Luisa di Stolberg-Gedern: differenze tra le versioni

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==Nascita e infanzia==
Luisa nacque a [[Mons]] nell'[[Contea di Hainaut|Hainaut]], nei [[Paesi Bassi austriaci]] (attuale [[Belgio]]), come figlia maggiore del principe [[Gustavo Adolfo di Stolberg-Gedern]] e di sua moglie, la principessa Elisabetta di [[Casato di Hornes|Hornes]], figlia di [[Massimiliano Emanuele di Hornes|Massimiliano Emanuele, principe di Hornes]]. Quando aveva appena quattro anni rimase orfana del padre ucciso nella [[battaglia di Leuthen]]. All'età di sette anni fu inviata per essere istruita presso la scuola annessa al convento di San Waudru a Mons che dava riparo e protezione alle giovani donne appartenenti alla nobiltà che avevano mezzi finanziari insufficienti per vivere non sposate nel mondo. Nel 1766 l'imperatrice [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]] dispose che una delle [[Prebenda|prebende]] assegnate al convento fosse data a Luisa che <ref>Per le canonichesse il godimento di una prebenda era consentito sino a quando non si sposassero</ref>, pur essendo una [[canonichessa]] non era obbligata a soggiornare permanentemente nel convento ma poteva liberamente frequentare la società.<ref>{{cita libro|anno=1866 |titolo=ALBANY, Louise-Maximiliane-Caroline-Emmanuel, princesse de Stolberg, comtesse D' |pubblicazione=[[Biographie nationale de Belgique]] |editore=H. Thiry-Van Buggenhoudt|città=Brussels |id= }}</ref>
 
==Matrimonio==
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A Firenze avviene l'incontro con [[Vittorio Alfieri]], giovane ventottenne, affascinato dalla nobile dama, intellettuale cosmopolita. Il loro amore è un vero e proprio colpo di fulmine e dal momento dell'incontro sarà un susseguirsi di difficoltà e stratagemmi per potersi amare.
 
Carlo Edoardo Stuart diviene sempre più violento nei confronti della contessa che dapprima si nascose in un convento, poi chiese ospitalità al cardinale di York a Roma e alla fine, con l'aiuto del re di Svezia [[Gustavo III]], riuscì ad ottenere la separazione legale.
 
{{Citazione|La mia unica donna » « La vita della mia vita » «...la dolce metà di me stesso » «La persona che ho sovra ogni altra cosa venerata ed amata|[[Vittorio Alfieri]], ''[[Vita scritta da esso]]''}}
 
[[File:Alfieri e Albany.jpg|upright=1.3|thumb|Vittorio Alfieri e la contessa d'Albany. Dipinto di [[François-Xavier Fabre]]]]
Con la morte del Pretendente nel [[1788]], la contessa, ormai libera, vive apertamente la sua relazione con l'Alfieri. A [[Parigi]] dal [[1786]] al [[1791]], diviene noto ed apprezzato il circolo culturale della contessa nella casa di Rue de Bourgogne, dove una sala del trono ricorda agli ospiti l'alto rango della padrona di casa. Il poeta dedicherà a lei la tragedia Mirra<ref>{{Cita web|url=https://it.wikisource.org/wiki/Mirra/Dedica|titolo=dedica Mirra}}</ref> che inizia con un sonetto in cui si legge:
<poem>
''Della figlia di Ciniro infelice''
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Louise Maximiliane zu Stolberg-Gedern}}
 
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