Pierre Pascal: differenze tra le versioni

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Grande ammiratore di D'Annunzio, mise in salvo le lettere d'amore del poeta italiano all'amante e traduttrice, nonché amica di Pascal, [[Nathalie de Goloubeff]]. Una parte della corrispondenza fu pubblicata, con la curatela di Pascal, nel volume ''Le livre secret de Gabriele D'Annunzio et de Donatella Cross'', per la casa editrice Il Pellicano di [[Neri Pozza]].<ref>{{Cita news|autore=Pietro Solari|titolo=Cinquecento lettere inedite di D'Annunzio a Donatella|pubblicazione=Corriere della Sera|data=7 luglio 1942|url=http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/ricerca?searchFld=Donatella&searchType=simple&paginate_pageNum=1}} {{cita news|autore=[[Antonio Barolini]]|titolo=Lettere d'amore di Gabriele D'Annunzio|pubblicazione=Stampa Sera|data=28 gennaio 1948|p=3|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,1605_02_1948_0024_0003_22326295/}} {{Cita news|autore=[[Attilio Momigliano]]|titolo=D'Annunzio e Donatella Cross|pubblicazione=Corriere d'informazione|data=lunedì-martedì 1-2 marzo 1948|p=3}} {{cita news|autore=[[Arrigo Cajumi]]|titolo=Amori dannunziani|pubblicazione=La Stampa|data=24 aprile 1948|p=3|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0010_01_1948_0090_0003_24489671/}}</ref>
 
Nel [[1946]] Pascal fu sottoposto a procedimento penale in Francia; pur lavorando alla Biblioteca vaticana ed essendo un fedele cattolico, il cardinale e orientalista [[Eugène Tisserant]] rifiutò di intercedere in suo favore poiché era stato segretario privato di Maurras, che essendo un [[Noncredenza|non-credente]] era definito dal cardinale come «colpito dalla Chiesa per il suo insegnamento [[ateo]] e immorale».<ref>{{Cita libro|autore=Étienne Fouilloux|titolo=Eugène, cardinal Tisserant (1884-1972)|città=Paris|editore=Desclée De Brouwer|anno=2011|url=https://books.google.it/books?id=317LDAAAQBAJ&lpg=PP1&dq=Eug%C3%A8ne%2C%20cardinal%20Tisserant%20(1884-1972)'&hl=it&pg=PT283#v=onepage&q&f=true}}</ref> La giustizia francese lo condannò in [[contumacia]] all'[[ergastolo]] per "[[Collaborazionismo in Francia|collaborazione]] intellettuale con il nemico".<ref name=agi/> Un certo Vieilledent, «Commissario del Governo Provvisorio della Repubblica», in una requisitoria, in cui chiedeva per la lui la [[pena di morte]], lo additò quale «amico di Benito Mussolini e di Charles Maurras, uomo d'azione, polemista pericoloso e sottile...».<ref>{{Cita libro|autore=Asvero Gravelli|titolo=Mussolini aneddotico|città=Roma|editore=Latinità|anno=1951|p=VII}}</ref>
 
Trasferitosi a [[Roma]], trovò ospitalità nella Villa Gangalandi del principe Lancellotti. Pascal non tornò mai più in Francia, la condanna non fu mai revocata, ma nemmeno venne [[Estradizione|estradato]] dalla [[Repubblica Italiana]] [[antifascista]] nata nel dopoguerra.