Diocesi di Brescia: differenze tra le versioni

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Protagonista delle battaglie politiche locali nel difficile periodo del confronto fra liberali e cattolici, il giornale è sottoposto spesso alla censura al punto da dover sospendere nel 1926 le pubblicazioni dopo che la tipografia viene devastata in seguito ad un'incursione fascista.<ref name = "storia">{{cita web|url=http://www.fisc.it/pls/fisc_debug/settimanali.elenco_dettx?id_sett=11&scheda=fisc&id_session=|titolo=La Voce del Popolo|data=|accesso=5 ottobre 2018}}</ref>
 
Nel 1937 la testata riprende le pubblicazioni cambiando il nome in ''La Voce Cattolica'',<ref name = "storia"/> probabilmente anche per evitare la confusione con il quotidiano fascista ''Il Popolo di Brescia''. Nel settembre 1945 riprende il nome storico, raggiungendo negli anni cinquanta una tiratura di 50 mila.000 copie<ref name = "storia"/> che nel tempo si attesteranno tra le 15-20 mila.000 copie (di cui mille destinate alle missioni bresciane sparse nel mondo).
 
In occasione degli ottant'anni del settimanale, iniziano dal 1º dicembre 1972 le pubblicazioni di fascicoli inseriti all'interno del giornale intitolati ''[[Enciclopedia bresciana]]''. L'iniziativa, nata da un'idea di [[Antonio Fappani]], monsignore e storico della cultura bresciana, andrà avanti per più di trent'anni con un'interruzione di 4 anni nel 1987. Saranno pubblicati in totale 22 volumi, l'ultimo uscirà nel 2007.