III Congresso dell'Internazionale Comunista: differenze tra le versioni

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[[File:Trotsky Portrait.jpg|thumb|left|upright=0.7|[[Lev Trotsky|Lev Trockij]].]]Al Congresso presero parte 291 delegati con voto deliberativo e 314 con voto consultivo. Ad essi venne descritto un generale riflusso dell'azione rivoluzionaria sia nella relazione di [[Trockij]] sulla situazione economica mondiale e i nuovi compiti dell'Internazionale, sia nell'illustrazione delle Tesi sulla tattica da parte di [[Karl Radek]]; da ciò derivava la centralità, in vista di nuove lotte, del consolidamento e della concentrazione delle forze rivoluzionarie, da concretizzare tramite la conquista della maggioranza del proletariato e la trasformazione dei partiti comunisti da movimenti d'avanguardia a grandi movimenti di massa<ref name=Sp154/>.
 
In questa prospettiva Trockij introdusse il concetto del ''Fronte unico'', che sarebbe stato sviluppato più dettagliatamente nei mesi successivi<ref>{{cita|Spriano|p. 161}}.</ref><ref>{{cita|Galli|p. 61}}.</ref>. Il dirigente [[bolscevismo|bolscevico]] sottolineò l'importanza del dialogo e di temporanee alleanze anche con le organizzazioni del [[riformismo]]; ciò quando queste fossero seguite da ampi settori del proletariato disponibili ad impegnarsi in un lotta congiunta con le masse che seguivano i partiti comunisti, costringendo i dirigenti «a divenire uno strumento di questa lotta»<ref>Cfr. il discorso sul fronte unico pronunciato da Trockij al III Congresso.</ref><ref>{{cita|Vittori}}.</ref>.
 
Nell'ambito delle valutazioni sulle tattiche offensive ebbe ampio risalto la disamina dell'azione di marzo del [[Partito Comunista di Germania|Partito comunista unificato di Germania]]; essa venne giudicata negativamente sia da [[Lenin]] che da [[Radek]]<ref>Radek, insieme ad altri esponenti dell'Internazionale quali [[Béla Kun]] e [[Mátyás Rákosi]], aveva avuto una parte di responsabilità nell'organizzazione dell'azione, e probabilmente per questo era stato incaricato di illustrare le tesi ad essa contrarie. Cfr. {{cita|Humbert-Droz|p. 73}}.</ref>, che ne sottolinearono l'insufficiente preparazione. Il Congresso tuttavia confermò l'espulsione di [[Paul Levi]], che era stata sancita dal Partito tedesco per violazione della disciplina, dal momento che il dirigente aveva criticato l'offensiva<ref>Nonostante ciò lo stesso Lenin prenderà le difese di Levi in una ''Lettera ai comunisti tedeschi'' del 14 agosto 1921. Cfr. {{cita|Spriano|p. 154}}.</ref>.