Discorso di Benito Mussolini del 3 gennaio 1925: differenze tra le versioni

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{{quote|Gli oppositori non erano nell’aula, ma erano sparsi per i corridoi. Dovevano concertarsi, [[Eugenio Chiesa]], [[Emilio Lussu]] ed [[Arturo Labriola]] avrebbero voluto rientrare nell’aula e dar battaglia. Amendola pensava di fare lo stesso; ma Giolitti, che era nell’aula, gli mandò a dire che non lo facesse, perché avrebbe “scoperto il re” (Questa informazione mi fu data da [[Guido Ferrando]] che stava in quei giorni a Roma accanto ad Amendola). Gli altri “tenevano la fiaccola sotto il moggio”|NON MOLLARE (15) di Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, Gaetano Salvemini [http://old.radicali.it/newsletter/view.php?id=42125&numero=1343&title=NOTIZIE%20RADICALI “Il Non Mollare” di Gaetano Salvemini]}}
 
La spavalda oratoria di Mussolini si cumulò all'incapacità dell'opposizione a reagire, nel decretare il successo della spregiudicata manovra politica<ref>[[Renzo De Felice]] vi fa rientrare anche il ''pronunciamento'' di una quarantina di consoli della Milizia che, guidati da Enzo Emilio Galbiati, il 31 dicembre 1924 si presentarono a palazzo Venezia per chiedere a Mussolini di farla finita con il rispetto della legalità: a dispetto della versione dei protagonisti, la ricerca storica contenuta in ''Mussolini. Il rivoluzionario'' dimostrerebbe che la situazione non sarebbe mai sfuggita di mano dal presidente del consiglio, inquadrandosi nei disordini creati ad arte per provocare il panico di una guerra civile incipiente se il re e le Forze armate non gli avessero dato il pieno "via libera".</ref> sottesa al discorso. Gli aventinisti, sia per la paura di ritorsioni sia per i forti frazionismi interni, si attestarono nella sterile testimonianza<ref>Sull'eccessiva fiducia nel potere di ribellione morale della società, v. [[Nicola Tranfaglia]], "Rosselli e l'Aventino: l'eredità di Matteotti", in Movimento di Liberazione in Italia, (1968): 3-34.</ref>. Conseguenze del discorso furono successivi atti formali che portarono, come atto finale della [[secessione dell'Aventino]], alla decadenza del mandato parlamentare per le opposizioni e alla graduale delegittimazione e annullamento delle funzioni democratiche del Parlamento<ref>Giampiero Buonomo, [https://www.academia.edu/2089113/La_decadenza_dei_deputati_nella_Camera_del_regno_dItalia_del_9_novembre_1926 La decadenza dei deputati nella Camera del regno d'Italia del 9 novembre 1926], in ''Historia Constitucional'', n. 13, 2012, pagg. 697-715.</ref>.
 
Nel [[1938]] il discorso venne commemorato al [[Teatro Adriano]] dal poeta, scrittore e drammaturgo e membro dell'''[[Accademia d'Italia]]'' [[Filippo Tommaso Marinetti]].<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=H5RmyRSuxrU Rievocazione discorso del 3 gennaio]</ref> Il discorso è rievocato nei punti salienti nel film ''[[Il delitto Matteotti (film 1973)|Il delitto Matteotti]]'' di [[Florestano Vancini]], dove Mussolini è impersonato da [[Mario Adorf]].<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=e5oDJ6GMRV8 Delitto Matteotti, discorso di Mussolini 3 gennaio 1925]</ref>