Enrico Berlinguer: differenze tra le versioni

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|Nome = Enrico
|Cognome = Berlinguer
|PreData = [[pronuncia|pron.]] ''Berlinguèr'', <small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[berliŋˈɡwɛr]|it}}<ref>{{Cita|Migliorini}}.</ref>, {{Link audio|It-Enrico Berlinguer 2.oga|<small>ascolta</small>}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Sassari
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[[File:Fotothek df roe-neg 0006154 011 Demonstration.jpg|thumb|Le effigi di Berlinguer e [[Palmiro Togliatti|Togliatti]] durante una manifestazione a [[Berlino Est]] nel 1951]]
 
Nel 1948, tra il 4 e il 10 gennaio,<ref name="4-10">{{Cita|''VI Congresso''}}.</ref> si svolse a Milano il [[VI Congresso del Partito Comunista Italiano|VI Congresso del PCI]], che elesse Enrico, in qualità di responsabile del movimento giovanile, nel massimo organismo del partito, la Direzione, composta di ventuno membri.<ref name="Pag. 19">{{Cita|Barbagallo|p. 19}}.</ref> A fine marzo 1949 il Comitato centrale decise di ricostruire la [[Federazione Giovanile Comunista Italiana]], affidando la segreteria a Berlinguer, con la collaborazione di [[Silvano Peruzzi]], [[Raffaello Ramat]], [[Bruno Bernini]] e [[Ugo Pecchioli]]. Da agosto la nuova FGCI affiancò al proprio settimanale da centomila copie, ''[[Pattuglia (periodico)|Pattuglia]]'', il mensile ''Gioventù nuova'', con una tiratura di ventimila copie, diretto dallo stesso Berlinguer, mentre nella primavera del 1950 tenne al [[Teatro Carlo Goldoni (Livorno)|Teatro Goldoni]] di [[Livorno]] il primo congresso dopo la ricostituzione, il [[XII Congresso della Federazione Giovanile Comunista Italiana|XII complessivo]].<ref>{{Cita|Fiori|pp. 73-74}}.</ref>
 
Nello stesso anno Berlinguer divenne segretario della [[Federazione Mondiale della Gioventù Democratica]], l'associazione internazionale dei giovani comunisti con sede a [[Budapest]], dove Enrico si recava a lavorare per 10 giorni al mese. In questo compito era assistito da [[Hu Yaobang]], futuro segretario del [[Partito Comunista Cinese]], ed [[Erich Honecker]], in seguito presidente della [[Repubblica Democratica Tedesca]].<ref name="Pag. 78-79">{{Cita|Fiori|pp. 78-79}}.</ref> Nello stesso periodo il fratello Giovanni era segretario dell'Unione internazionale degli studenti, con sede a [[Praga]].<ref name="Pag. 23">{{Cita|Barbagallo|p. 23}}.</ref> Nell'agosto del 1951 si tenne a [[Berlino Est]] il Festival mondiale della gioventù, e l'anno successivo si concluse il mandato di Enrico Berlinguer, che tuttavia continuò anche in seguito a militare nell'organizzazione.<ref name="Berlinguer Treccani" />
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Alle [[Elezioni politiche italiane del 1968|elezioni politiche del 19 maggio 1968]] la Direzione del PCI decise di candidare Berlinguer capolista nel Lazio (a verbale risulta il suo unico voto contrario alla candidatura).<ref name="Cronologia" /> Enrico venne eletto con {{formatnum:150000}} preferenze e divenne per la prima volta deputato.<ref name=Biagini>{{Cita|Biagini}}.</ref> Le elezioni costituirono un decisivo successo comunista e una secca sconfitta per il [[PSI-PSDI Unificati|Partito socialista unificato]]: il partito guidato da Longo riuscì a ottenere 11 seggi in più rispetto alle [[Elezioni politiche italiane del 1963|elezioni precedenti]], mentre i socialisti ne persero 29. Buono fu anche il risultato della [[Democrazia Cristiana]], che conseguì sei seggi in più rispetto a 5 anni prima.<ref name="interno">{{Cita|''Archivio Storico...'', 1968}}.</ref>
 
A novembre di quell'anno Berlinguer fu a Mosca su invito del PCUS, alla testa di una delegazione composta da [[Paolo Bufalini|Bufalini]], [[Arturo Colombi|Colombi]], [[Armando Cossutta|Cossutta]] e [[Carlo Alberto Galluzzi|Galluzzi]], mentre gli interlocutori, assente Brežnev in visita ufficiale a [[Varsavia]], erano guidati dall'ucraino [[Andrej Pavlovič Kirilenko|Andrej Kirilenko]].<ref name="Pag. 163gp">{{Cita|Fiori|p. 163}}.</ref>{{#tag:ref|«Il mandato che ricevemmo dalla Direzione del partito per quel difficile confronto era preciso: discutere con il Pcus non soltanto della [[Conferenza internazionale dei partiti comunisti]] ''(in programma l'anno successivo)'' ma anche della [[Cecoslovacchia]], evitando, se possibile, un ulteriore inasprimento dei rapporti, ma senza recedere di un pollice dalle nostre posizioni.»<ref name="Pag. 211cit">{{Cita|Galluzzi|p. 211}}.</ref>|group=N}}
 
[[File:Pajetta e Berlinguer 1969.jpg|thumb|left|[[Giancarlo Pajetta]] e Berlinguer al XII Congresso del PCI]]
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Nell'ultimo dei tre articoli, pubblicato il 12 ottobre, si legge: «Sarebbe del tutto illusorio pensare che, anche se i partiti e le forze di sinistra riuscissero a raggiungere il 51 per cento dei voti e della rappresentanza parlamentare (…), questo fatto garantirebbe la sopravvivenza e l’opera di un governo che fosse l’espressione di tale 51 per cento. Ecco perché noi parliamo non di una "alternativa di sinistra" ma di una "alternativa democratica", e cioè della prospettiva politica di una collaborazione e di una intesa delle forze popolari d'ispirazione comunista e socialista con le forze popolari di ispirazione cattolica, oltre che con formazioni di altro orientamento democratico. (…) La gravità dei problemi del paese, le minacce sempre incombenti di avventure reazionarie e la necessità di aprire finalmente alla nazione una sicura via di sviluppo economico, di rinnovamento sociale e di progresso democratico rendono sempre più urgente e maturo che si giunga a quello che può essere definito il nuovo grande "compromesso storico" tra le forze che raccolgono e rappresentano la grande maggioranza del popolo italiano».<ref name="Cronologia" /> Iniziarono così a delinearsi le caratteristiche della segreteria Berlinguer: da un lato il tentativo di collaborare con la [[Democrazia Cristiana]] nella prospettiva di realizzare riforme sociali ed economiche che il leader del PCI considerava indispensabili,<ref>{{Cita|Fiori|pp. 216-217}}.</ref> dall'altro la volontà di rappresentare un nuovo comunismo indipendente dall'URSS, che in seguito sarebbe stato chiamato "[[eurocomunismo]]", intendendo con tale termine il rapporto che avrebbero avuto i partiti comunisti italiano, [[Partito Comunista Francese|francese]] e [[Partito Comunista di Spagna|spagnolo]] dal 1975 in poi, con l'obiettivo di distanziarsi dal sistema sovietico e rivendicare più autonomia da Mosca.<ref name="binstoria">{{Cita|Formisano}}.</ref>
 
La proposta politica del compromesso storico sviluppava il tradizionale indirizzo di Togliatti, elaborato durante la Resistenza e il dopoguerra, rivolto a realizzare una stabile alleanza di governo fra le grandi forze popolari (DC, PCI e PSI),<ref name="compromesso storico2">{{Cita|''Compromesso storico'' in ''Dizionario di storia''}}.</ref> ma vi introduceva delle novità: da un lato la volontà di reagire ad una tensione internazionale drammatica che aveva portato all'appoggio americano al cruento colpo di Stato in Cile, dall'altro la prima ricerca di elementi programmatici nuovi da ascrivere al compromesso, come l'"[[Austerity|austerità]]" nel consumo, in risposta all'emergere della [[ecologia|questione ecologica]].<ref name="compromesso storico">{{Cita|''Compromesso storico'' in ''Enciclopedie on line''}}.</ref>
 
Dal 18 al 23 marzo 1975 si svolse al [[Palaeur]] di Roma il [[XIV Congresso del Partito Comunista Italiano|XIV Congresso del PCI]], ribattezzato dai giornali il "congresso del compromesso storico",<ref name="xivcongresso">{{Cita|''XIV Congresso''}}.</ref> ma già nella seconda giornata dei lavori [[Amintore Fanfani]] decise di ritirare la delegazione DC a causa delle ingerenze nelle [[Elezioni legislative in Portogallo del 1976|elezioni portoghesi]] da parte del PCI: il partito italiano aveva intatti avuto un ruolo nella decisione del Consiglio militare della rivoluzione di escludere dalla consultazione il Partito democratico cristiano, responsabile di un tentato golpe.<ref name="Pag. 240-241">{{Cita|Fiori|pp. 240-241}}.</ref>
 
Domenica 15 e lunedì 16 giugno si tennero le [[Elezioni regionali italiane del 1975|Elezioni regionali]] e [[Elezioni amministrative italiane del 1975|amministrative]], cariche di significato politico: furono infatti quaranta milioni gli italiani chiamati alle urne per rinnovare i consigli di {{formatnum:6345}} città, 86 province e 15 regioni a statuto ordinario; inoltre per la prima volta votarono anche i diciottenni. L'esito segnò una sostanziale vittoria delle sinistre, in particolare dei comunisti, che ottennero una media nazionale del 33,4%, con la DC al 35,4% e il PSI al 12%.{{#tag:ref|Il PCI raggiunse il 48,3% dei suffragi in [[Emilia Romagna]], il 46,5 in [[Toscana]], il 46,1 in [[Umbria]], il 38,4 in Liguria, il 36,9 nelle [[Marche]], il 33,9 in [[Piemonte]], il 33,5 nel [[Lazio]], il 30,4 in [[Lombardia]], il 30,3 in [[Abruzzo]].<ref name="l'unità1975">{{Cita|Bongiovanni}}.</ref>|group=N}}
 
Nel corso del 1976 Berlinguer precisò il proprio pensiero in due significative interviste: nella prima, curata da [[Carlo Casalegno]] per alcuni importanti quotidiani europei (''[[La Stampa]]'', ''[[Die Welt]]'', ''[[Le Monde]]'', ''[[Times]]''), il segretario del PCI ribadì la scelta democratica e l'autonomia della politica del partito italiano; nella seconda, firmata da [[Gianpaolo Pansa]] sul ''[[Corriere della Sera]]'' del 15 giugno, Berlinguer si soffermò invece sul rapporto tra l’Italia e la [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] e sull’atteggiamento dei comunisti verso l’Alleanza Atlantica.<ref name="cronologiadell'unità">{{Cita|''Berlinguer, la cronologia''}}.</ref> Fu invece in un incontro in Francia con il segretario del PCF [[Georges Marchais]], il 3 giugno, all'indomani del [[XXV Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica|XXV Congresso del PCUS]], che Berlinguer nominò per la prima volta l'eurocomunismo.<ref name="Pag. 258f">{{Cita|Fiori|p. 258}}.</ref>
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All'inizio del 1978 venne programmato per il mese di maggio un viaggio di Berlinguer negli [[Stati Uniti]] che non avrebbe avuto luogo.{{#tag:ref|Il progetto di una visita di Berlinguer negli Stati Uniti, su invito della [[New York University]], è menzionato da [[Norman Birnbaum]] in una lettera a [[Sergio Camillo Segre]] dell'8 febbraio 1978. Una delegazione del PCI guidata dal segretario si sarebbe invece recata in ottobre a Parigi, a Mosca e a [[Belgrado]].<ref name="Pag. 135p">{{Cita|Pons|p. 135}}.</ref>|group=N}} Intanto il 5 gennaio Enrico, accompagnato da [[Luciano Barca]], incontrò [[Aldo Moro]] in casa di un consigliere di quest'ultimo, [[Tullio Ancora]].<ref name="Cronologia" /> Il 26 gennaio il Comitato centrale del partito sottolineò l'esigenza di una partecipazione diretta del PCI al governo del paese, posizione ribadita da Berlinguer nei successivi incontri per la formazione del governo.<ref name="cronologiadell'unità" /> In un successivo incontro tra i due segretari, svoltosi il 16 febbraio, Moro affermò che avrebbe sostenuto presso i gruppi parlamentari democristiani la necessità dell'ingresso a pieno titolo del PCI nella maggioranza governativa. Le trattative furono tuttavia vanificate dagli eventi successivi. Il [[Caso Moro|rapimento di Moro]] del 16 marzo 1978 fu commentato così da Berlinguer, cui a seguito dell'avvenimento venne affidata una scorta: «Il momento è tale che tutte le energie devono essere unite e raccolte perché l'attacco eversivo sia respinto: con saldezza di nervi, non perdendo la calma, ma anche adottando tutte le iniziative e tutte le misure opportune per salvare le istituzioni e per garantire la sicurezza e l'ordine democratico».<ref name="Cronologia" /> Il presidente della Democrazia Cristiana venne ucciso il 9 maggio, mentre il 15 giugno il [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Giovanni Leone]] fu costretto a dimettersi a causa delle accuse, poi rivelatesi infondate, riguardanti lo [[Scandalo Lockheed]] e fu sostituito l'8 luglio da [[Sandro Pertini]].<ref name="cronologiadell'unità" />
 
In un contesto aggravato dall'uccisione, il 24 gennaio 1979, del sindacalista [[Guido Rossa]] da parte delle [[Brigate Rosse]],<ref name="guidorossa">{{Cita|Guido Rossa}}.</ref> il PCI celebrò il suo [[XV Congresso del Partito Comunista Italiano|XV Congresso]]<ref name="xvcongressopci">{{Cita|''XV Congresso''}}.</ref> e subì poi una dura sconfitta alle [[Elezioni politiche italiane del 1979|elezioni]] anticipate del 3 giugno: il partito scese dal 34,4 al 30,4% dei voti, a fronte del 38,3% ottenuto dalla DC alla Camera.<ref name="Risultati ufficiali">{{Cita|''Archivio Storico...'', Camera 1979}}.</ref> I comunisti persero voti tra i giovani, i ceti professionali e gli strati sociali disagiati.<ref name="Pag. 349f">{{Cita|Barbagallo|p. 349}}.</ref> Berlinguer venne comunque eletto a Roma con oltre {{formatnum:238000}} preferenze<ref name="Pag. 189pf">{{Cita|Folena|p. 189}}.</ref> e una settimana più tardi divenne [[Parlamento europeo|europarlamentare]]; alle [[Elezioni europee del 1979 (Italia)|elezioni europee]] il PCI ottenne il 29,5%, i democristiani il 36,4% e i socialisti l'11%.<ref name="elezionieuropee1979">{{Cita|''Archivio Storico...'', Europee 1979}}.</ref>
 
All'inizio di gennaio del 1980 l'[[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|intervento sovietico in Afghanistan]]<ref name="cronologiadell'unità" /> fu condannato dalla Direzione del PCI e portò Berlinguer a definire l'Unione Sovietica una potenza imperialista al pari degli Stati Uniti.<ref name="Cronologia" />{{#tag:ref|L'anno successivo, il 27 febbraio 1981, la politica di Brežnev in [[Afghanistan]] sarebbe stata condannata da [[Giancarlo Pajetta|Pajetta]], a nome del PCI, anche al [[XXVI Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica|XXVI Congresso del PCUS]].<ref name="Pag. 192pf">{{Cita|Folena|p. 192}}.</ref>|group=N}} Nello stesso anno le [[elezioni regionali italiane del 1980|Elezioni regionali]] e quelle [[elezioni amministrative italiane del 1980|amministrative]] videro un grande avanzamento del PSI, che raggiunse il 13,3% dei voti, mentre il PCI si fermò stabile al 31,1.<ref name="Pag. 398gf">{{Cita|Fiori|p. 398}}.</ref>
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Sul leader del PCI sono stati girati anche tre documentari, ''[[L'addio a Enrico Berlinguer]]'' (1984), diretto da registi vari,<ref>{{Cita|Palieri}}.</ref> ''[[Berlinguer – la sua stagione]]'' (1988) di [[Ansano Giannarelli]] e ''[[Quando c'era Berlinguer]]'' (2014) di [[Walter Veltroni]].<ref name=tel>{{Cita|Telese}}.</ref>
 
A Berlinguer sono inoltre dedicate le canzoni ''I funerali di Berlinguer'' dei [[Modena City Ramblers]]<ref>{{Cita|''I funerali di Berlinguer''}}.</ref> e ''Dolce Enrico'' di [[Antonello Venditti]].<ref>{{Cita|Baldolini}}.</ref> Altre canzoni che citano nel proprio testo Berlinguer sono ''Svegliami'' dei [[CCCP Fedeli alla linea]],<ref>{{Cita|Campagnoli}}.</ref> ''[[Qualcuno era comunista]]'' di [[Giorgio Gaber]],<ref name=tel/> ''Robespierre'' degli [[Offlaga Disco Pax]],<ref>{{Cita|Lancia, Bassi, Candellari}}.</ref> ''Tropico del Cancro'' di [[Andrea Appino]],<ref>{{Cita|Valtorta}}.</ref> ''1984'' di [[Salmo (rapper)|Salmo]]<ref>{{Cita|Salmo}}.</ref>, ''Nel tempo'' di [[Luciano Ligabue]] e "Radical chic" di [[Il Pagante]] .<ref>{{cita|''Nel tempo''}}.</ref>
 
== Opere di Enrico Berlinguer ==