Saverio Bettinelli: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nato nel 1718 da una famiglia di modeste condizioni, Saverio Bettinelli entrò nell'[[Compagnia di Gesù|ordine dei gesuiti]] nel [[1738]], dopo aver studiato presso di loro a [[Bologna]]<ref>{{Cita|Bonfanti|p. 153}}.</ref>. Il Bettinelli fu presto conosciuto soprattutto per le sue doti di [[Poligrafo (autore)|poligrafo]], [[drammaturgo]], polemista, [[Critica letteraria|critico letterario]] e [[poeta]]. Insegnò [[retorica]] in varie città italiane, tra cui [[Venezia]], dove visse tra il 1748 e il 1750, frequentando i principali intellettuali dell'ambiente lagunare e partorendo le 55 ottave del poemetto ''Il Parnaso veneziano'', poi più volte rivisto fino alla definitiva edizione del 1767<ref>{{Cita|Ricorda|pp. 247 e ssg.}}</ref>. Nel [[1758]] intraprese un viaggio per tutta l'[[Italia]] e la [[Germania]]. Nei suoi viaggi entrò in contatto con numerosi letterati dell'epoca, tra cui [[Voltaire]] e [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], con i quali intrattenne una fitta corrispondenza. Nel [[1773]] in occasione dello [[Compagnia di Gesù#Soppressione e rinascita dell'ordine|scioglimento dell'ordine dei gesuiti]], si ritirò a Mantova. Negli ultimi trent'anni di vita continuò la sua attività critica e letteraria, distinguendosi per l'esaltazione di [[Francesco Petrarca|Petrarca]] (''Delle lodi del Petrarca,'' Bassano 1793) e la per la nuova critica alla ''Divina Commedia'' (''Dissertazione accademica sopra Dante,'' 1800). In seguito all'arrivo di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], dopo averlo criticato ferocemente nell'''Europa Punita'', ne divenne un sostenitore, pubblicando tre canti di elogio intitolati ''Bonaparte in Italia.'' Morì novantenne nella sua città natale nel 1808<ref>Per la biografia, si veda {{Cita|Muscetta}}.</ref>.
 
== L'attività letteraria ==
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=== La critica a Dante ===
[[File:BettinelliDieciFront.jpg|sinistra|miniatura|Saverio Bettinelli, ''Illustrazioni de Dieci lettere di Publio Virgilio Marone. Scritte dagli Elisj all'Arcadia di Roma sopra gli abusi introdutti nella poesia italiana'', Modesto Fenzo, Venezia 1758]]
La sua fama è legata principalmente all'opera di critico letterario ricca di umori antiaccademici e antiretorici, ma si fece notare anche per le sue opere di carattere prettamente [[illuminismo|illuministico]]. Nel [[1757]] scrisse le ''Lettere a Virgilio'' (o ''Lettere virgiliane''), opera composta da 10 lettere di cui le prime tre sono una celebre stroncatura della ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]]<ref>{{Cita|Fubini}}.</ref>, riguardo alla quale Bettinelli affermò: «''Sia posto tra i libri di erudizione, e della Commedia si lascino solo taluni pezzi che, raccolti e, come meglio si può, ordinati, formino non più di cinque canti''»<ref>Saverio Bettinelli - [[:S:Pagina:Dieci lettere di Publio Virgilio Marone.djvu/64#BD9|Lettere di Virgilio agli Arcadi di Roma — Lettera IX.]]</ref>. Nonostante gli riconosca tratti poetici e possenza linguistica, il Bettinelli disprezza l'opera dantesca in quanto contrastante con il più formale classicismo e per gli ideali illuministici così lontani dal [[Filosofia medievale|pensiero medievale]], facendo concludere a [[Mario Fubini]] che:
 
{{Citazione|Di fatto l'importanza delle Virgiliane, anche per il particolare problema dantesco, non sta nelle conclusioni [...] bensì nella sua efficacia polemica, attestata non meno che dalle lodi di un [[Voltaire]] e degli uomini [[Il Caffè (Verri)|del Caffè]], dalle confutazioni che se ne tentarono, la cosiddetta ''Difesa di Dante'' di [[Gasparo Gozzi|Gaspare Gozzi]], l'''Epistola al canonico Gioseffo Ritorni sul poema dantesco'' di [[Agostino Paradisi]], e sopra tutto l'articolo del critico svizzero [[Johann Jakob Bodmer|Johann Jacob Bodmer]], pubblicato nel 1763 e rimasto ignoto in Italia, tanto più profondo e nuovo che, superando i limiti classicistici in cui rimaneva chiuso il B[ettinelli], dimostra l'errore di giudicare con gusto moderno e secondo fissi canoni un'opera composta in tutt'altra condizione storica.|{{Cita|Fubini}}}}
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=== Critico di Petrarca ===
[[File:Francesco-Petrarca.jpg|miniatura|Francesco Petrarca]]
Definito da Bonfanti come «nume presente di tutta la critica bettinelliana»<ref>{{Cita|Bonfanti|p. 152}}.</ref>, Bettinelli celebra Francesco Petrarca nella ''IV lettera'' delle ''Lettere Virgiliane'' in cui:
{{Citazione|Tutti [gli dei] d’accordo dicevano non aver mai sì vivamente sentito quell’incanto, e quel fascino di una secreta delizia, che è proprio della poesia, come in questo poeta.|[[s:Lettere dieci di Virgilio agli Arcadi (1800)/Lettera IV|''Lettere Virgiliane'', Lettera IV, p. 58]]}}
Seguendo il saggio di Bonfanti, la passione per Petrarca derivava sin da quando studiò a Bologna presso i gesuiti, facendo maturare in lui quelle convinzioni classiciste che vedevano in [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] l'alfiere della [[Letteratura latina|poesia latina]], e in Petrarca di quella volgare<ref>{{Cita|Bonfanti|p. 156}}.</ref>. Nonostante ciò, anche gli dei delle ''Lettere Virgiliane'' avevano delle remore verso Petrarca, in quanto vi sentivano sempre l'influenza dell'antica poesia volgare, specialmente nei ''[[I Trionfi|Trionfi]]'', ricchi ancora di quell'allegoria che rimandava alla mente quella dantesca''<ref>{{Cita|Bonfanti|p. 159}}.</ref>''; e per la ripetitività delle tematiche del ''[[Canzoniere (Petrarca)|Canzoniere]]'', cosa che suscitava noia negli dei<ref>{{Cita|Bonfanti|p. 160}}.</ref>. Queste riserve furono poi dissolte con la pubblicazione dell'''Entusiasmo delle belle lettere'' (1769), frutto di profonde riflessioni durate anni e che permisero al Bettinelli la comprensione piena del genio peterarchesco, intravedendo in lui il valore dell'[[entusiasmo (filosofia)|entusiasmo]] alla base dell'ispirazione e della fantasia nell'arte secondo una tendenza che è stata considerata [[Preromanticismo|preromantica]]<ref>{{Cita|Bonfanti|pp. 164-169}}.</ref>. Esemplificazione di questa più matura comprensione di Petrarca sono le già citate ''Delle lodi del Petrarca,'' edite a [[Bassano del Grappa]] nel 1793<ref>{{Cita|Bonfanti|p. 179}}.</ref>.
 
=== L'altra attività critica e letteraria ===
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*{{Cita libro|editore=presso Adolfo Cesare
|cognome=Saverio Bettinelli
|titolo= Lettere a Lesbia Cidonia sopra gli epigrammi. 22-25. 2
|città=Venezia
|data= 1801