Amarna: differenze tra le versioni

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'''Amarna''' (comunemente, ma meno correttamente noto come '''Tell el-Amarna''') è il nome moderno della località ove sorgeva '''Akhetaton''', la città [[Antico Egitto|egizia]] fondata dal [[faraone]] [[Akhenaton]] come capitale delle [[Geografia_dell'antico_Egitto#Due_Terre|Due Terre]], abbandonando così sia la capitale amministrativa, [[Menfi (Egitto)|Menfi]], che quella religiosa, [[Tebe (Egitto)|Tebe]]<ref>{{cita|Reeves 2001|pp. 103-111}}.</ref>.
 
== La città ==
{{Hiero|Akhet: la porta della terra|<hiero>N27</hiero>|align=left|trans=3ḫt aket|era=egypt}}
Il termine ''[[tell]]'', nell'area [[Mesopotamia|Mesopotamica]], sta a indicare le collinette artificiali createsi, nel corso dei millenni, a seguito della sovrapposizione delle rovine di precedenti insediamenti. Proprio tali ''tell'', infatti costituiscono un ben chiaro segno della presenza di antichi abitati.<ref group="N">Uno dei più famosi, collegato peraltro alla ricerca archeologica italiana, è ''Tell Mardikh'', meglio conosciuto con il nome dell'antica città di [[Ebla]] (scoperta in [[Siria]] nel [[1964]], i cui scavi sono attualmente interrotti a causa del conflitto siriano in atto dal 2011, dalla missione italiana diretta da [[Paolo Matthiae]])</ref><ref>{{cita|Matthiae 1995}}.</ref>.
 
Tuttavia, in questo caso, il termine "tell" riferito ad Amarna non ha assolutamente tale significato giacché il nome moderno ''Tell el-Amarna'' nulla ha a che vedere con le collinette cui si è sopra fatto cenno. Il nome risale al XVIII secolo e fa riferimento a una [[Beduini|tribù beduina]] nota come "Ben Amran"<ref group="N">L'esploratore danese Frederic Louis Norden (1708-1742), che visitò l'Egitto tra il 1737 e il 1738 per ordine del re [[Cristiano VII di Danimarca]], registra nei suoi appunti il nome della tribù dei Bene Amren, o Omarne, che comprende "sotto questo nome un esteso numero di aree in cui sono situati quattro villaggi tra loro molto vicini". Né Norden, né [[Edme François Jomard]], che pure visitò l'area, fanno menzione alcuna, nei loro scritti, dell'esistenza delle tombe. Primo visitatore moderno, nel 1824, fu [[John Gardner Wilkinson]] che menzionò, tuttavia, le sole tombe dell'area settentrionale giacché, molto verosimilmente, quelle meridionali erano all'epoca totalmente ricoperte dalla sabbia.</ref><ref>{{cita|Norden 1755|vol. II, p. 30}}.</ref><ref>{{cita|Davies 1903|vol. I, pp. 3-6}}.</ref><ref>{{cita|Wilkinson 1878|Vol. I, figure e Tavole varie, tutte relative a sepolture dell'area settentrionale}}.</ref>. Tale tribù si insediò in quest'area del [[Geografia dell'antico Egitto#Medio Egitto|Medio Egitto]] dando vita a quattro distinti villaggi: el-Till, El-Hagg Qandil, el-Amiriya ed el-Hawata. Il nome del primo di questi villaggi, si confuse con quello della tribù che lo abitava dando così vita a ''el-Till el-Amarna'' dalla cui successiva corruzione derivò il termine ''Tell-el-Amarna'' oggi abbreviato, e più noto, semplicemente come ''Amarna''<ref group="N">[[John Gardner Wilkinson]] in un suo testo del 1835 fuse il nome del villaggio di Et-Till, o El-Till, con quello di Amarna che indicava l'intero distretto; dopo la scoperta delle tavolette di Amarna, nel 1888, e conseguentemente alla diffusione della notizia, il nome Tell-el-Amarna venne giornalisticamente acquisito e successivamente normalmente usato.</ref><ref>{{cita|Wilkinson 1835|p. 384}}.</ref><ref>{{cita|Davies 1903|vol. I, pp. 1-2}}.</ref>.
 
La storia di Tell el-Amarna è intimamente connessa, e non potrebbe essere differentemente giacché si tratta del moderno nome di un'antica città, a quello di Akhetaton, o Akhetaten<ref>{{cita|Bunson 1995|p. 17}}.</ref>e alla figura del sovrano Amenhotep IV che, modificato il suo nome in [[Akhenaton]]<ref>{{cita|Aldred 1979|}}.</ref>, instaurò il culto di [[Aton]], il sole, fonte di vita, come dio supremo.
Per allontanarsi, anche fisicamente, dal potere gestito dai sacerdoti di [[Amon]] nell'antica Ipet-Eswe (l'attuale [[Karnak]]), Akhenaton decise di fondare dal nulla una nuova capitale<ref group="N">Il toponimo Akhetaton, o simile, venne originariamente assegnato alla stessa [[Tebe (Egitto)|Tebe]], come desumibile da un'iscrizione su una sedia del corredo funebre di un tale Nakhy che, a Tebe, indica se stesso come "servo del Luogo della Verità a occidente di ''Akhetenaton'' (sic)". Quanto al "Luogo della Verità", ovvero ''Set-Maat'', era uno dei nomi con cui era noto il villaggio operaio di [[Deir el-Medina]] nei pressi della [[Valle dei Re]]. Il villaggio era anche noto come ''Pa-demi'', ovvero, semplicemente, "il villaggio". Trattandosi della sede del tempio del maggior antagonista di Aton, ovvero [[Amon]], e del suo potente clero, è verosimile che tale dizione non sia stata accettata, o addirittura rifiutata, prima dello spostamento della capitale.</ref><ref>{{cita|Reeves 2001|p. 103}}.</ref>.
È verosimile che abbia scelto personalmente, nell'anno IV del suo regno, il sito ove sorse Akhetaton, "Lo splendore di Aton", forse a causa di due colline tra cui si poteva veder sorgere il sole e che ricordavano il geroglifico ''akhet''.
Il terreno su cui Akhenaton scelse di costruire la sua capitale è localizzato sulla riva orientale del Nilo, nel territorio di quello che era il XV [[Nomo (Egitto)|nomo]] dell'[[Geografia dell%27antico Egitto#Alto Egitto|Alto Egitto]], circa 320 km a sud di Menfi e 400 a nord di Tebe; si trattava di un territorio vergine sia sotto il profilo politico che, e specialmente, religioso, equidistante dalle due capitali precedenti e considerato ottimale per combinarne il duplice ruolo, amministrativo e religioso<ref>{{cita|Reeves 2001|p. 115}}.</ref>. Al contrario di altre capitali, nate su abitati preesistenti e a seguito di espansioni successive, Akhetaton/Amarna venne progettata dal nulla su un'area di circa 200 km<sup>2</sup> e si ritiene che, nel momento della sua massima espansione, la popolazione sia oscillata tra i 20 e i 50.000 abitanti; se le rappresentazioni parietali e decorative possono essere assunte come rappresentanti l'effettiva realtà (e considerando i canoni pittorici realistici dell'epoca amarniana questo è positivamente ipotizzabile), la città doveva essere ricca di alberi e di verde, ben servita sotto il profilo dell'approvvigionamento idrico anche grazie ai molti pozzi, con un aspetto ben diverso da quello completamente arido attuale dovuto, anche, allo spostamento dell'alveo del [[Nilo]]<ref>{{cita|Reeves 2001|p. 119}}.</ref>.
 
===Area settentrionale===
[[File:Amarna quartiernord6.jpg|thumb|left|Resti della "Città del Nord"]]
[[File:Painting of Akhenaten's daughters.jpg|thumb|Pittura murale del palazzo reale raffigurante le figlie di Akhenaton]]
Quella che oggi viene indicata come "Città del Nord" era un'area autosufficiente in cui trovavano collocazione il complesso gestionale amministrativo della città e locali di immagazzinamento, tutti costruiti in mattoni crudi; qui si trovavano, inoltre, le dimore dell'''elite'' amarniana che si sviluppavano lungo la Strada Regia che collegava la Città del Nord con la "Città Centrale". In questa zona si trovava, pure, una struttura fortificata sulla riva del fiume (oggi il corso è di molto variato) che, date le frequenti decorazioni con scene della famiglia reale, è stato ipotizzato fosse la principale residenza abitativa reale. Qui si trovava anche il Palazzo del Nord, da non confondersi con il precedente, ugualmente costruito sulle rive del Nilo che conteneva squisiti dipinti parietali comprendenti vari animali che suggerirono a [[John Pendlebury]]<ref group="N">John Pendlebury (1904-1941), militare e archeologo britannico.</ref> potesse aver ospitato anche una sorta di [[giardino zoologico]]. Il palazzo è, inoltre, particolarmente importante giacché si ritiene che sia stato la dimora della regina [[Nefertiti]], quando questa scomparve dalla scena politico-sociale al fianco del re, o della sposa secondaria [[Kiya]]<ref group="N">Alcune scene parietali del palazzo, in cui era ritratta [[Kiya]], risultano alterate e il nome sostituito con quello della figlia di Akhenaton, [[Merytaton]].</ref><ref>{{cita|Reeves 2001|p. 120}}.</ref>.
Nell'area nord si trovava, inoltre, una zona suburbana di ville di pregio tra cui, la più famosa, è quella indicata con la sigla T36.11<ref>{{cita|Lloyd 1933|pp. 1-7}}.</ref> che comprendeva una vasta area abitata, con anticamere e sale colonnate, comprensiva di magazzini e giardini, il tutto circondato da un muro, in mattoni crudi, alto circa 3 m<ref>{{cita|Reeves 2001|pp. 120-122}}.</ref>.
 
===Area centrale===
[[File:TutankhamunBerlin.jpg|thumb|left|testa di Tutankhamon (?) dalla casa P.49.6 ]]
[[File:Amarna-Haus-des-Thutmosis-2.JPG|thumb|Resti della casa-laboratorio dello scultore Thutmose]]
Il centro cittadino, noto oggi come "Città Centrale", era situato in leggera pendenza in area anticamente lungo il fiume nota come "Isola dell'Aton dei giubilei". Si trattava di un'area squadrata di cui una gran parte è oggi nascosta sotto moderne coltivazioni. Punto centrale del distretto amministrativo era la fine della Strada Regia che terminava con il Grande Palazzo, noto come "Casa della gioia in Akhetaton", sito sull'antico lungo Nilo, e che ospitava splendide pavimentazioni dipinte<ref group="N">Scoperte da [[Flinders Petrie]] nel 1891, vennero successivamente distrutte dalle popolazioni locali che vedevano limitate le proprie possibilità di coltivazione dagli scavi archeologici.</ref>. Dotato di ampi cortili circondati da statue colossali di Akhenaton, qui il re riceveva inviati e ambasciatori stranieri<ref group="N">L'esistenza di ampi e molto assolati cortili è confermato proprio dalle lamentele rivolte ai propri governanti da alcuni degli inviati e degli ambasciatori che frequentavano il Palazzo: "Perché i messaggeri devono restare costantemente fuori, nel sole e morire nel sole? Se stare sotto il sole porta vantaggio [al faraone] allora che si lascino [i messaggeri] fuori nel sole e li si lasci morire sotto al sole, ma che ci sia profitto per lui [il faraone]".</ref><ref>{{cita|Reeves 2001|p. 122}}.</ref>. Sull'altro lato della strada si trovava un altro edificio, la "Casa del Re" congiunta al Grande Palazzo da un [[Attraversamento pedonale|sovrapassaggio]] coperto in cui si apriva, molto verosimilmente, la "Finestra delle Apparizioni", spesso rappresentata nei dipinti, da cui il re, la regina, e talvolta le figlie della coppia, si offrivano al popolo, specie durante l'elargizione di doni e le cerimonie di premiazione di funzionari meritevoli cui venivano concessi collari preziosi e altri oggetti in oro<ref>{{cita|Reeves 2001|pp. 122-124}}.</ref>. Nella Casa del Re si trovavano, inoltre, locali di abitazione e di servizio, ivi compresi [[Scriptorium|scrittori]] e un ufficio di registrazione dei doni; qui vennero rinvenute ceramiche anche di provenienza micenea e minoica, a dimostrazione dei rapporti esistenti con l'area [[Civiltà minoica|minoico cretese]]<ref>{{cita|Reeves 2001|p. 124}}.</ref>
 
Nei pressi del Grande Palazzo e lateralmente alla Casa del Re si trovava l'enorme "[[Grande tempio di Aton]]", il "Palazzo di Aton in Akhetaton"<ref group="N">Nel corso dei millenni i mattoni che costituivano le strutture del tempio sono state sottratte e oggi solo le fondamenta stanno ad indicare la traccia del tempio sul terreno.</ref>: si trattava di un'area rettangolare di 730 m x 229 che ospitava 365 altari in mattoni crudi per ciascuna delle due parti del Paese, l'Alto e il Basso Egitto<ref>{{cita|Reeves 2001|pp. 124-125}}.</ref>. Circa 500 m a sud del "Grande Tempio" si trovava il "[[Piccolo tempio di Aton]]", la "Dimora di Aton in Akhetaton", che disponeva di magazzini e di una propria "Finestra delle Apparizioni" ed è stato interpretato dagli studiosi, dato anche il suo allineamento con le tombe reali, come un tempio dedicato agli antenati e come tempio funerario del re<ref name="Reeves_2001">{{Cita|Reeves 2001|p. 126}}.</ref><ref>{{cita|Reeves 2001|p. 24 e p. 157}}.</ref>.
 
===Area meridionale===
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<div align="center">
{| class="wikitable"
!width="150"|Area<ref>{{cita|Porter e Moss 1968|pp. 200-207}}.</ref>
!width="100"|Sigla
!width="150"|Titolare
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|non noto
|
|nota anche come "Casa Micenea"<ref group="N">L'archeologo inglese [[John Pendlebury]] riteneva che ad Akhetaton esistesse una comunità greco-[[Civiltà micenea|micenea]] e denominò la strada in cui si trova la T.36.36 "Strada greca", e l'abitazione "Casa Micenea", a causa di un piccolo deposito di ceramiche micenee qui rinvenute. L'archeologo avvalorò la sua tesi con presunte influenze micenee nella stessa architettura della casa e nel rinvenimento di un pezzo di calice di fattura micenea. È bene tener presente che tale ipotesi non viene universalmente accettata in ambito archeologico-scientifico.</ref><ref>{{cita|Pendlebury 1951 e 1933|pp. 44-46 (1951) e 237 (1931)}}.</ref>
|-
|Suburbana settentrionale
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===Le steli confinarie===
[[File:Amarna boundary stela U 02.JPG|thumb|Resti di statue di Akhenaton e Nefertiti sulla stele "U"]]
Trasferita qui la sua corte, come detto per un preciso disegno di allontanarsi da ogni divinità e, in special modo, dal clero amoniano, Akhenaton giurò, sulle steli confinarie<ref>{{cita|Reeves 2001|pp. 107-111}}.</ref> che, sulle due rive del [[Nilo]], circondavano la vallata in cui sorgeva Akhetaton, che mai avrebbe "sconfinato...in eterno"<ref>{{cita|Porter e Moss 1968|vol. IV, p. 230}}.</ref><ref>{{cita|Davies 1903|vol. V, pp. 19-34 e tavv. da XXV a XXXIII e da XXXVII a XLIII}}.</ref>. Le steli confinarie di Amarna note sono 15, classificate con lettere dell'alfabeto solo in parte progressive (A, B, F, J, K, L, M, N, P, Q, R, S, U, V, X)<ref group="N">La sequenza venne stabilita da [[Flinders Petrie]], nel 1891, lasciando libere alcune posizioni per consentire di inserire eventuali scoperte future ipotizzando, per interpolazione, i luoghi in cui più verosimilmente sarebbero potute essere state posizionate altre steli.</ref>. Se ne riconoscono, in genere, due versioni<ref group="N">Le steli, nel testo ripetitive, retoriche e pompose, prevedevano, nella parte principale, con modifiche relative ai periodi in cui furono erette e con variazioni minime tra di esse, un'introduzione con i titoli del re e della divinità, che recita: "In questo giorno [...] quando il re era in Akhetaton, la sua Maestà apparve su un grande carro di elettro, come Aton quando sorge all'orizzonte e riempie la terra con l'amore e la piacevolezza di Aton. Egli si incamminò sulla buona strada verso Akhetaton, il luogo del suo primevo evento, che Egli [Aton] scelse per comparire ogni giorno, e che suo figlio Waenra [Akhenaton] ha costruito per lui..."</ref><ref>{{cita|Reeves 2001|p. 108}}.</ref> K, X, M risalenti agli anni IV e V, e le altre risalenti all'anno VI; quasi tutte prevedono un rinnovo del giuramento nell'anno VIII.<ref>{{cita|Davies 1903|vol. V, pp. 28-31, per i testi delle steli dell'anno IV}}.</ref><ref>{{cita|Davies 1903|vol. V, pp. 31-34, per i testi delle steli dell'anno VI}}.</ref><ref>{{cita|Reeves 2001|pp. 118-119 per l'elencazione delle steli}}.</ref>. In linea generale, tutte le steli seguono una medesima struttura: sono arrotondate in alto ove si trova il disco solare dell'Aton i cui raggi divergenti puntano verso il basso e recano, alle narici dei personaggi rappresentati, il simbolo ''[[ankh]]'' della vita; la parte superiore è generalmente occupata dal re, dalla regina, in atto di adorazione, e da due principesse recanti [[Sistro|sistri]]; la parte inferiore è occupata da linee di testo<ref>{{cita|Davies 1903|vol. V, pp. 22-23}}.</ref>:
 
* A, riva occidentale, anno VI, con rinnovo del giuramento nell'anno VIII<ref group="N">Prima stele del lato occidentale scoperta nel 1714 dal viaggiatore, [[Compagnia di Gesù|gesuita]], Padre [[Claude Sicard]].La stele era affiancata da statue riportate in un disegno della spedizione di [[Robert Hay]] nel [[1827]], ma che già non erano più esistenti nel [[1908]], come risulta dalle tavole XXXIV e XLIII di Norman de Garis Davies.</ref><ref>{{cita|Davies 1903|vol. V, tavole XXXIV e XLIII}}.</ref>. Rilievi: Amenhotep IV, Nefertiti e le principesse [[Merytaton]] e [[Maketaton]] in adorazione di Aton; in basso, venticinque righe di testo; statue del re, della regina e delle principesse nel lato nord; rilievo rappresentante la principessa [[Ankhesenamon|Ankhesepaaton]] successivamente aggiunto<ref name="P&M1">Porter e Moss, Topographical Bibliography of Ancient Egyprian Hierogliphic..., Oxford, Griffith Institute, 1968, Parte IV, pp. 230-232</ref>;
* B, riva occidentale, anno VI, con rinnovo del giuramento nello stesso anno VI, ulteriore rinnovo nell'anno VIII. Rilievi: il re, la regina e due principesse in adorazione di Aton; in basso, ventisette linee di testo<ref name="P&M1"/>;
* F, riva occidentale, anno VI, con rinnovo del giuramento nell'anno VIII. Parte superiore distrutta; in basso, quattordici linee di testo<ref name="P&M1"/>;
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* M, riva orientale, anno V. Rilievi, molto malridotti: il re, la regina e una, o forse due, principesse in adorazione di Aton; in basso, linee di testo<ref name="P&M1"/>;
* N, riva orientale, anno VI, con rinnovo del giuramento nell'anno VIII. Rilievi: il re, la regina e due principesse in adorazione di Aton; in basso, ventisei linee di testo e due gruppi statuari ai lati<ref name="P&M1"/>;
* P, riva orientale, anno VI, con rinnovo del giuramento nell'anno VIII<ref group="N">Non più esistente; nel 1908 Norman de Garis Davies riporta, genericamente, che i [[copti]], credendo che la stele fosse in realtà una porta per accedere a una camera del tesoro nascosta, la fecero saltare con la dinamite.</ref><ref name="A">{{cita|Davies 1903|vol. V, p. 26}}.</ref>;
* Q, riva orientale, anno VI, con rinnovo del giuramento nell'anno VIII. Rilievi: doppia scena del re, della regina e due principesse in adorazione di Aton; in basso, ventisette linee di testo (parte inferiore distrutta) e due gruppi statuari ai lati della stele (distrutti)<ref name="P&M1"/>;
* R, riva orientale, anno VI, con rinnovo del giuramento nell'anno VIII<ref group="N">Alcuni pezzi della stele R vennero acquistati, negli anni '40 del '900, dal Museo del [[Louvre]].La stele era affiancata da due statue di Akhenaton e Nefertiti di cui, però, non resta traccia dopo i maldestri, illegali, tentativi di asportazione.</ref>. Rilievi: doppia scena del re, della regina e di due Principesse; in basso, ventinove (?) linee di testo e resti di un gruppo statuario a nord<ref name="P&M1"/>;
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* V, riva orientale, anno VI, con rinnovo del giuramento nell'anno VIII;
* X, riva orientale, anno V<ref group="N">Inserita nel 1901 da Norman de Garis Davies.</ref>. Rilievi: Scena distrutta del re, della regina e della principessa Merytaton (?) in atto di adorazione e linee di testo in basso<ref name="P&M1"/>.
Solo alcuni anni dopo la scoperta della stele "U", [[Karl Richard Lepsius]] rese pubblica l'esistenza delle steli il cui testo, tuttavia, fu disponibile solo dal [[1908]] grazie al lavoro, e ai disegni, di [[Norman de Garis Davies]]. Tutto quanto è noto della fondazione di Akhetaton e delle ragioni per cui Amenhotep IV/Akhenaton abbandonò Tebe, ci deriva proprio dal contenuto delle steli<ref>{{cita|Reeves 2001|p. 107}}.</ref> il cui valore documentario è, perciò, massimo.
 
===Il tempio del fiume===
Nell'adiacente villaggio di el-Hagg Qandil si trovano le rovine del cosiddetto "Tempio del Fiume", scoperto nel [[1922]] dalla [[Egypt Exploration Society]], la cui importanza risiede nel fatto che costituisce l'unica prova che l'area venne costantemente occupata fino alla [[Storia dell%27antico Egitto#XXVI dinastia (672-525 a.C.)|XXVI dinastia]]<ref>{{cita|Porter e Moss 1968|p. 207 segnalano la presenza anche del cartiglio di [[Ramses III]]}}.</ref>, nonostante l'abbandono di Amarna nel corso della XVIII dinastia. Alcune pietre del tempio, infatti, sono di provenienza dai templi e dalle abitazioni dell'antica Akhetaton<ref name="Reeves_2001" />.
 
== Architettura e arte civile e religiosa ==
Considerato "eretico" per l'aver rifiutato l'antico [[pantheon]] indirizzando la religione verso il culto di un dio pressoché unico<ref group="N">Benché spesso indicata come [[Monoteismo|monoteista]], la religione atoniana era, in realtà una forma di [[enoteismo]] giacché prevedeva una divinità preminente, senza tuttavia negare l'esistenza di altre divinità, di cui veniva tuttavia sottolineata l'estraneità e/o l'inferiorità.</ref>, il periodo di regno di Akhenaton è oggi anche conosciuto come quello dell'"eresia amarniana"<ref>{{cita|Cimmino 2002|}}.</ref>.
Fin dall'inizio del suo regno, Amenhotep IV/Akhenaton impostò la sua azione politica sul ''ankh em maat'', ovvero sul "vivere nella verità" o, meglio, nel "vivere secondo il giusto ordine delle cose" e non esisterà campo in cui il re non porterà il suo concetto, a partire dalla stessa lingua per cui quella scritta seguirà quella parlata. La stessa città di Akhetaton/Amarna costituisce quasi un catalogo delle sue concezioni.
 
In campo architettonico, anche in funzione della necessità di costruire in fretta la nuova capitale, si passò all'impiego di mattoni di dimensioni molto più piccole e maneggevoli degli immani blocchi di pietra delle precedenti, e successive, costruzioni. Il nome stesso assegnato spontaneamente a tali mattoni dagli operai moderni addetti agli scavi archeologici, che per primi li rinvennero, è sintomatico: [[talatat]], con evidente riferimento al numero arabo tre (''talata'') ovvero i "tre palmi" delle ridotte dimensioni (ca. 50 cm x 25 x 22)<ref>{{cita|Appia 1996|p. 252}}.</ref>.
Tali mattoni, il cui impiego è attestato fin dai primi anni di regno anche a Tebe<ref group="N">All'interno dei [[Pilone (architettura egizia)|piloni]] IX e X del [[Complesso templare di Karnak]], realizzati da [[Horemhab]], sono state rinvenute migliaia e migliaia di "talatat" provenienti dal distrutto tempio dedicato ad [[Aton]] da Amnhotep IV/Akhenaton e che si trovava, molto verosimilmente, proprio adiacente al tempio di [[Amon]]. Altre migliaia di tali mattoni (provenienti anche dalla demolita Akhetaton) sono stati inoltre rinvenuti quale riempimento del II Pilone (pure di Horemhab) e nelle fondamenta della "[[Ipostilo|Grande Sala Ipostila]]" di [[Sethy I]] e [[Ramses II]].</ref>, avevano l'innegabile vantaggio di poter essere trasportati e posti ''in situ'' da una sola persona, con quale risparmio di tempo e mano d'opera è facile immaginare<ref>{{cita|Reeves 2001|pp. 139-155}}.</ref>.
[[File:Amarna Map.png|thumb|Mappa della città]]
 
[[File:Wiki nefertiti icelight.jpg|thumb|left|Busto di Nefertiti, Berlino, Staatliche Museen, Agyptisches Museum]]
Nel campo dell'[[arte egizia]] il periodo amarniano vide il prosperare di un realismo, unico nel panorama artistico antico egizio (tanto che si parlerà specificamente di [[arte amarniana]]), in cui alle forme consolidate dell'arte egizia (con immagini stereotipate dei re, sostanzialmente identiche nell'arco delle 30 dinastie), si sostituì una statuaria più attinente alla realtà con scene anche di vita intima quotidiana e con l'accentuazione addirittura dei difetti fisici dello stesso Akhenaton e della sposa regale [[Nefertiti]]. È bene tener presente, anche nella rappresentazione artistica, che la religione egizia precedente all'eresia atoniana prevedeva la costante presenza di trinità divine quali quella costituita da [[Osiride]], [[Iside]] e [[Horus]], oppure da [[Amon]], [[Mut]] e [[Khonsu]] a Tebe; la concezione atoniana prevedeva ugualmente la presenza di una triade, ma questa era costituita dall'Aton, da Akhenaton e dalla regina Nefertiti che venivano identificati nella primeva trinità [[Eliopoli|eliopolitana]] costituita, rispettivamente, da [[Atum]], dio autogenerato, e dai suoi figli gemelli [[Shu (divinità)|Shu]], rappresentante l'aria, e [[Tefnut]], rappresentante l'umidità. Con le sei figlie della coppia reale<ref group="N">[[Merytaton]], [[Maketaton]], Ankhesepaaton (successivamente [[Ankhesenamon]], sposa di [[Tutankhamon]]), [[Neferneferuaton Tasherit]], [[Neferneferura]] e [[Setepenra]].</ref> si ricostituiva, altresì, l'[[Enneade Eliopolitana]], ovvero le nove divinità della creazione<ref>{{cita|Reeves 2001|p. 146}}.</ref>. Da tale concezione religiosa derivavano le stesse rappresentazioni scultoree e pittoriche giacché era normale che il re e la regina comparissero quasi sempre assieme e in formato paritetico, là ove, precedentemente e poi successivamente, la statura della rappresentazione indicava una ben precisa gerarchia<ref group="N">A titolo di esempio si consideri il "Tempio Maggiore" di [[Abu Simbel]] in cui le statue di [[Ramses II]] raggiungono quasi i 20 m di altezza, ma quelle della sposa [[Nefertari]] o della sua stessa madre, arrivano all'altezza del ginocchio del colosso.</ref>. In alcuni casi si assiste addirittura ad una inversione delle altezze talché la regina Nefertiti, anche in funzione dell'alta corona che la caratterizza, viene rappresentata più alta dello sposo Akhenaton.
Ogni rappresentazione della famiglia reale, è inoltre caratterizzata dalla presenza, in alto, del disco solare dotato di raggi che, in prossimità delle narici dei personaggi reali, presentano mani recanti il segno della vita ''ankh''. Si assiste così, nella ritrattistica, a scene familiari decisamente impensabili in altri contesti storico/artistici egizi, con scambio di effusioni, abbracci e baci tra gli appartenenti alla famiglia reale e particolari che, contrariamente alla staticità precedente e successiva, presentano caratteri di movimento come, ad esempio, nastri posteriori delle corone indossate dal re e dalla regina, come mossi dal vento.
<div style="text-align:center"><gallery>
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Non così Aton che era il [[Sole|globo solare]] il cui culto non poteva, perciò stesso, avvenire nei meandri bui del tempio. Nei templi precedenti la progressione vedeva (dall'avanti all'indietro) il [[Pilone (architettura egizia)|pilone]], la [[Tempio egizio#Tipologia|corte colonnata]], la [[Ipostilo|sala ipostila]], il [[vestibolo (architettura)|vestibolo]] ed il naos con sempre minor luce.
Ora il [[grande tempio di Aton]] ad Akhetaton (Tell el-Amarna) era invece il trionfo della luce<ref>{{cita|Reeves 2001|pp. 122-126}}.</ref>.
Ad un pilone che ricorda, anche in questo caso, il geroglifico ''akhet'' (e che, al contrario della struttura architettonica precedente, manca dell'architrave congiungente le due torri rastremate), ne segue un secondo che immette in quella che era la sala ipostila<ref>{{cita|Wilkinson 2007|}}.</ref>. Mentre precedentemente tale sala era buia, costituita da una selva di colonne che rappresentavano gli alberi della palude primordiale tra cui penetrava a stento la luce da finestrelle poste in alto, ora l'ipostila è scoperta al centro. Da questa si passa in una sequenza di quattro cortili, anch'essi scoperti, occupati da altari sacrificali. Seguono due altri cortili che costituiscono il santuario vero e proprio ove può accedere solo il [[Antico_Egitto#La_casta_sacerdotale|clero]] ed il [[Faraone|sovrano]], e solo qui, tuttavia pur sempre aperte alla luce, si trovano cappelle minori.
 
==Le necropoli di Amarna==
 
Fin dall'inizio del suo regno, Amenhotep IV/Akhenaton aveva sperato di poter trasformare la stessa Tebe nell'"Orizzonte di Aton". Per tale motivo, seguendo la tradizione dei suoi predecessori della XVIII dinastia, aveva di certo iniziato a far predisporre la sua sepoltura nella [[Valle dei Re]] e, verosimilmente, nei pressi della tomba del padre [[Amenhotep III]] ([[KV22]])<ref>{{cita|Reeves 2001|p. 127}}.</ref>. Sulla base di posizionamento e metodi di scavo, si è oggi propensi ad individuare tale sepoltura nella incompiuta [[KV25]]<ref group="N">Ubicata nella Valle Occidentale (West Valley), è anche nota come WV25.</ref>, ubicata nella [[Valle_dei_Re#Aspetti_morfologici_e_geografici|West Valley]], o nella vicina [[KV23]] di [[Ay]]<ref group="N">Altre ipotesi vedono, nella KV23, anche nota come WV23, nel sepolcro previsto per la sepoltura di [[Tutankhamon]].</ref>. La zona pianeggiante in cui sorge Amarna è circondata da alte [[Falesia|falesie]] che superano talvolta l'altezza di 100 m, queste sono interrotte da [[wadi]], ovvero dal letto di antichi fiumi; una di queste conduce, a circa 6 km dalla città, all'area in cui si trova la cosiddetta Tomba reale, termine tuttavia forse non aderente all'effettiva destinazione della tomba stessa<ref group="N">Sulle steli confinarie del primo gruppo (K, X, M), infatti, si legge: "Sia scavata per me [Akhenaton] una tomba nella montagna orientale [di Akhetaton]. Sia scavata la mia sepoltura in essa per i milioni di giubilei che l'Aton, mio padre, ha decretato per me. Sia scavata la sepoltura per la Grande Sposa Reale Nefertiti per i milioni di anni che l'Aton, mio padre, decretò per lei. Lascia inoltre che sia fatta in essa la sepoltura della figlia del Re, Meritaton, per milioni di anni".</ref>. Le condizioni delle tombe di Amarna sono ormai misere, vuoi per il naturale trascorrere dei millenni, vuoi per interventi umani susseguitisi con l'occupazione dei locali come abitazioni o romitaggi di monaci copti; molto si deve, per la conoscenza delle sepolture, al lavoro dei primi esploratori tra cui [[Robert Hay]], Nestor L’Hôte e [[Karl Richard Lepsius]] il quale fu, tuttavia, l'unico che fece pubblicare i suoi lavori<ref group="N">Agli appunti di Nestor l'Hote, in diciassette volumi, la cui opera non venne tuttavia mai interamente pubblicata, si deve il lavoro più completo poiché egli provvide a ricopiare tutte le iscrizioni, anche quelle palesemente meno importanti. Anche il lavoro di Hay non venne mai pubblicato (circa settanta disegni sono conservati presso il [[British Museum]]); si deve ritenere che si sia interessato anche delle tombe meridionali giacché su un appunto relativo alla [[TA25]] di Ay si legge: "tomba da me aperta".</ref><ref>{{cita|Davies 1903|Vol. I, pp. 4-5}}.</ref>
 
===Le tombe meridionali: lo uadi reale===
Riga 393:
!width="150"|Titolare
!width="300"|Titolo
!width="200"|Necropoli<ref name="B">{{cita|Reeves 2001|pp. 127-130}}.</ref>
!width="180"|Note
|-
Riga 418:
|principessa, figlia di Akhenaton e Nefertiti
|Necropoli meridionale
|circa 500 m dalla Tomba reale e circa 7 dalla AT28; non ultimata, scavi interrotti dopo il quarto corridoio<ref group="N">Secondo Marc Gabold, 2009, la 28 e la 29 furono le uniche tombe di quest'area ad essere effettivamente occupate. La presenza di un riferimento all'"anno I" consente di ipotizzare che la tomba venne scavata da uno dei successori di Akhenaton che soggiornarono ad Akhetaton (Smenkhara o Tutankhaton)</ref><ref>{{cita|Gabold 2009|pp. 31-38}}.</ref>;
|-
|[[TA30]]
Riga 431:
===Le tombe dei nobili===
{{vedi anche|Tombe dei nobili (Amarna)}}
Poco conosciute rispetto alle [[Tombe dei Nobili]] della [[Necropoli tebana]], vuoi a causa della lontananza del sito rispetto ai centri maggiori, vuoi per il loro carattere poco attraente, con pareti grigie, spesso molto danneggiate, prive dei loro colori, non attirano di certo l'attenzione, ma sono tuttavia monumenti molto interessanti per la loro originalità e fondamentali per una corretta comprensione del periodo Amarniano<ref group="N">Anche in questo caso, come per la Tomba reale, sulle steli del primo gruppo è specificato che "le tombe dei Grandi e dei Divini Padri di Aton, e dei sacerdoti di Aten, ... le tombe degli ufficiali, saranno fatte sulla montagna a Oriente di Akhetaten".</ref><ref>{{cita|Reeves 2001|pp. 130-137}}.</ref>. Nonostante l'alto numero di popolazione calcolata (da 20 a 50.000 persone), sono note solo 50 tombe, di cui solo 24 recanti iscrizioni e nessuna, comunque ultimata; secondo recenti studi, inoltre, solo una delle tombe avrebbe effettivamente accolto il defunto per cui era stata realizzata. Quanto al numero davvero ridotto di sepolture, si ipotizza che il privilegio di creare una tomba nella città fosse concesso dallo stesso Akhenaton e che questi abbia perciò rilasciato poche autorizzazioni; i funzionari, inoltre, provenivano da altre località, Menfi o la stessa Tebe, ed è perciò ipotizzabile che avessero comunque preferito essere sepolti nei luoghi d'origine<ref group="N">A riprova di tale ultima considerazione, si pensi ai funzionari amarniani, o comunque impiegati durante il regno di Akhenaton, che hanno la loro sepoltura tra le [[Tombe dei Nobili]] di Tebe: [[TT55]] di Ramose; [[TT188]] di Parennefer (a cui risulta intestata ugualmente la tomba [[TA7]] ad Amarna); [[TT192]] di Kharuef; [[TT46]] di Ramose; [[TT136]] di Ipy.</ref>.
I primi studi sulle tombe amarniane si debbono a [[John Gardner Wilkinson]], nel [[1820]], seguito da [[Robert Hay]] e [[Nestor L’Hôte]]<ref group="N">Nestor Hippolyte Antoine L’Hôte (1804 – 1842) egittologo francese, disegnatore e pittore, partecipò alla missione franco-toscana di [[Ippolito Rosellini]] del [[1828]]-[[1829]] unitamente a [[Jean François Champollion]].</ref> che ne ricavarono molti disegni e copie di iscrizioni. Prima pubblicazione significativa sull'argomento fu quella di [[Karl Richard Lepsius]]<ref>{{cita|Lepsius 1849|}}.</ref> del 1849; anche sui lavori dei predecessori, a causa dei molteplici danni nel frattempo intervenuti, si basò per la sua opera, considerata fondamentale sull'argomento, [[Norman de Garis Davies]] agli inizi del XX secolo<ref>{{cita|Davies 1903|in sei volumi, pubblicati dal 1903 al 1908}}.</ref>. Le tombe dei nobili di Amarna sono ripartite in due aree, settentrionale e meridionale; l'area settentrionale, a nord-est della città nei pressi della stele V, ne ospita sei di cui due a nord di un wadi (TA1 e TA2) e quattro a sud del wadi (da TA3 a TA6). Sono scavate a circa 85 m di altezza nella falesia che circonda la valle e sono costituite da due sale in successione, con una nicchia per la statua del defunto al fondo della seconda sala; durante i millenni vennero usate come [[Romitaggio|romitaggi]] da monaci cristiani [[copti]] e in un caso la tomba (TA6) venne trasformata in chiesa.
 
====Area settentrionale====
Riga 448:
|Sovrintendente dell'harem reale; Sovrintendente al Doppio Tesoro e Amministratore della casa della [[Grande Sposa Reale]] Tiye
|Area settentrionale, a nord del wadi
|planimetricamente si sviluppa con una sala rettangolare, in origine colonnata, da cui si accede ad una seconda sala con quattro colonne che termina in una cappella più interna dedicata al defunto<ref>{{cita|Davies 1903|Parte III, pp. 1-19, Tavv. da I a XXV}}.</ref>
|-
|[[TA2]]<ref name="Davies2">[[N. de Garis Davies]], The Rock Tombs of Amarna, Londra, Offices of the Egypt Exploration Fund, 1905, Parte II</ref>
Riga 454:
|Scriba reale, amministratore del Doppio Tesoro; Sovrintendente dell'harem reale della Grande Sposa reale [Nefertiti]; Comandante della barca ''menesh''
|Area settentrionale, a nord del wadi
|planimetricamente, da un cortile esterno si accede ad una sala con due colonne da cui un breve corridoio immette in una sala trasversale al centro della quale si trova la cappella dedicata al defunto<ref>{{cita|Davies 1903|Parte II, pp. 16-24, Tavv. da XXIX a XLI}}.</ref>
|-
|[[TA3]]<ref name="Davies3"/>
Riga 460:
|Vero Scriba del re; Portatore di [[flabello]] alla destra del re; Amministratore della casa di Akhenaton; Sovrintendente della Corte di Giustizia
|Area settentrionale, a sud del wadi
|presenta planimetria a [[croce latina]], con una sala longitudinale che immette in una sala trasversale da cui si accede a una sala più interna<ref>{{cita|Davies 1903|Parte III, pp. 26-33, Tavv. da XXVI a XXXIX}}.</ref>
|-
|[[TA4]]<ref name="Davies1">[[N. de Garis Davies]], The Rock Tombs of Amarna, Londra, Offices of the Egypt Exploration Fund, 1905, Parte I</ref>
Riga 466:
|Sommo Sacerdote di Aton nella casa di Ra; Portatore di [[flabello]] alla destra del re;
|Area settentrionale, a sud del wadi
|forse titolare di una tomba anche a [[Saqqara]]; tomba incompleta. Se fosse stata ultimata sarebbe stata la più grande della necropoli<ref>{{cita|Davies 1903|Parte I, pp. 7-17, Tavv. da II a XXXV}}.</ref>
|-
|[[TA5]]<ref name="Davies4">[[N. de Garis Davies]], The Rock Tombs of Amarna, Londra, Offices of the Egypt Exploration Fund, 1905, Parte IV</ref>
Riga 472:
|Scriba reale primo sotto il re; Primo servo di Aton nella magione di Aton in Akhetaton; Capo dei medici del Signore delle [[Due Terre]]; Ciambellano; Colui che può avvicinare la persona del re; Capo dei capi; Nobile di primo rango, unico tra i compagni
|Area settentrionale, a sud del wadi
|presenta planimetria a croce latina, con una sala longitudinale che immette in una sala trasversale da cui si accede a una sala più interna<ref>{{cita|Davies 1903|Parte IV, pp. 1-4, Tavv. da I a XII}}.</ref>
|-
|[[TA6]]<ref name="Davies2"/>
Riga 478:
|Primo tra i Servi dell'Aton nella casa di Aton in Akhetaton; Secondo Profeta del Signore delle Due Terre Neferkheperura-waenra [Akhenaton]; Sovrintendente al doppio granaio dell'Aton in Akhetaton; Sovrintendente al bestiame di Aton
|Area settentrionale, a sud del wadi
|trasformata in chiesa dai monaci cristiani copti che occuparono le tombe come romitaggi<ref>{{cita|Davies 1903|Parte II, pp. 9-32, Tavv. da III a XXVI}}.</ref>
|-
|}
Riga 490:
!width="150"|Titolare
!width="300"|Titolo
!width="200"|Necropoli<ref>{{cita|Reeves 2001|pp. 135-137}}.</ref>
!width="180"|Note
|-
Riga 497:
|Artigiano reale, puro di mani; Sovrintendente di tutti gli artigiani del re; Sovrintendente di tutti i lavori del re nella casa di Aton; Primo degli amici che accompagna il Signore delle Due Terre in ogni luogo; Sovrintendente dei Profeti di tutti gli dei.
|Area meridionale
|un breve corridoio immette in una sala trasversale da cui si dipartono sale laterali<ref>{{cita|Davies 1903|Parte VI, pp. 1-6, Tavv. da III a X}}.</ref>; di Parennefer, è noto che sia stato l'unico di cui si abbia certezza che, iniziata la realizzazione della propria tomba nella Necropoli Tebana ([[TT188]]), abbia poi fatto realizzare la sepoltura anche ad Akhetaton
|-
|[[TA8]]<ref name="Davies6"/>
Riga 503:
|Ciambellano; Primo servo di Neferkheperura-waenra [Akhenaton] nella casa di Aton in Akhetaton; Primo servo di Neferkheperura-waenra [Akhenaton] sulla barca ''wia''; Sovrintendente di tutti gli artigiani del Signore delel Due Terre; Sovrintendente di tutti i lavori di Sua Maestà; Sovrintendente dell'argento e dell'oro del Signore delle Due Terre; Sovrintendente del tesoro di Aton in Akhetaton; Capo dei portavoce
|Area meridionale
|planimetricamente, un breve corridoio immette in una sala trasversale, con sale laterali, il cui soffitto era sorretto da dodici colonne; da questa si accede a una sala longitudinale<ref>{{cita|Davies 1903|Parte VI, pp. 7-15, Tavv. da XII a XXI}}.</ref>
|-
|[[TA9]]<ref name="Davies4"/>
Riga 509:
|Capo della polizia di Akhetaton
|Area meridionale
|planimetricamente una scala adduce a una sala trasversale da cui si passa a una sala longitudinale in cui si apre una scala che adduce a un appartamento sotterraneo<ref>{{cita|Davies 1903|Parte IV, pp. 12-18, Tavv. da XIV a XXIX}}.</ref>
|-
|[[TA10]]<ref name="Davies4"/>
Riga 515:
|Primo amministratore; Scriba reale; Sovrintendente del grande harem del faraone; Amministratore di [[Menfi (Egitto)|Menfi]]
|Area meridionale
|forse titolare di una tomba anche a [[Saqqara]]; planimetricamente non ultimata, è costituita da una sala trasversale il cui soffitto sarebbe stato sorretto da quattro pilastri (incompiuti)<ref>{{cita|Davies 1903|Parte IV, pp. 19-20, Tavv. da XXX a XXXII}}.</ref>
|-
|[[TA11]]<ref name="Davies4"/>
Riga 521:
|Scriba reale; Amministratore di Nebmaatra [Amenhotep III]; Scriba delle reclute; Generale del Signore delle Due Terre
|Area meridionale
|planimetricamente un corridoio immette in una sala trasversale in cui si apre una nicchia contenente due statue<ref>{{cita|Davies 1903|Parte IV, pp. 21-22, Tav. XXXIV}}.</ref>
|-
|[[TA12]]<ref name="Davies5">[[N. de Garis Davies]], The Rock Tombs of Amarna, Londra, Offices of the Egypt Exploration Fund, 1908, Parte V</ref>
Riga 527:
|Principe; Visir
|Area meridionale
|incompiuta e solo parzialmente scavata una sala<ref>{{cita|Davies 1903|Parte V, p. 85, Tav. XIV}}.</ref>
|-
|[[TA13]]<ref name="Davies4"/>
Riga 533:
|Sindaco di Akhetaton
|Area meridionale
|planimetricamente, un corridoio immette in una sala trasversale con soffitto retto da sei colonne; una scala immette in una sala sotterranea<ref>{{cita|Davies 1903|Parte IV, p. 139, Tavv. da XXXVI a XXXVII}}.</ref>
|-
|[[TA14]]<ref name="Davies5"/>
Riga 539:
|Generale del Signore delle Due Terre; Sovrintendente della casa della pacificazione di Aton (?); Amministratore di Waenra [Akhenaton] in [[Eliopoli]]; Sovrintendente di tutti i lavori del re; Scriba reale; Scriba delle reclute; Sovrintendente del bestiame del tempio di Ra a Eliopoli
|Area meridionale
|planimetricamente, un corridoio immette in una sala rettangolare, incompleta, il cui soffitto sarebbe stato sorretto, a lavori ultimati, da dodici colonne<ref>{{cita|Davies 1903|Parte V, pp. 1-5, Tavv. da I a V}}.</ref>
|-
|[[TA15]]<ref name="Davies4"/>
Riga 545:
|Portatore di stendardo della guardia personale di Neferkheperura-waenra [Akhenaton]
|Area meridionale
|planimetricamente, un corridoio immette in una sala trasversale da cui si accede ad una sala rettangolare incompleta con soffitto retto da 6 colonne<ref>{{cita|Davies 1903|Parte IV, p. 25, Tavv. da XXXVIII a XLV}}.</ref>
|-
|[[Tombe minori di Amarna|TA16]]<ref name="Davies5"/>
Riga 551:
|non noto
|Area meridionale
|benché non finita, è presente una sala trasversale con dodici colonne che presenta fregi quasi completamente ultimati; una scala contorta porta ad una sala sotterranea<ref>{{cita|Davies 1903|Parte IV, Tavv. da VI a XI}}.</ref>
|-
|[[Tombe minori di Amarna|TA17]]<ref name="Davies5"/>
Riga 557:
|non noto
|Area meridionale
|descritta da Davies come insignificante, si presenta, planimetricamente, come una semplice sala trasversale<ref name="C">{{cita|Davies 1903|Parte V, Tav. XVII}}.</ref>
|-
|[[Tombe minori di Amarna|TA18]]<ref name="Davies5"/>
Riga 563:
|non noto
|Area meridionale
|solo la facciata ultimata e, planimetricamente, un accenno di sala; Davies segnala un geroglifico su uno stipite della porta, comunque illeggibile<ref name="D">{{cita|Davies 1903|Parte V, Tav. XIII}}.</ref>
|-
|[[TA19]]<ref name="Davies5"/>
Riga 569:
|Sovrintendente al doppio tesoro del Signore delle Due Terre
|Area meridionale
|incompleta; presenta planimetricamente solo una sala longitudinale<ref>{{cita|Davies 1903|Parte V, Tav. XIX}}.</ref>
|-
|[[Tombe minori di Amarna|TA20]]<ref name="Davies5"/>
Riga 581:
|non noto
|Area meridionale
|incompleta; planimetricamente si sarebbe sviluppata con una sala rettangolare il sui soffitto sarebbe stato retto, per quel che è dato di intuire dalle tracce di lavorazione, da almeno sei colonne<ref>{{cita|Davies 1903|Parte V, p. 89, Tav. XVI}}.</ref>
|-
|[[Tombe minori di Amarna|TA22]]<ref name="Davies5"/>
Riga 593:
|Scriba Reale; Scriba delle offerte del Signore delle Due Terre; Scriba delle offerte ad Aton; Amministratore della casa di Aakheperura [Amenhotep II]
|Area meridionale
|<ref>{{cita|Davies 1903|Parte V, pp. 6-11}}.</ref>
|-
|[[TA24]]<ref name="Davies5"/>
Riga 599:
|Scriba Reale; Sovrintendente e Amministratore dei lavori in Akhetaton; Generale del Signore delle Due Terre
|Area meridionale
|planimetricamente un corridoio immette in una sala trasversale solo abbozzata<ref>{{cita|Davies 1903|Parte V,Tav. da XXIV}}.</ref>
|-
|[[TA25]]<ref name="Davies6"/>
Riga 605:
|Padre del dio; Sovrintendente a tutti i cavalli del Signore delle Due Terre; Comandante degli arcieri; Portatore di flabello alla destra del re; Scriba reale
|Area meridionale
|incompleta; planimetricamente un corridoio immette in una sala trasversale il cui soffitto, una volta ultimato, sarebbe stato sorretto da almeno ventiquattro colonne (sono presenti quindici colonne, di cui solo quattro ultimate)<ref>{{cita|Davies 1903|Parte VI, pp. 16-24, Tavv. da XXIII a XLIV}}.</ref>; il titolare, Ay,diverrà faraone, sarà il successore di Tutankhamon e sarà l'ultimo re della XVIII dinastia
|-
|}
</div>
Nella zona esistono, peraltro, censite da Norman de Garis Davies, [[Tombe minori di Amarna|piccole tombe di minore importanza]], vuoi perché appena abbozzate, vuoi perché il titolare è sconosciuto o perché presentano poche o nulle particolarità archeologicamente rilevanti; così, nei pressi della tomba[[TA1]] di Huya, esistono le tombe TA1a e TA1b di sconosciuti; accanto alla [[TA3]] di Ahmose, si trovano [[Tombe minori di Amarna|tombe minori]] classificate con le sigle 3a, 3b, 3c, 3d, 3e, 3f, tutte accreditabili a sconosciuti; nei pressi della [[TA6]], le 6a, 6b, 6c, anche in questo caso di sconosciuti; esistono, inoltre, le 7a, 7b, 7c nei pressi della [[TA7]] di Parennefer, nonché le 9a, 9b e 9c nelle immediate vicinanze della [[TA9]], di Mahu. Esistono, infine, una TA24a, nei pressi della [[TA24]] di Paatenemab, e TA25a, nelle adiacenze della [[TA25]] di Ay<ref>{{cita|Davies 1903|parte I, tombe di Pentu, Mahu e altri}}.</ref>.
 
====Gli altari nel deserto====
A est della città, nell'area desertica, si preservano alcune costruzioni site nei pressi degli antichi incroci dei percorsi, ancora individuabili sul terreno, forse percorse dalle truppe dedicate alla sicurezza della città da eventuali incursioni provenienti dal deserto, o al servizio di polizia sulle aree sepolcrali. A breve distanza dall'area settentrionale si trovano tre altari in [[Mattone di fango|mattoni crudi]] risalenti all'anno XII di regno; è stato ipotizzato che facessero riferimento al ricevimento di tributi stranieri e che fossero dedicati alle sepolture reali<ref>{{cita|Reeves 2001|p.127}}.</ref>. Si tratta di altari quadrati, con rampe di scale in numero di due o quattro, una per lato.
 
====Il villaggio operaio====
Riga 621:
{{vedi anche|Lettere di Amarna}}
[[File:Amarna Akkadian letter.png|thumb|Tavoletta con scrittura cuneiforme]]
Risale al [[1887]]<ref group="N">Esiste difformità sulla data di scoperta delle tavolette e sul numero originariamente rinvenuto, secondo alcuni studiosi, dalle testimonianze raccolte ''in loco'', il rinvenimento sarebbe avvenuto nel 1886 in numero ben maggiore di 300; è stato calcolato che almeno 200 tavolette siano andate distrutte o disperse prima dell'immissione sul mercato clandestino.</ref><ref>{{cita|Knudtzon 1915}}, p. 1584.</ref> il ritrovamento tra le rovine della città, da parte di contadini in cerca di combustibile, di un rilevante numero (circa 300) di tavolette in argilla ricoperte da [[scrittura cuneiforme]]<ref>{{cita|Reeves 2001|p.62}}.</ref>. Le tavolette vennero messe in vendita al [[Il Cairo|Cairo]] l'anno successivo ed il [[British Museum]] ne acquistò una minima parte<ref group="N">Per il tramite di Sir [[Ernest Alfred Wallis Budge]], il British Museum acquistò nel [[1888]] 83 tavolette.</ref> mentra la parte maggiore andò al [[Ägyptisches Museum und Papyrussammlung]] di [[Berlino]].<br>
Successivamente delle tavolette, e del luogo di ritrovamento, si persero le tracce fino a che cominciarono a ricomparire, nuovamente sul mercato clandestino, tavolette e frammenti. Solo nel [[1891]] [[Flinders Petrie]]<ref>{{cita|Petrie 1898}}.</ref> e [[John Pendlebury]], nel corso di una campagna di scavo, rinvennero altri documenti del medesimo tipo in quella che venne identificata come "la casa della corrispondenza del faraone, vita, prosperità e salute"<ref>{{cita|Reeves 2001|p.63}}.</ref>, verosimilmente l'archivio o forse uno degli archivi della città. Questa volta i reperti vennero organicamente catalogati presso il [[Museo egizio (Il Cairo)|Museo egizio del Cairo]] ove ancor oggi si trovano.
Il complesso di tali tavolette è oggi noto come "lettere di Amarna"; purtroppo i bordi, particolarmente fragili ed esposti agli urti, ove venivano normalmente riportate le notizie essenziali quali il destinatario o il mittente, si sono nei millenni sbriciolati ed è perciò impossibile, nella maggior parte dei casi, risalire a tali essenziali informazioni. Altra problematica è data dalla impossibilità di individuare il re sotto cui i singoli atti vennero redatti e ciò perché gli scribi, non avendo un punto comune di partenza, erano soliti datare gli atti, e in genere ogni indicazione cronologica, con l'anno di regno del sovrano in carica<ref group="N">Risulta, perciò, che un atto, ad esempio, è stato redatto nell'"anno III del re", ma non è specificato di quale re si tratti.</ref><br>
Il corpus delle lettere di Amarna è stato suddiviso in due parti, a seconda dei mittenti o dei destinatari delle missive<ref group="N">Si tratta in massima parte di lettere ricevute dalla Corte mentre solo in 11 casi noti si tratta di lettere inviate dal faraone di cui 2 dirette al re di Babilonia, 1 al sovrano di Arzawa e 8 a re vassalli.</ref>: quelle provenienti, o destinate, a sovrani indipendenti, o comunque di pari livello del faraone, sono note come lettere dei "grandi re"<ref group="N">Per complessive 39 lettere e 5 allegati inventariali.</ref><ref>{{cita|Liverani 1999}}.</ref>; rientrano invece tra le lettere dei "piccoli re"<ref>{{cita|Liverani 1998}}.</ref> quelle provenienti da regnanti vassalli dell'Egitto o comunque in posizione di sudditanza rispetto al faraone.<br>
Ancora aperta è, inoltre, la diatriba su cosa rappresentino effettivamente le tavolette di Amarna: se si tratti, cioè, di documenti dimenticati all'atto dell'abbandono degli archivi, o se siano, invece, vecchie lettere ormai inutili o, ancora, minute di lettere successivamente trascritte. Trattandosi di documenti in cuneiforme, peraltro, giacché la corrispondenza diplomatica avveniva, in quel periodo, in accadico, potrebbe anche trattarsi di documenti originali divenuti inutili perché già tradotti per i fini della Corte.
Un'altra corrente di pensiero ipotizza che si tratti, in realtà, di corrispondenza ricevuta durante la permanenza della famiglia reale ad Akhetaton ma, in tal caso, si dovrebbe supporre che [[Amenhotep III]], padre di Akhenaton, fosse ancora vivo e residente ad Akhetaton. Sono, infatti, stati individuati, quali destinatari di alcuni documenti: Amenhotep III, [[Akhenaton]], [[Tiye]], [[Tutankhamon]].
Riga 633:
* il re [[Cassiti|cassita]] [[Burna-Buriaš II]] invia una sua figlia quale sposa di Amenofi III;
* ugualmente il re di [[Mitanni]] [[Shuttarna II]];
* il re di [[Mitanni]] [[Tushratta]] invia, quale sposa di Amenofi III, la principessa [[Tadukhipa|Tadu-Kheba]]<ref>{{cita|Cimmino 2003|p. 258}}.</ref> (Tadu'heba o Tadukipa), in cui alcuni vorrebbero individuare la stessa Nefertiti.
Anche i rapporti internazionali sono attestati nelle tavolette amarniane: [[Babilonia]], i Cassiti, l'[[Assiria]], Mitanni, gli Ittiti, i regni di [[Arzawa]] e [[Alasiya]] (quest'ultimo individuato, forse, nell'odierna [[Cipro]]).
 
Riga 644:
Una delle tavolette amarniane appare particolarmente interessante: un re palestinese, infatti, chiede aiuto al sovrano egizio contro gli ''[[Habiru]]'' che stanno invadendo alcune città cananee.
 
Habiru, o anche Apiru, è un nome già comparso precedentemente nella storia egiziana: sotto [[Thutmose III]] sono indicati come "vignaioli" ed [[Amenhotep II]] dichiarò di averne catturati 3.600 durante una battaglia con i Mitanni, nel caso della tavoletta amarniana, si tratta di fuoriusciti egiziani che tentano di stanzializzarsi o di rientrare in Egitto<ref>{{cita|Gardiner 1971|p. 185.}}</ref><ref>{{cita|Liverani 1998|p. 19}}.</ref>.
 
Alcuni vedono negli Apiru, o Khabiru, gli [[Ebrei]] giunti nel territorio egiziano come nomadi, poi stanzializzati. Altri ritengono di poter individuare con tale nome non un popolo, bensì una sorta di classe sociale, quella, appunto, degli immigrati o dei rifugiati, privi, cioè, di una connotazione etnica unica e di un proprio territorio<ref group="N">L'identificazione ''ḫabiru'' = ebrei venne ulteriormente accettata in un determinato contesto storico (F. Chabas, Les Hebreux en Egypt, Parigi 1862, pp. 42-56; Loretz Habiru-Hebraer, pp. 18-55, citati da Gardiner 1971) data la presunta religione "monoteistica" instaurata da Akhenaton e a convalida delle storie relative alla cattività ebraica in Egitto.</ref><ref>{{cita|Liverani 1998|pp. 18-21.}}</ref>.