Luigi Barzini (1908-1984): differenze tra le versioni

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Figlio del giornalista [[Luigi Barzini (1874-1947)|Luigi Barzini]] (1874-1947), ricevette tale nome in onore di [[Luigi Albertini]]<ref name=Afeltra>{{Cita|Afeltra 1988|p. 20.}}</ref>, direttore-dominus del ''[[Corriere della Sera]]'' che l'aveva assunto e con il quale aveva cominciato la sua prestigiosa carriera. Il figlio seguì il padre, che si stabilì nel [[1921]] negli [[Stati Uniti]]. Qui svolse la sua formazione scolastica di secondo grado, proseguita con gli studi in giornalismo alla [[Columbia University]] di [[New York]], dove si laureò<ref name="Cereghino">Mario J. Cereghino e Giovanni Fasanella, ''Il golpe inglese. Da Matteotti a Moro: le prove della guerra segreta per il controllo del petrolio e dell'Italia'', Milano: Chiarelettere, 2011.</ref>. In Italia Luigi Barzini frequentò la V Ginnasio nel 1923 presso il Regio Liceo Ginnasio "Ernesto Cairoli" di [[Varese]].
 
Quando il padre tornò in Italia, Luigi venne assunto come praticante al «[[Corriere della Sera]]» (aprile [[1931]]). Si affermò presto come inviato di punta del quotidiano milanese<ref name="Allotti">Pierluigi Allotti, ''Quarto potere. Giornalismo e giornalisti nell'Italia contemporanea'', Carocci, Roma 2017.</ref>. Nel [[1934]] firmò una serie di servizi dall'[[America latina]] e dagli [[Stati Uniti]]. Nel 1935-36 fu [[inviato speciale]] in [[Etiopia]] durante la [[Guerra d'Etiopia|campagna italiana]]. Rimase undici mesi al seguito della spedizione italiana. Si distinse in particolare per il resoconto della battaglia per la presa di Azbì<ref>{{cita web|url=http://www.italiacoloniale.it/detailp.asp?id=505024|titolo=Ad Agulà con la colonna Mariotti dopo la marcia attraverso la Dancalia e la presa di Azbì|accesso=25 gennaio 2018}}</ref>, che gli valse una decorazione al [[valor militare]]. Nel 1937 scrisse dalla [[Guerra Sino-Giapponese (1937-1945)|Cina invasa dai giapponesi]]<ref name="Cereghino"/>. Arrivato a [[Nanchino]], segnalandosidovette perabbandonare unla articolocittà sula [[Incidentecausa della USSbattaglia Panay|bombardamentoche dellavi cannonierainfuriava. statunitenseSalì ''Panay''con il collega [[Sandro Sandri]], navesulla militarecannoniera distatunitense cui«Panay», sida fudove costrettofece in tempo ad imbarcarsiinviare auna causamemorabile dellcorrispondenza. L'[[Secondaaviazione guerra sino-giapponese|infuriare [[Incidente della battagliaUSS aPanay|bombardò Nanchinola nave]], eche doveaffondò: poiBarzini vide morire il suo compagno di viaggio [[Sandro Sandri]]<ref name="Allotti"/>.
 
All'inizio del [[1940]] assunse l'incarico di [[corrispondente]] da [[Londra]]. In aprile si sposò ad [[Amalfi]] con Giannalisa Gianzana Feltrinelli, vedova di [[Carlo Feltrinelli]], magnate della finanza lombarda<ref>Ad officiare il rito fu don Andrea Afeltra, fratello di [[Gaetano Afeltra]], futuro caporedattore del «Corriere della Sera».</ref>. Pochi giorni dopo fu arrestato a Milano con l'accusa di rivelazione di segreto militare (25 aprile 1940)<ref>Precisamente, venne accusato di aver trasmesso informazioni militari sensibili ad un funzionario dell'ambasciata britannica a Roma: "a Stoccolma, durante un ricevimento diplomatico, Barzini figlio rivelò all'ambasciatore inglese che l'Italia conosceva il cifrario militare del suo Paese. Il controspionaggio informò Mussolini. L'episodio accadde poco prima dell'entrata in guerra (...). Barzini junior venne, ''ipso facto'', arrestato a Milano, tradotto a Roma, a [[Regina Coeli]], e dopo due giorni d'isolamento cellulare, spedito al confino, però un confino di lusso. Per intercessione di [[Ciano]] fu mandato ad Amalfi" ([[Gaetano Afeltra]], ''Il confino dorato di Barzini junior'', 30 marzo 1999, [[Corriere della Sera]]).</ref>. Condannato a cinque anni di confino, venne mandato inizialmente ad [[Amalfi]], poi ottenne il trasferimento all'[[isola di Capri]]; la pena fu poi commutata, da [[Mussolini]] in persona, in una semplice diffida<ref name="Cereghino"/>.