIII e XVII secolo
|città= Roma|accesso= 4 gennaio 2012|data= 1994|url= https://books.google.it/books?id=KkCm016TzqkC&pg=PA179&dq=giuristi#v=onepage&q&f=false|p= 179}}</ref>